La casa su misura: i consigli del nostro interior designer

28 marzo 2012 | 09:53
Share0
La casa su misura: i consigli del nostro interior designer

Per progettare spazi in cui le persone abbiano spinte al massimo le funzioni semplici quali sedersi, stare in piedi, sdraiarsi, lavarsi bisogna tenere conto della dimensione, della forma e dei movimenti del corpo umano

Ambiente casa
Prima di inoltrarci nei dettagli degli ambienti che compongono l’interno che visualizzeremo da varie angolazioni, vorrei darvi alcuni punti chiave per meglio capire cosa può fare un progettista d’interni per voi.
Uno dei compiti principali dell’interior designer è cogliere, comprendere e interpretare l’identità del committente per creare l’ambiente ideale, sia esso abitativo o lavorativo. Come precedentemente scritto, un abitazione, un luogo di lavoro hanno la forza di svelare il carattere di chi vi abita o lavora e quindi di poter comunicare un messaggio che raggiunge a livello di inconscio chi in seguito fruirà lo spazio. Il progettista ha l’opportunità di manifestare, attraverso lo studio progettuale, le mode e le tendenze del tempo senza però dimenticare le varie informazioni personali riguardanti il committente e arrivare ad un risultato capace di “comunicare” ed “emozionare”.
Le considerazioni da porre in essere sono sostanzialmente suddivise in fasi, che vanno dalla attenta valutazione di stile che il cliente ha in mente alla capacità di formulare un concetto leggibile da proporre in fase di studio, cucito addosso allo stesso. Fanno seguito il budget, lo stile di vita o il tipo di commercio da sviluppare, l’ambiente dove si opera e le dinamiche sociali in cui si svilupperà il progetto se legato alla produttività o commercio.
Ma di cosa dobbiamo tenere conto per una progettazione equilibrata e funzionale? Riassumo oggi alcuni punti che ritengo importanti per un buon risultato facendo in seguito alcuni esempi pratici.

L’antropometria
Per progettare spazi in cui le persone abbiano spinte al massimo le funzioni semplici quali sedersi, stare in piedi, sdraiarsi, lavarsi bisogna tenere conto della dimensione, della forma e dei movimenti del corpo umano. Conoscere la quantità di spazio necessaria per svolgere determinate funzioni aiuta il progettista a razionalizzare lo stesso evitando inutili “vuoti architettonici” e in determinati contesti sappiamo come lo spazio non sia solo un valore economico. Esistono altre relazioni capaci di studiare la percezione dello spazio vitale (prossemica) considerando le differenziazioni base tra pubblico e privato e le attività in esso svolte. L’interazione tra persone, cose e tecnologie nello stesso ambiente (ergonomia) aiuta in modo “salutare” a pensare oggetti capaci di essere utilizzati in modo ottimale evitando ad esempio il classico mal di schiena da postura errata.

Un consiglio
Banale se volete, potrà far sorridere, ma ad esempio quando si pensa l’ambiente bagno attraverso l’antropometria si valuta a quale altezza posizionare il mobile di appoggio per il lavabo e se si utilizzano sanitari “sospesi” il posizionamento della parte ad incasso degli stessi, appena più alta o più bassa, in modo da avere una seduta il più naturale possibile. Dettagli? No, vivere bene.
Paolo Tonelli
interior designer – cofondatore e consigliere ADI Liguria, Associazione Disegno Industriale

paolotonellidesign@gmail.com