I genitori ristrutturano la scuola di Verezzo (Sanremo) con il lascito: oggi l’inaugurazione/ FOTO






i genitori degli alunni delle scuole elementari di Verezzo hanno ristrutturato l’edificio scolastico, improvvisandosi imbianchini; ma anche dando una sistemata generale, dal punto di vista elettrico ed idraulico.
Grazie a un lascito di 20mila euro, che alcuni anziani hanno destinato all’asilo e alle elementari di Verezzo, a Sanremo, un gruppo di genitori si è offerto di ritrutturare l’edificio scolastico, acquistando i materiali e mettendoci gratuitamente la manodopera. Lavori che sono stati eseguiti in parte durante l’estate e in parte successivamente, mentre oggi è stata inaugurata la ristrutturata scuola, alla presenza del vicesindaco Claudia Lolli.
"Come amministrazione abbiamo sempre creduto nelle frazioni e nella loro valorizzazione – afferma il vicesindaco – Con questa ristrutturazione, quindi, gli alunni dell’asilo e delle elementari potranno continuare a frequentare una scuola che sorge vicino al luogo dove sono nati". In particolare, i lavori hanno riguardato il rifacimento della biblioteca (oltre alla riverniciatura sono stati aggiunti nuovi libri) e della sala multimediale, con l’arrivo di 8 nuovi computer e l’istallazione di una lavagna interattiva multimediale(Lim) di grosse dimensioni. I genitori si sono dati anche da fare per risistemare la pavimentazione in parquet presente nell’edificio
UN RICORDO DELLA BENEFATTRICE: LA MAESTRA MARIA MODENA
La somma di venti mila euro dalla quale nasce la ristrutturazione proviene da un lascito filantropico da parte di un’ex insegnante delle elementari di Verezzo: Maria Modena, (classe 1902) scomparsa all’età di 90 anni nel 1992. La maestra, nativa della frazione e li sempre vissuta, insegnò nel periodo compreso tra il 1930 e l’immediato dopoguerra, nelle prime e seconde elementari delle scuole che all’epoca si trovavano in zona S. Antonio.
L’avvocato Livio Sartore, suo alunno nei primi anni ’40, la ricorda così ”Era una donna molto severa, ma al contempo dotata di grande preparazione e umanità. Indubbiamente ci ha insegnato, oltre che a leggere e a scrivere, soprattutto a vivere. Erano tempi in cui non c’erano, a Verezzo, nè strade nè mezzi di trasporto – spiega l’avvocato – e la maestra veniva tutti i giorni a piedi scarpinando per le vie sterrate dalla zona di S.Donato, dove viveva con la sorella, anche lei insegnante. A scuola, poi, d’inverno, eravamo noi alunni a dover portare la legna per la stufa, ognuno il suo pezzettino” .
Se il sistema di riscaldamento può risultare arcaico, ancora di più appare quello di insegnamento: “Per imparare a contare – continua l’avvocato – ci faceva portare a scuola tanti piccoli fustelli di legno che poi, legati insieme nel numero giusto, formavano le decine”. Altro che lavagne multimediali. Anche scrivere non era semplice e immediato come al giorno d’oggi, con computer e penne a sfera: “ogni banco aveva il suo calamaio – spiega Sartore – e si scriveva ancora intingendo il pennino nell’inchiostro. Se poi qualcuno sbavava, erano bacchettate sulle dita”