La natura impone sempre la sua legge in un contesto di situazioni e di comportamenti

L’intelligenza, la ragione, la volontà, il sentimento, la libertà consentono all’uomo una qualità di vita chiaramente superiore agli animali
Mi è capitato più volte di vedere alla televisione alcuni documentari molto interessanti sulla vita e sui comportamenti degli animali, i quali, come è noto, seguono incondizionatamente la legge dell’istinto. La natura così ne sostiene l’esistenza e la possibilità di riprodursi in mezzo alle difficoltà ambientali e alle insidie da parte delle altre specie in lotta per la conquista del territorio e del cibo assolutamente necessario per la sopravvivenza. Il tutto rientra nel grande gioco di un equilibrato sistema ecologico basato sulla selezione naturale. E in questa implacabile lotta sono eliminati i più deboli o malati, che abbandonati al loro destino, anche dal proprio gruppo, diventano facili prede degli avversari. Questi fatti portano ad alcune riflessioni. La natura impone sempre la sua legge in un contesto di situazioni e di comportamenti dal quale gli animali non possono affrancarsi. Una legge rigida che preserva l’assetto e l’equilibrio dei territori dal deterioramento, provoca lotte per la sopravvivenza e costringe pure a lunghe ed estenuanti trasmigrazioni. Viene anche naturale il confronto con la vita e la condizione della specie umana. Emerge il fatto che l’intelligenza, la ragione, la volontà, il sentimento, la libertà consentono all’uomo una qualità di vita chiaramente superiore, anche se dobbiamo riconoscere con Pascal che: “L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante”. Basta un nulla per ucciderlo. “Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di chi lo uccide, dal momento che egli sa di morire e il vantaggio che l’universo ha su di lui; l’universo non sa nulla”. E Dante osserva: “Nati non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza". Purtroppo questo impegno morale è largamente disatteso e ci si riduce molto spesso a rifiutare la guida delle facoltà che nobilitano l’uomo per seguire il cieco istinto, con gravi conseguenze per la società.
In allegato "Il Punto" in versione audio