Inflazione:carrello della spesa cresce del 4,6%,in Italia il costo della vita è il più caro d’Europa
Per le spese quotidiane va via l’80% del reddito.Con rialzi di Iva, accise, Irpef e Imu il reddito “decurtato” di 1200 euro l’anno, pari all’8% del reddito
Il carrello della spesa degli italiani, ossia i prodotti più acquistati dagli alimentari ai carburanti, ha subito un aumento del 4,6% a marzo. Per l’Adoc il carovita sta paralizzando i consumatori italiani, che ogni giorno spendono circa l’80% del proprio reddito per gli acquisti e i servizi di base, il 2% in più che nel resto d’Europa.
“Una giornata tipo in Italia, in media, costa poco meno di 40 euro, circa il 2% in più della media europea – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – ma l’impatto sul reddito è devastante, dato che le spese giornaliere assorbono circa l’80% dello stipendio. Un italiano, lavoratore dipendente, guadagna al netto delle tasse circa 1400 euro al mese, mentre in Germania e in Inghilterra la stessa tipologia di lavoratore guadagna più di 2500 euro al mese, una differenza abissale dell’82,9%. Se a questo aggiungiamo l’aumento dell’Iva dal 20 al 21% e quello futuro dal 21 al 23%, che comporteranno maggiori costi per 325 euro l’anno, i rincari dovuti all’introduzione delle nuove accise (+250 euro), i rincari della spesa alimentare (+100 euro l’anno), l’aumento dell’addizionale regionale e comunale (+120 euro) e il ritorno dell’Imu (+370 euro), ogni cittadino subirà una decurtazione del proprio reddito pari a circa 1200 euro l’anno, un impatto pari all’8% del reddito complessivo annuale. Se si vuole salvare gli italiani occorre innanzitutto fermare l’”emorragia verde”, i continui rincari della benzina stanno trascinando le famiglie verso la povertà, facendo diventare l’Italia il Paese europeo più caro al momento del rifornimento, un anno di rifornimenti costa in media 3400 euro ad un italiano, il 12% in più della media europea. Per ovviare alle obiettive difficoltà i consumatori si stanno organizzando. Sono in aumento del 20% i cittadini che coltivano un orto fai-da-te, per risparmiare su frutta e verdura e difendersi dalle speculazioni, mentre sono cresciuti del 10% gli acquisti di gruppo, soprattutto per quanto riguarda la carne e il pesce, risparmiando fino a 250-300 euro l’anno. Unica conseguenza positiva è il calo del 6% degli sprechi alimentari. I consumatori sono sempre più attenti e moderati nell’acquisto e nel consumo, ormai sprecare è sinonimo di lusso”.