Da Rifondazione Comunista imperiese un messaggio di solidarietà per i migranti in Italia

…ripetuti inviti tesi alla carità e solidarietà verso gli emarginati e i diseredati italiani e stranieri dovrebbero essere accompagnati da atti concreti di vera cristianità e mutualità e non già da preoccupanti raid dimostrativ…
Riceviamo e pubblichiamo:
Quotidianamente, ma soprattutto nel periodo natalizio, i ripetuti inviti tesi alla carità e solidarietà verso gli emarginati e i diseredati italiani e stranieri dovrebbero essere accompagnati da atti concreti di vera cristianità e mutualità e non già da preoccupanti raid dimostrativi e manifestazioni di accanimento che rischiano di scatenare allarmismo, odio e razzismo.
L’esistenza di persone di qualunque nazionalità senza dimora (e nel solo comune di Imperia ve ne sono molte decine anche di nazionalità italiana) che cercano ripari improvvisati è un fatto reale sempre più frequente anche nelle opulente società occidentali, dove le ricchezze sono sempre più mal distribuite. Ebbene queste realtà costituiscono il fallimento di una società che intende definirsi civile e democratica, soprattutto quando vengono meno le risorse per una pur minima assistenza sociale e sanitaria.
Queste stesse persone che cercano rifugi improvvisati anche nella nostra città sono anche quelle che sono invitate al pranzo di Natale presso i locali di tante associazioni umanitarie laiche e cattoliche. Dovrebbero allora essere identificate e poi perseguite come si capisce da alcuni comunicati apparsi sulle agenzie nei giorni scorsi? Noi pensiamo che i cittadini imperiesi siano più intelligenti e accorti di quanto sostengano certuni. Certamente chi più chi meno siamo tutti a conoscenza di “furtivi” accampamenti, e non c’è bisogno di dettagliate documentazioni fotografiche e puntuali azioni delatorie per capire la miseria in cui vivono sempre più persone anche a causa della cosiddetta “crisi”.
Noi di Rifondazione siamo convinti che solo il ripristino di un welfare più equo e attento verso le categorie economicamente più fragili (fatto ad esempio di un reddito di cittadinanza, di maggiori opportunità abitative, di una più completa assistenza socio-sanitaria, ecc…) sia il modo migliore per ridurre le situazioni di marginalità che sempre più spesso vediamo.
Cosa succederebbe invece dopo lo sgombero forzato? Non si risolve certo il problema che viene semplicemente spostato e riacutizzato proprio come è successo per quel clochard che, pochi giorni fa è morto bruciato vivo per scaldarsi nella ricca e opulenta Bolzano!
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
CIRCOLO “STENCA – BINON” — IMPERIA