Donne e lavoro, la Fisascat commenta i dati Istat sull’occupazione femminile

“Nei settori polverizzati del terziario privato dove l’occupazione femminile si attesta mediamente al 60% con punte dell’88% nel settore degli studi professionali e del 90% nel lavoro domestico prestato dalle colf e dalle badanti”
La Fisascat, la federazione del commercio, turismo e servizi della Cisl, commenta il dato sull’occupazione femminile diffuso dall’Istat in occasione degli “Stati generali sul lavoro delle donne in Italia” in corso a Roma al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
“Nei settori polverizzati del terziario privato dove l’occupazione femminile si attesta mediamente al 60% con punte dell’88% nel settore degli studi professionali e del 90% nel lavoro domestico prestato dalle colf e dalle badanti – ha dichiarato il segretario organizzativo della Fisascat Rosetta Raso – si avvertono sempre più marcatamente le difficoltà derivanti dall’assenza di politiche attive per il lavoro delle donne che, insieme ai giovani, rappresentano l’anello debole del mercato del lavoro e che sono le prime a fare le spese della carenza dei servizi alla famiglia”.
“Proprio nella giornata del confronto tra Governo e Parti Sociali sulla riforma del lavoro – ha aggiunto il segretario generale della categoria Pierangelo Raineri – sollecitiamo l’esecutivo Monti ad individuare soluzioni al grave ristagno occupazionale che riguarda principalmente le donne, soprattutto quelle del Mezzogiorno dove l’occupazione femminile si attesta al 30,5% contro l’oltre 56% del nord, confermando lo storico divario tra nord e sud”.
“E’ urgente in fase di definizione della riforma del mercato del lavoro individuare nuovi strumenti per la conciliazione dei tempi di vita, familiari e di lavoro – ha concluso Raineri – Questo anche per arginare il ricorso ad una flessibilità che risponde esclusivamente alla carenza di servizi alla famiglia che necessita invece di politiche di supporto a partire proprio dal sostegno all’occupazione femminile”.