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Festival Sanremo 2012, One Direction stasera sul palco dell’Ariston

17 febbraio 2012 | 13:43
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Festival Sanremo 2012, One Direction stasera sul palco dell’Ariston

La boyband formata da Harry Styles, Zayn Malik, Liam Payne, Louis Tomlinson e Niall Horan è diventata un fenomeno sul web, con cinquantacinque milioni di visualizzazioni del primo singolo“What Makes You Beautiful”

Gli One Direction – o come le fan li chiamano 1D, – saranno ospiti sul palco del Festival questa sera, venerdì 17 febbraio. La boyband formata da Harry Styles, Zayn Malik, Liam Payne, Louis Tomlinson e Niall Horan è diventata un fenomeno sul web, con cinquantacinque milioni di visualizzazioni del primo singolo“What Makes You Beautiful”, due milioni e mezzo di fan su Facebook e un milione settecentomila follower su Twitter. Ecco alcune note biografiche come fornite all’Ufficio Stamp

BIOGRAFIA
Cinque ragazzi, un unico sogno.
Harry Styles, Zayn Malik, Liam Payne, Louis Tomlinson e Niall Horan non si erano mai incontrati prima di trovarsi in competizione l’uno contro l’altro, come artisti solisti, nell’edizione inglese di X Factor. E’ passato appena qualche mese, e dopo una sorprendente svolta negli  eventi i cinque teenager si ritrovano a far parte di una delle boy band più in vista d’Inghilterra, pronti a lanciarsi in una carriera predestinata al successo mondiale e già al lavoro con alcuni dei maggiori produttori che l’industria musicale possa oggi offrire.
Questa è, fino ad oggi, la storia degli One Direction.
Su un palco vuoto, di fronte ai critici più duri e smaliziati di tutto il music business, i cinque ragazzi erano convinti che i loro sogni di gloria si fossero infranti per sempre.
Era il mese di luglio del 2010 e gli era stato appena comunicato che non erano riusciti a passare le selezioni per entrare nel “Bootcamp” di X Factor. Pronti a fare le valigie e a ritornare a casa, non immaginavano affatto che dietro le quinte erano già in cantiere grandi progetti per costruirgli un brillante futuro: i ragazzi, che erano entrati a  X Factor separatamente,  stavano per essere raggruppati in quella che sarebbe diventata la più giovane boy band mai apparsa nello show.
Il piano era stato studiato da Simon Cowell, Nicole Scherzinger e Louis Walsh, i membri della giuria convinti che i cinque sarebbero stati più forti collettivamente che individualmente. 
“Ci eravamo visti al Bootcamp ed eravamo andati d’accordo”, ricorda Liam. “Io e Niall, anzi, avevamo anche condiviso la stanza. Ma allora eravamo in competizione ed eravamo coscienti di essere l’uno contro l’altro. Così fu una sensazione strana, sapere che ci avevano messi insieme. Come potrà funzionare se neanche ci conosciamo?, fu il mio primo pensiero.  E’ stato un vero e proprio atto di fede”.
Malgrado i loro timori, è bastato un attimo perché decidessero di unire le forze: “Ci diedero cinque minuti per appartarci  e decidere se accettare la proposta”, spiega Naill. “Ma sapevamo già la risposta, è stata soltanto una formalità. Saltavamo come dei matti, eravamo tutti un po’ storditi”. 
“Non avevo mai pensato di poter far parte di un gruppo”, interviene Zayn. “Ma trovandomi lì in quella situazione e avendo imparato a conoscere un po’ gli altri ragazzi, non c’era proprio possibilità che dicessi di no”. 
 Aggiunge Louis: “Ci hanno dato cinque minuti per prendere una decisione e abbiamo cominciato a chiederci l’un l’altro se lo volessimo fare. Tutti abbiamo risposto di sì, e questo è quanto. Non c’era storia: andarsene a casa da soli o restare come gruppo”.
La band aveva a disposizione poche settimane di tempo per cercare di  amalgamarsi prima che iniziasse la fase successiva della competizione: un problema non indifferente, dal momento che i cinque vivevano in aree diverse del Paese e non avevano mai cantato a più voci prima di formare il gruppo.  Allo scopo di conoscersi meglio e di fare pratica, decisero di ritrovarsi per un paio di sedute di prova della durata di una settimana, in un bungalow situato in fondo al giardino del patrigno di Harry.
Carenti di educazione musicale formale, non avevano alcuna idea di come  si arrangiassero le armonie vocali. Ai tempi Liam frequentava il college, dove studiava per conseguire un diploma in tecnologia musicale. Una volta, in occasione di un incontro di calcio dei Wolverhampton Wanderers, si era esibito di fronte a una folla di 26.000 persone.  Era anche approdato alla fase ‘home visit’ di X Factor, due anni prima, e aveva recitato la parte di Danny in una recita scolastica di “Grease”. A scuola, Harry  aveva partecipato una volta a una “Battle of the Bands”.  Niall cantava occasionalmente nel coro scolastico durante gli spettacoli natalizi e, sempre a scuola, Zayn aveva fatto parte del cast di “un paio di musical”. “Non sapevamo assolutamente cosa significasse armonizzare”, confessa quest’ultimo. “Per due settimane non facemmo altro che cantare all’unisono”. Liam concorda: “Ci limitavamo a buttar giù idee, e i primi giorni furono piuttosto difficili. Avevamo opinioni differenti, ma nessuno di noi sapeva veramente cosa volesse dire essere un gruppo.”
Gli era stato anche affidato il compito di scegliersi un nome: fu Harry a proporre One Direction, perché era convinto che sarebbe suonato bene quando il presentatore di X Factor, Peter Dickson, lo avrebbe pronunciato durante gli show dal vivo: un indizio rivelatore di quanto i ragazzi fossero ambiziosi fin dall’inizio e di ciò che avevano in mente di ottenere. “Harry ci mandò un messaggio per chiederci cosa ne pensavamo, e fu una di quelle occasioni in cui tutti dicemmo immediatamente di sì,” ricorda Louis. “Entravamo in gara con una sola idea in testa, quella di arrivare in cima. Perciò quel nome andava bene.  E può anche essere abbreviato in 1D!”. 
Con pochissima preparazione alle spalle, i ragazzi si recarono in una villa spagnola per partecipare alla fase ‘home visit” della gara. Il gruppo, ammette Louis, ci teneva terribilmente a far bella figura  con Simon (Cowell) e cercava in tutti i modi di capire se aveva qualche possibilità di avanzare al turno successivo. “Interpretavamo a modo nostro qualunque sua parola o occhiata.  Cose del tipo:  Oddio, hai visto in che modo ha ammiccato? Ce l’abbiamo fatta di sicuro!”.
 Si trattasse o no di segnali in codice, avevano ragione: avevano catturato l’attenzione di Simon e lo avevano impressionato.  Fu lui a fargli da mentore durante la fase delle esibizioni live di X Factor, a cui approdarono confrontandosi tra gli altri con il vincitore Matt Cardle e la seconda classificata Rebecca Ferguson.  Nel corso di quelle dieci settimane, gli One Direction interpretarono canzoni diverse come “Torn” di Natalie Imbruglia, “Viva La Vida” dei Coldplay, “My life would suck without you” di Kelly Clarkson, “Kids In America” di Kim Wilde e “Chasing Cars” degli Snow Patrol. Hanno poi partecipato con gli altri concorrenti di X Factor alle registrazioni di “Heroes” di David Bowie, singolo a scopo benefico arrivato al numero uno in classifica e i cui proventi sono stati destinati all’ente di sostegno dei disabili di guerra Help For Heroes.
Grazie alle esibizioni dal vivo, gli One Direction si sono guadagnati rapidamente un’enorme fan base. Raccontano di essersi goduti ogni momento, ma ammettono anche di avere imparato molto dall’esperienza: “Solitamente, quando si costituisce una band si ha del tempo per prepararsi e crescere. Mentre noi abbiamo dovuto farlo durante la gara, dal vivo e di fronte a 20 milioni di persone,” spiega Liam. “Se commetti uno sbaglio di fronte a un pubblico così vasto vieni subito eliminato. Non avevamo alcun margine di errore. Abbiamo dovuto crescere molto, molto in fretta.”
I cinque  sono approdati alla finale di X Factor, dove hanno cantato “Your song” di Elton John, “She’s The One” (insieme a Robbie Williams) e “Torn” di Natalie Imbruglia, classificandosi al terzo posto con sentimenti contrastanti: dispiaciuti per non aver vinto, ma consapevoli di tutta la strada percorsa dai quei primi giorni di prova in un bungalow. “Eravamo amareggiati”, spiega Louis. “Ma poi abbiamo cominciato a pensarci e a rifletterci su: eravamo l’ultimo gruppo rimasto in gara, i più giovani di tutti. E qualche mese prima non ci conoscevamo neanche. Se si guardano le cose da quella prospettiva, si può dire che ci siamo comportati davvero bene”.       
Era fuori discussione che il gruppo si sciogliesse o rinunciasse ai suoi sogni: dopo aver trascorso il Natale presso le rispettive famiglie a Wolverhampton (Liam), nel Cheshire (Harry), a Doncaster (Louis), a Bradford (Zayn) e a Westmeath, in Irlanda (Niall), i cinque vennero convocati da Simon Cowell per informarli che sarebbero stati messi sotto contratto dalla Syco. “Volevamo vincere X Factor e arrivare terzi fu una grossa delusione”, ricorda Harry. “E dunque scoprire che avevamo in mano un contratto fu incredibile. Simon Cowell ci stava dicendo che la nostra vita stava per cambiare! Era una sensazione strana. E’ stato un lungo viaggio, dal nostro primo provino al contratto con la Syco”. “Qualcuno sostiene che X Factor sia una specie di passeggiata, una scorciatoia per la fama“, aggiunge Louis. “Ma noi venivamo dal nulla, non avevamo alcuna esperienza di gruppo. Arrivati a fine show, eravamo una band completamente differente da quella che eravamo all’inizio. Abbiamo lavorato sodo e abbiamo raggiunto grandi risultati”.
Dopo il tour nazionale di X Factor gli One Direction hanno registrato il loro primo album. Si sono recati a Los Angeles per fare la conoscenza e scambiarsi idee con alcuni dei migliori produttori del mondo.
“Gente fantastica”, spiega Niall. “Prova a nominare uno dei maggiori successi degli ultimi dieci anni, loro ci hanno messo lo zampino. Il solo incontrarli è stato incredibile. Lavorarci insieme è ancora meglio!”.  
In pochissimo tempo, gli One Direction hanno già raggiunto grandi traguardi.  Se la loro ascesa meteorica allo star system continuerà con lo stesso ritmo  con cui è cominciata, non passerà molto tempo prima che diventino degli idoli celebrati a livello planetario.