Tagli all’Orchestra Sinfonica, Infante: “Maggior parte degli orchestrali costretti ad andarsene”

2 febbraio 2012 | 21:27
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Tagli all’Orchestra Sinfonica, Infante: “Maggior parte degli orchestrali costretti ad andarsene”

Molto grave è il fatto che con il taglio dell’integrativo (giugno 2009), grazie al quale avrebbero potuto aumentare la produttività, i Dirigenti della Fondazione non hanno saputo sfruttare la cosa e paradossalmente hanno trovato meno ingaggi e concerti.

La situazione di grave crisi economica in cui versa l’Orchestra Sinfonica rende necessarie alcune riflessioni.
Le cifre dei tagli agli stipendi, legate alla firma del contratto di solidarietà, si aggirano in percentuale a circa un 20 per cento.
Questo a fronte al precedente taglio, già avuto due anni e mezzo fa, dell’integrativo cioè un 25 per cento circa.

E’ ovvio che a questo punto, davanti a tagli così netti ed insostenibili, la maggior parte degli orchestrali saranno costretti ad andarsene e ciò potrà rappresentare un’ulteriore perdita demografica ed economica per la città, visto che la maggior parte di loro ha il suo tessuto sociale qui a Sanremo , ha famiglia, bambini ed è (anche se proviene da altre regioni d’Italia) ormai radicata qui.

Molto grave è il fatto che con il taglio dell’integrativo (giugno 2009), grazie al quale avrebbero potuto aumentare la produttività, i Dirigenti della Fondazione non hanno saputo sfruttare la cosa e paradossalmente hanno trovato meno ingaggi e concerti.
In una mia inascoltata interpellanza del settembre 2010, già trovavo discutibile che il Presidente, che dovrebbe essere scelto per requisiti culturali, professionali e di esperienza, fosse invece scelto dal Sindaco con criteri di opportunità politica.

Già allora, tra le strategie per recuperare fondi, suggerivo di trovare degli sponsor, come banche, commercianti, albergatori ,oppure pensare alla possibilità di aprire una scuola di musica comunale,utilizzando ad esempio locali e strutture della Scuola già esistente (Ottorino Respighi), e coinvolgendo anche i professori d’Orchestra.
Ma nulla è stato fatto per aumentare le possibili entrate dell’Orchestra, e , cosa ancora più grave, nulla è stato fatto per limitare gli sprechi.

Si vuole a questo punto ricordare che il Comune di Sanremo, nominando il CDA della Fondazione stessa, dovrebbe sentirsi maggiormente responsabile di fronte ai problemi che questa Dirigenza non ha saputo affrontare e risolvere.
Mi riferisco ai numerosi sprechi di risorse, come il pagamento di costosi affitti per le prove d’orchestra in locali di proprietà privata, mentre potevano e potranno in futuro sicuramente essere utilizzati locali di proprietà comunale, come il Palafiori, il Mercato dei fiori a Bussana o i magazzini dell’ex-Stazione.

Si potevano ad esempio ridurre i costi relativi alla presenza dei Direttori o Solisti, utilizzando il personale della Sinfonica, oppure aumentare il numero delle tournées, destinare i proventi derivanti dalla Convenzione Rai relativamente al Festival per finanziare l’attività dell’Orchestra che è parte fondamentale per la realizzazione dell’evento. E ancora , limitare il pagamento degli interessi passivi da parte della Fondazione, che pesa per circa 20 mila euro annui, per effetto dei finanziamenti a rate da parte del Comune.

Vorrei per concludere sottolineare con forza il concetto che non è vero che l’Orchestra Sinfonica sia un lusso che la città di Sanremo non possa più permettersi, come molti di voi pensano. Ma è assolutamente certo che la Fondazione Orchestra Sinfonica doveva essere gestita con più attenzione e trasparenza, visti gli sprechi che ne hanno caratterizzato la gestione passata. Penso anche che i suggerimenti che gli addetti ai lavori possano dare nel merito, saranno sicuramente più qualificati dei miei, che sono un medico.
Sarebbe molto importante inoltre che suggerimenti ed idee siano ascoltati dalla parte Dirigente, in un’ottica di confronto e dialogo che purtroppo è sino ad ora mancata, a scapito del futuro della nostra Orchestra Sinfonica che è stata ed è ancora un vanto per la nostra città.

Domenico Infante