La “guerra del caffè” ecco come il consigliere Franco Bonello ha conosciuto Ingrasciotta

9 gennaio 2012 | 13:51
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La “guerra del caffè” ecco come il consigliere Franco Bonello ha conosciuto Ingrasciotta
La “guerra del caffè” ecco come il consigliere Franco Bonello ha conosciuto Ingrasciotta
La “guerra del caffè” ecco come il consigliere Franco Bonello ha conosciuto Ingrasciotta

“Inizialmente, avevo capito che Ingrasciotta fosse parente di Matteo Messina Denaro. In realtà, non era lui il parente, ma suo cognato, il marito della sorella di Ingrasciotta”.

Inizialmente, avevo capito che Ingrasciotta fosse parente di Matteo Messina Denaro. In realtà, non era lui il parente, ma suo cognato, il marito della sorella di Ingrasciotta”.

Lo ha dichiarato l’ex consigliere regionale ligure di Unione a Sinistra, Franco Bonello, ascoltato, stamani, dal giudice monocratico Lorenzo Purpura, di Sanremo, come teste al processo per tentata estorsione contro l’imprenditore Giovanni Ingrasciotta, l’ex legale rappresentante della “Coffee Time”, di Sanremo, accusato di aver mostrato al suo concorrente Massimo Paravisi (resp. Ivs Italia, socia di maggioranza della Dds azienda concorrente alla Coffe Time) la foto del boss latitante della mafia Matteo Messina Denaro, riportata sulla copertina di un vecchio numero del settimanale “L’Espresso”.

La vicenda riguarda il contenzioso tra Ingrasciotta e l’Asl 1 Imperiese relativo all’appalto per l’installazione delle macchinette distributrici di bevande nei tre ospedali della provincia. Bonello era stato coinvolto dal consulente di Ingrasciotta, lo scomparso ingegnere Antonino Tetamo, che al politico aveva chiesto di ottenere la documentazione relativa alle precedenti trattative private dell’Asl, che a loro non era stata data, malgrado formale richiesta.

Era, infatti, emerso che l’Asl aveva affidato con trattativa privata alla “Dds” la gestione del servizio, in cambio di 70mila euro all’anno di concessione: dal 2000 al 2002; dal 2003 al 2008 e dal 2009 al 2014. Con delibera (numero 473) del giugno 2007, in anticipo rispetto alla scadenza, l’Asl rinnovò l’incarico alla Dds e fu allora che Ingrasciotta decise di ricorrere al Tar, sostenendo che bisognava indire un appalto.

Causa che vinse, costringendo l’Asl a bandire una gara. Offrendo 500mila euro all’anno di concessione, la “Coffee Time” si aggiudica la gara ma viene esclusa – a beneficio della Dds, che offre 350mila euro – per via dei precedenti penali del suo titolare, Ingrasciotta.

E’ a quel punto che Bonello, parlando con un investigatore – l’ispettore Ivan Bracco, comandante della polizia postale di Imperia – fa presente che è ingiusto scartare una persona sulla base di semplici pregiudizi. In pratica, vuol fare capire che Ingrasciotta, pur avendo avuto dei precedenti, ha pagato il suo prezzo alla giustizia, ed è sbagliato, solo per questo motivo, escluderlo da un appalto che ha vinto. Senza dimenticare che anche il Consiglio di Stato – a cui farà appello l’Asl – darà ragione a Ingrasciotta.

Bonello, tuttavia, solo in un secondo tempo ha conosciuto Ingrasciotta, perchè all’inizio ha sempre avuto a che fare con l’ingegnere Tetamo, persona che lui stesso definisce "ineccepibile". In pratica, Bonello mise in luce alcune irregolarità sulla gestione del servizio da parte dell’Asl, facendo notare che lo stesso servizio non poteva essere dato per trattativa privata, ma con regolare appalto.

LEGGI (QUI) IL SERVIZIO RELATIVO ALL’UDIENZA