TRUFFA nei lavori di Palazzo Nota: imprenditore falsifica documenti, si fa pagare e poi fallisce






L’imprenditore, di 66 anni, aveva falsificato i documenti inerenti lo stato di avanzamento dei lavori, si era fatto anticipare i soldi dalla banca e poi ha dichiarato fallimento. L’indagine partita dalla denuncia del direttore dei lavori.
Un imprenditore genovese, di 66 anni, Gian Pietro Z., titolare di una ditta individuale appaltatrice dei lavori di restauro di Palazzo Nota, a Sanremo, e’ stato denunciato dai poliziotti della Sezione Investigativa del Commissariato di Sanremo e dalla Squadra Mobile di Imperia, con le accuse di truffa e falso. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Monica Supertino, avrebbe falsificato due "Sal" (Stato di Avanzamento dei Lavori), rispettivamente dell’importo di 81.520,12 e 112.721,05 euro. Quindi, dopo essersi fatto anticipare i soldi dalla banca, ha pagato i fornitori ed ha dichiarato fallimento.
E’ per questo motivo che i lavori di restauro della pregiata palazzina del ‘600, situata alle Porte della Pigna (il centro storico di Sanremo) e famosa per aver ospitato Napoleone, vennero interrotti, sollevando numerose polemiche. In pratica, l’imprenditore, a capo di una ditta individuale, sapendo che da lì a poco avrebbe fallito ha falsificato i due documenti – che danno diritto ad essere pagati da una pubblica amministrazione, a seconda dello stato di avanzamento dei lavori – e dopo aver ritirato il denaro, è fallito. Per falsificare i due "Sal", ha preso quello regolare, il primo (dell’importo di circa 100mila euro), lo ha scansionato con il computer e da quello ha realizzato gli altri due, cambiando i parametri, ma mantenendo la firma dell’architetto, direttore dei lavori, dalla cui denuncia, il primo marzo scorso, è partita l’indagine.
PARTICOLARI
Il primo marzo, uno degli architetti incaricati dal Comune di Sanremo della progettazione, del restauro e del risanamento conservativo di Palazzo Nota, ha presentato una denuncia in Commissariato, dichiarando di disconoscere la firma apposta sui Sal (Stato Avanzamento dei Lavori), quelle dichiarazioni che, se vidimate dal responsabile (in questo caso progettista), costituiscono la condizione che legittima l’ente pubblico al pagamento.
Accade in pratica che, nei lavori pubblici, non potendosi pretendere che la ditta aggiudicataria dell’appalto possa sostenere per intero le spese e pretendere il pagamento a lavori ultimati, i pagamenti vengono effettuati in maniera parziale, durante l’esecuzione dei lavori, appunto dietro presentazione dei Sal. Ciò, se da un lato garantisce l’imprenditore, è la causa principale di tutte le cosiddette “opere incompiute”, in quanto spesso accade che per varie motivazioni l’imprenditore si faccia pagare ed esegua materialmente i lavori iniziali per poi non completare l’opera.
Le indagini, oramai concluse, hanno consentito di accertare che l’indagato aveva presentato presso una banca di Genova due falsi S.A.L. Corredati dall’emissione di due fatture; la documentazione relativa allo stato di avanzamento dei lavori era stata realizzata scannerizzando il primo S.A.L. dell’importo di poco meno di 100.000 € che era già stato pagato nel 2010 ed incollando l’immagine riportando la firma dell’architetto su un documento nuovo.
Il tutto perché la società, sull’orlo del fallimento, non aveva possibilità di pagare fornitori e dipendenti. In tal modo l’indagato, presentando questa falsa documentazione ad un istituto bancario di Genova, era riuscito a farsi anticipare dalla banca una somma di denaro ancora non quantificata, con la quale aveva pagato i creditori ed in seguito dichiarato fallimento. In pratica, poiché il Comune di Sanremo, grazie all’oculatezza della progettista denunciante ed al tempestivo intervento dell’A.G., non ha pagato e non pagherà i falsi S.A.L., al momento la parte lesa è l’istituto bancario di Genova e non i cittadini di Sanremo.