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Festa della donna: una splendida mimosa made in Riviera dei fiori

7 marzo 2012 | 13:42
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Festa della donna: una splendida mimosa made in Riviera dei fiori

Nella provincia di Imperia si coltiva il 90% della produzione italiana di mimosa, con oltre 350 ettari coltivati e oltre 1.600 aziende produttrici, che fanno della mimosa il simbolo non solo della donna ma l’emblema del vero Made in Italy.

Una mimosa di grande qualità e con forti profumi, così si presenta quest’anno il famoso fiore simbolo della festa della donna. Complice il grande freddo dei giorni scorsi che abbinato al forte vento ha ridotto drasticamente la produzione.

"Quest’anno – commenta Antonio Fasolo Presidente Provinciale Coldiretti Imperia – il grande gelo non ha risparmiato la nostra Riviera, era dal 1956 che non assistevamo ad un clima così rigido e purtroppo a ridosso di due importanti festività come San Valentino e la Festa della Donna, dove notoriamente il dono più omaggiato è il fiore. Le nostre aziende hanno registrato un calo di produzione del 30%, con picchi nell’entroterra, ma la qualità è veramente eccellente ed il suo inconfondibile profumo è ancora più intenso. La coltivazione della mimosa, insieme a ginestra e verde hanno un’importante valore aggiunto ambientale perchè grazie a tecniche ecocompatibili viene coltivato nei tipici terrazzamenti liguri altrimenti destinati all’abbandono ed all’incolto".

Nella provincia di Imperia si coltiva il 90% della produzione italiana di mimosa, con oltre 350 ettari coltivati e oltre 1.600 aziende produttrici, che fanno della mimosa il simbolo non solo della donna ma l’emblema del vero Made in Italy.

"Nuovamente – spiega Gianni Gentile Direttore Provinciale Coldietti Imperia – stiamo assistendo ad un costante aumento dell’esportazione verso i mercati dell’est Europa, soprattutto la Russia ed una maggior richiesta dalla vicina Francia, nonostante vi siano numerose coltivazioni il fabbisogno di mimosa pro capite per i francesi continua a crescere soprattutto in periodi diversi dalla festa della donna prediligendo una varietà tardiva come la Floribunda e questo ci fa ben sperare in un rapporto con i consumatori meno legato alla ricorrenza ma più propenso all’uso quotidiano della floricoltura".