Una breve sintesi dell’Intervento del prof. Luca Paolini all’interno dell’incontro del Clero

19 gennaio 2012 | 10:30
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Una breve sintesi dell’Intervento del prof. Luca Paolini all’interno dell’incontro del Clero

I nuovi media e il web 2.0 possono essere una opportunità per la Chiesa di tornare a dialogare con il mondo dei giovani che oggi sembrano distanti e indifferenti alle questioni di fede?

Ecco una breve sintesi dell’Intervento del prof. Luca Paolini all’interno dell’incontro del Clero al Seminario Vescovile di Bordighera sul tema: "Come cambia l’educazione al tempo dei nuovi media".

Quali sono le nuove sfide che la rivoluzione digitale pone agli educatori e agli operatori pastorali della nostra Chiesa? I nuovi media e il web 2.0 possono essere una opportunità per la Chiesa di tornare a dialogare con il mondo dei giovani che oggi sembrano distanti e indifferenti alle questioni di fede? Quali sono le opportunità e le criticità di un utilizzo dei nuovi media nelle nostre diocesi e nelle nostre parrocchie?

La relazione parte dall’analisi del cambiamento in atto a livello globale ma soprattutto nel mondo dei giovani ormai definiti i "nativi digitali". Quali sono le parole chiave di questo cambiamento? Insieme al glossario di termini come Social Network, Wiki, Blog, Podcast ecc.. verranno date alcune indicazioni su come usare questi strumenti sociali a livello parrocchiale o diocesano.
Oggi infatti qualsiasi agenzia educativa, scuola, parrocchia ecc… non può non fare i conti con una realtà che è profondamente cambiata e con i nuovi mondi virtuali che sono nati grazie alla rete e al web 2.0. La diffusione dei Social Network, degli smartphone always connect, la nascita di una autorialità diffusa in rete da parte delle giovani generazioni, è per gli operatori pastorali, una sfida e un motivo in più per conoscere il "mezzo", al fine di educare i giovani ad un loro uso corretto e responsabile.
La rivoluzione digitale richiede dunque un nuovo cambiamento da parte della Chiesa,cambiamento che Papa Benedetto XVI sta incoraggiando e accompagnando con numerose esortazioni legate in modo particolare alle Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali. Nell’ultimo anno lo stesso Vaticano ha iniziato a servirsi dei diversi Social Network (Youtube, Twitter, Facebook) per lanciare i propri messaggi e le proprie comunicazioni in rete. Molti operatori pastorali, hanno colto questo invito ed hanno cominciato ad usare la rete in modo sapiente al fine di raggiungere tutti coloro che sono lontani, e in modo particolare i giovani che la rete la abitano in modo nativo. Verranno presentate quindi alcune esperienze di Cardinali, Vescovi e sacerdoti che già lavorano per testimoniare la loro fede nella rete. Però se da un lato si auspica che a tutti i livelli la Chiesa faccia uso della rete per evangelizzare anche i più lontani, dall?altro tutto ciò comporta dei rischi legati in modo particolare a quello che si comunica e a come si comunica. La rete ci mette davanti al giudizio degli altri, ci "espone" e ci richiama ad essere autentici e trasparenti in tutte le relazioni che possono nascere con il popolo della rete.
C’è bisogno dunque di essere educatori e testimoni autorevoli, che nel grande mare di internet oggi, sappiano tessere relazioni significative, evitando cioè l’autoreferenzialità, la banalità, la tentazione di chiudersi in circoli elitari o peggio identitari.

Si tratta allora di farsi prossimi, su vie nuove quelle appunto virtuali, di tutti coloro che si incontrano in rete ogni giorno, parlando la stessa lingua e non una lingua ormai incomprensibile ai più. E’ tempo per la Chiesa di tornare a parlare con parabole moderne perché il messaggio di Gesù sia udito ancora nei più remoti luoghi del mondo digitale.