“Politici di Imperia invece di impegnarsi in dibattito su acqua pubblica preferiscono la demagogia”

14 marzo 2012 | 16:44
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“Politici di Imperia invece di impegnarsi in dibattito su acqua pubblica preferiscono la demagogia”

“Il consigliere Poillucci si chiede se non ci interessi che fine farebbero i dipendenti di Amat in caso di gestore unico pubblico. Come pensa che funzioni un gestore pubblico? Senza dipendenti? Oppure impiegando marziani?” scrive Sonia Balestra del Cimap

Faccio parte del Cimap e lunedì sera ero presente nella sala comunale per seguire il dibattito sulla riorganizzazione del servizio idrico. Scrivo dopo aver letto l’intervento del consigliere Poillucci.
Il voto referendario non apre alcun periodo transitorio, a differenza di quanto sostenuto dal consigliere: in realtà, l’effetto del referendum è quello di abrogare la norma che prevedeva l’obbligo di affidare il servizio ai privati, con la conseguenza di rendere immediatamente applicabile la normativa previgente, che è valida e perfettamente funzionante. Non potrebbe essere diverso, sennò la Corte Costituzionale non avrebbe omologato il quesito referendario. Mi sembra evidente che l’unico motivo per cui si parla, a sproposito, di questo fantomatico periodo transitorio sia quello di frenare i processi di ripubblicizzazione, nell’attesa/speranza che i buoni contatti su cui le multinazionali dell’acqua possono contare riescano ad ottenere qualche spiraglio normativo per l’affidamento ai privati – magari infilato di straforo in qualche emendamento di un decreto legge, come si era abituati a fare fino a qualche mese fa.
Vorrei inoltre chiarire che la norma attualmente in vigore consente – come ricordato da Poillucci – l’affidamento ai privati, ma è altrettanto chiaro che il voto espresso dagli italiani ha il preciso significato di sottrarre la gestione dell’acqua al privato. Nemmeno il Governo Berlusconi ha ritenuto opportuno ignorare questo fatto, tanto che il decreto dello scorso agosto ha previsto la privatizzazione dei servizi pubblici locali, con la sola esclusione del servizio idrico integrato! Non c’è molto alto da dire: si può decidere di ignorare questo aspetto solo in malafede. 
Inoltre, devo dire che mi crea sempre un moto di dispiacere constatare che le forze politiche invece di impegnarsi seriamente in un dibattito preferiscono prendere la scorciatoia della demagogia.
Poillucci si chiede se non ci interessi che fine farebbero i dipendenti di Amat in caso di gestore unico pubblico. Piuttosto, le domando: come pensa che funzioni un gestore pubblico? Senza dipendenti? Oppure impiegando marziani? Vorrei fare presente che, in ogni caso, ci sarà un gestore unico e che sarà comunque necessario valutare gli effetti per il personale attualmente impiegato, e questo indipendentemente dal fatto che si tratterà di un gestore pubblico. Ritengo che fare leva su questo argomento in questi termini semplicistici non abbia nessuna utilità ma sia solo un modo per intorbidire le acque. Un altro tema trattato con molta superficialità è quello delle tariffe.
Personalmente, ritengo che le tariffe debbano essere eque rispetto al servizio fornito, parlare di “tariffe basse” non ha alcun significato. Detto questo, sappiamo benissimo che Amat acquista acqua da Amaie a prezzi ridicoli e che, ad esempio, ha incassato dai propri utenti, negli anni, illegittimamente, alcuni milioni di euro relativi al servizio di depurazione, che non fornisce. Direi che le tariffe “basse” si spiegano molto facilmente e non sono certo indice di efficienza.
Infine, mi fa sorridere il riferimento alle campagne di sensibilizzazione sulla riduzione dei consumi. In effetti – sarà una sorpresa per il consigliere – queste campagne si fanno: le fa il Cimap e le fanno svariate associazioni che operano sul territorio. Ovviamente, gli esponenti politici locali per lo più ci ignorano, e questo non è sorprendente. Visto che il consigliere Poillucci si dimostra così sensibile all’argomento, però, vorrei ricredermi e proporle una collaborazione: se lei fosse disposta a presentare in consiglio comunale, e magari ai circoli del suo partito, una campagna per il risparmio della risorsa idrica, sarebbe una gran bella competizione “virtuosa”, e quasi mi farebbe piacere perderla.
Per concludere, la mia riflessione è che l’intervento del consigliere offre una rappresentazione egregia del sistema contro cui ci battiamo: l’amministratore politico che prende la parola in consiglio comunale per illustrare i criteri in base ai quali decidere se sia preferibile un gestore pubblico o privato è allo stesso tempo rappresentante del privato. E poi ha il coraggio di parlare di diritti ed interessi dei cittadini!
Non per niente, si scrive acqua e si legge democrazia!
Sonia Balestra