Presentata l’attività 2011 della Polizia Provinciale e il convegno per la salvaguardia del lupo






Quattro le aree di attività principali della Polizia Provinciale: tutela ambientale, vigilanza stradale, tutela del patrimonio stradale e attività di supporto alle scuole e ai piccoli Comuni
È stata presentata oggi l’attività 2011 della Polizia Provinciale. Quattro le aree di attività principali: tutela ambientale, vigilanza stradale, tutela del patrimonio stradale e attività di supporto alle scuole e ai piccoli Comuni.
Nel corso del 2011 sono state emesse sanzioni per circa 500 mila euro di cui l’80% derivante da eccessi di velocità soprattutto su Aurelia e Aurelia Bis. Importante anche l’attività inerente i reati contro l’ambiente, come discariche abusive e inquinamento dei corsi d’acqua, che ha portato a 7 sanzioni penali e 6 amministrative con un forte aumento rispetto al 2010. Per quanto riguarda la vigilanza su caccia e pesca, si riscontra un generale rispetto delle norme da parte dei cacciatori a fronte anche della diminuzione del loro numero, negli ultimi 4 o 5 anni sono passati da 11.300 a 4200.
La presentazione del bilancio della Polizia Provinciale è stata anche l’occasione per illustrare il convegno di mercoledì 11 gennaio presso il Teatro del Casinò a Sanremo dal titolo “La ricomparsa del lupo nella Alpi Liguri”. Il convegno fortemente voluto dall’assessore Paolo Leuzzi, nasce dai numerosi casi di predazione di bestiame da parte di lupi riscontrati nell’ultimo anno. “È anche un modo per sensibilizzare la Regione a prendere provvedimenti. Per avere il lupo è necessario avere un fondo per i risarcimenti. È necessario salvaguardare il lupo e gli alpeggi” ha detto Leuzzi. Se da parte il lupo è una risorsa anche turistica come avviene in diversi parchi in particolare in Francia e un importante indicatore del buono stato di salute dei boschi, dall’altra costituisce un pericolo per gli allevamenti soprattutto d’estate nel periodo degli alpeggi. La Regione Liguria però non partecipa ai risarcimenti affermando che questi vanno presi dai fondi derivanti dai tesseramenti dei cacciatori che però sono insufficienti e vengono già utilizzati per le predazioni di altri animali. Il rischio è quello di perdere gli alpeggi che fruttano importanti ricavi, in termini di affitto, per i comuni dell’entroterra. Al convegno parteciperanno esperti veterinari e delle amministrazioni pubbliche.