Minacce in Riviera: il Riesame nega i domiciliari ai fratelli Pellegrino/ ECCO LE MOTIVAZIONI




Rimangono in carcere per “il concreto pericolo di reiterazione di gravi reati contro la persona”: questo è quanto scritto, in estrema sintesi sulle motivazioni del tribunale del Riesame.
Rimangono in carcere per “il concreto pericolo di reiterazione di gravi reati contro la persona”: i fratelli Giovanni e Maurizio Pellegrino, rispettivamente condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione e 3 anni e 2 mesi di reclusione, il primo per le minacce a un agente di polizia e a un giornalista e per sfruttamento della prostituzione e il secondo per tentata estorsione e lesioni, nell’ambito del maxi processo sulla criminalità organizzata nella Riviera ligure di Ponente, che il 24 novembre scorso si è concluso con 5 condanne.
Questo è, in estrema sintesi, il responso del tribunale del Riesame di Genova, che ha così motivato la decisione di rigettare l’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa dei due imputati, sostenuta dall’avvocato Marco Bosio. Processo che, tuttavia, si concluse con la loro assoluzione dall’accusa di aver minacciato gli ex assessori della giunta comunale di Bordighera, Marco Sferrazza e Ugo Ingenito.
Nelle motivazioni della sentenza del Riesame si parla di “pericolosità sociale… per le particolari modalità criminose alle quali l’imputato non si è fatto scrupolo di ricorrere, incidendo pesantemente sulla libertà di autodeterminazione di un agente di polizia, in servizio per motivo connesso alla sua funzione istituzionale e di un giornalista”.
Per quanto riguarda, poi, Maurizio Pellegrino, si accenna pure a: “l’ausilio fornito a un pericoloso latitante ricercato per associazione di tipo mafioso , in relazione al quale Maurizio Pellegrino ha riportato una condanna definitiva. In merito a Giovanni Pellegrino, gli arresti domiciliari sarebbero stati negati anche per “la totale interruzione dei contatti con l’ambiente criminoso di tipo mafioso di cui ha dimostrato di essere pienamente inserito, interruzione che puo’ essere garantita unicamente alla misura in atto”.