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Spaccio di cocaina a Imperia: 6 richieste di pena all’operazione “Last Blow”. Si decide il 30 marzo

14 marzo 2012 | 16:07
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Spaccio di cocaina a Imperia: 6 richieste di pena all’operazione “Last Blow”. Si decide il 30 marzo
Spaccio di cocaina a Imperia: 6 richieste di pena all’operazione “Last Blow”. Si decide il 30 marzo
Spaccio di cocaina a Imperia: 6 richieste di pena all’operazione “Last Blow”. Si decide il 30 marzo
Spaccio di cocaina a Imperia: 6 richieste di pena all’operazione “Last Blow”. Si decide il 30 marzo
Spaccio di cocaina a Imperia: 6 richieste di pena all’operazione “Last Blow”. Si decide il 30 marzo
Spaccio di cocaina a Imperia: 6 richieste di pena all’operazione “Last Blow”. Si decide il 30 marzo

E’ stata, poi, stralciata la posizione di Elisabetta Murrai, che ha scelto la via del patteggiamento. Il giudice ha, poi, aggiornato al 30 marzo per la discussione delle difese, le eventuali repliche e la sentenza.

Si è chiusa, stamani, davanti al gup Ottavio Colamartino, di Imperia, con la richiesta di 6 condanne, la requisitoria del pubblico ministero Alessandro Bogliolo al processo per l’operazione antidroga dei carabinieri (battezzata “Last Blow”), che il 20 agosto del 2011 portò in carcere in totale otto persone.

Di seguito le richieste: Silvio Credaro, 30 anni, imperiese (6 anni 8 mesi e 35mila euro); Giuseppe Seminerio , 30 anni, palermitano di origine, ma residente a Imperia (6 anni 8 mesi e 35mila euro); Maurizio Milea , 41 anni, manovale imperiese (6 anni e 2 mesi e 30mila euro); Alessandro Malaspina, 39 anni, agricoltore di Dolcedo (4 anni e 8 mesi e 30mila euro) e Massimo Drago, 40 anni, di Chiusavecchia (2 anni e 10mila euro).

E’ stata, poi, stralciata la posizione di Elisabetta Murrai, che ha scelto la via del patteggiamento. Il giudice ha, poi, aggiornato al 30 marzo per la discussione delle difese, le eventuali repliche e la sentenza. Il Collegio difensivo era formato dagli avvocati: Oliviero Olivieri, Giovanni Di Meo, Erminio Annoni, Claire Calì e Tito Schivo.

I FATTI

L’indagine prese le mosse, nel febbraio del 2010, quando i carabinieri notarono un insolito viavai intorno al salone di bellezza “Artemia”, di via De Marchi, di proprietà di Seminerio. In particolare, tanti entravano nell’attività commerciale e ne uscivano, dopo pochi minuti, senza mostrare i segni di alcun intervento estetico.

La successiva attività di osservazione permise, poi, di legare il nome di Seminerio a quello di Credaro. I due, talvolta insieme, a volte da soli, erano soliti fare troppe volte la spola con Albenga – anche quattro volte nella stessa serata – dove andavano a rifornirsi di cocaina da due marocchini, anche loro arrestati. Poi, rivendevano la droga nel centro estetico oppure la consegnavano al domicilio di alcuni consumatori o piccoli spacciatori che a loro volta la rivendevano.

Fra questi: Milea, che oltre a spacciare la cocaina di Seminerio e Credaro, si riforniva di eroina da Malaspina. Nel corso dell’indagine, peraltro, è emerso che il duo Seminario-Credaro, per far fronte alle numerose richieste di stupefacente, talvolta si approvvigionavano anche da due albanesi, arrestati dai carabinieri, nel marzo 2010, con 35 grammi di cocaina. Il nome di Seminerio era già emerso nelle indagini condotte fra il 2006 ed il 2008 quando, con le operazioni “Filo d’Arianna” e “beautiful Life” – che portarono, rispettivamente a: 22 e 7 arresti – i carabinieri sgominarono un’altra organizzazione dedita allo spaccio di cocaina.

All’epoca, però, il suo nome risultava fra i consumatori dello stupefacente: il vuoto venutosi a creare sul lato dell’ “offerta” con gli arresti precedenti deve averlo spinto a cercare di colmare  questa assenza inducendolo a trasformarsi da mero consumatore in spacciatore.  Con non molta fortuna, visto non solo l’esito giudiziario, ma anche il fatto che da qualche  mese era rientrato nella natìa Lercara Friddi, dove aveva aperto un esercizio di parrucchiere, costretto, pare, da un po’ troppi debiti insoluti nel giro dello stupefacente.