A Molini è stato ricordato nella preghiera un naufrago molinese del Titanic, Battista Allaria

15 aprile 2012 | 11:05
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A Molini è stato ricordato nella preghiera un naufrago molinese del Titanic, Battista Allaria
A Molini è stato ricordato nella preghiera un naufrago molinese del Titanic, Battista Allaria
A Molini è stato ricordato nella preghiera un naufrago molinese del Titanic, Battista Allaria
A Molini è stato ricordato nella preghiera un naufrago molinese del Titanic, Battista Allaria

La sciagura del Titanic lascia attoniti ancora adesso, una delle più grandi tragedie del mare. Quello che forse non tutti sanno è che questa tragedia coinvolse anche un piccolo comune (700 abitanti circa) della Valle Argentina… Molini di Triora.

La comunità di Molini di Triora, piccolo centro di circa 700 abitanti dell’alta valle Argentina (Imperia), ha ricordato oggi con una preghiera, durante la messa: il naufrago del Titanic, Battista Antonio Allaria, che si trovava a bordo della nave passeggeri diventata famosa per la collisione con un iceberg, avvenuta il 14 aprile del 1912.

LA STORIA

La sciagura del Titanic lascia attoniti ancora adesso, una delle più grandi tragedie del mare. Quello che forse non tutti sanno è che questa tragedia coinvolse anche un piccolo comune (700 abitanti circa) della Valle Argentina, provincia di Imperia: Molini di Triora.

Ma partiamo con ordine.  Al soldo di Luigi Gatti, il manager dei ristoranti a bordo del transatlantico, a servire al Ristorante A’ la Carte ci fu anche il giovanissimo cameriere Battista Antonio Allaria (nella foto in alto), 22 anni appena compiuti, anch’egli vittima del TITANIC.

Battista nacque il 31 maggio 1889 a Molini di Triora, figlio di Antonio Allaria e di Anna Maria Caldani. A soli 17 anni andò all’estero a cercare fortuna, prima in Francia poi in Inghilterra. Il 6 aprile 1912 firmò il contratto di ingaggio per lavorare sul TITANIC. Prima di imbarcarsi sul TITANIC, egli ebbe dei trascorsi da cameriere anche sulla nave gemella Olympic.

Per quasi 86 anni la sua morte rimase avvolta nel più fitto mistero. Mai nessuno dei familiari venne informato che il corpo di Battista fu recuperato in mare e sepolto nel cimitero di Halifax. I suoi genitori morirono straziati dal dolore della perdita del figlio e dall’angoscia, dalla disperazione di non poter neppure dire una preghiera, deporre un fiore sulla sua tomba. Per 86 lunghi anni l’Italia intera ha creduto che Battista fosse scomparso in mare, morto annegato, prigioniero del TITANIC. Per tutti questi anni due generazioni degli Allaria hanno vissuto con questa grande sofferenza.

Solo pochi anni fa, grazie al famoso film di Cameron ed all’avvento di internet, è stato possibile conoscere finalmente tutta la verità sulla tragica fine del giovane e coraggioso cameriere di Molini di Triora. Le pronipoti di Battista Allaria, Luisella e Arianna Allaria, il loro padre Gino, insieme a due amici Giorgio Lugli e Roberto Basso, hanno iniziato una paziente indagine telematica riuscendo a trovare notizie, ricostruire passaggi sconosciuti, appurare quanto accadde dopo l’affondamento del TITANIC e scoprire la tomba di Battista. Luisella e Arianna seppero così che: "Aiuto Cameriere: Allaria Baptiste di 22 anni abitante in Orchard Place 9 – Southampton. Perse la vita nel disastro ed il suo corpo fu recuperato dal Mackay Bennett e sepolto nel Fairview Cemetery il 6 maggio 1912. Numero cronologico del recupero: 221".

Finalmente una traccia importante, un segno, una pista solida, finalmente notizie certe, delucidazioni e risvolti sul loro parente.
Dal diario di bordo della Mackav Bennett, scritto da Frederick Hamilton, alla pagina del ritrovamento di Allaria, leggiamo: …"Mentre la Mackav Bennett stava già tornando ad Halifax i marinai hanno issato a bordo gli ultimi tre corpi. Tutti indossavano la divisa "First Class servants", erano camerieri di prima classe. Due sono stati identificati, uno aveva sulla camicia le iniziali A. B. (Allaria; N. d. R.) Il terzo è stato sepolto in mare".

Anche quello che si leggerà dopo è degno di nota commuove, l’elenco degli effetti personali recuperati dall’oceano, le tracce di una vita troppo in fretta spezzata.

"Abiti: cappotto verde, giacca e pantaloni scuri, mutande contrassegnate con le lettere A e B (le iniziali). Effetti: coltello, rasoio, lucchetto, chiavi contrassegnate "bagno camerieri", pettine, libretto di risparmio postale, taccuino e permesso di sbarco". Tutto catalogato, tutto appartenuto al giovane Allaria, di Molini.

L’intero paese di Molini di Triora, nella primavera del 1998, decise di dedicare, come si evince dalla fotografia qui sopra, una via del centro a Battista Allaria. Una targa del comune di Molini di Triora con scritto "I famigliari ed i concittadini in memoria di B. A. Allaria”, fu posta ufficialmente, nella primavera 2010, sul cippo di Battista nel cimitero di Halifax.

Battista Allaria con coraggio, grande spirito di avventura, determinazione, sacrificio, da solo ha lasciato l’Italia, parenti, amici, senza conoscere nessuno, neppure la lingua, andò all’estero. Riuscì addirittura a guadagnarsi un buon posto di lavoro sul TITANIC. Un successo, una meta forse insperata, che gli costò la vita, ma che gli spalancò le porte della leggenda.