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Ucciso per gelosia dall’amico carabiniere:”Andrea era completamente dedito al lavoro in campagna”

15 dicembre 2011 | 15:22
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Ucciso per gelosia dall’amico carabiniere:”Andrea era completamente dedito al lavoro in campagna”
Ucciso per gelosia dall’amico carabiniere:”Andrea era completamente dedito al lavoro in campagna”
Ucciso per gelosia dall’amico carabiniere:”Andrea era completamente dedito al lavoro in campagna”
Ucciso per gelosia dall’amico carabiniere:”Andrea era completamente dedito al lavoro in campagna”
Ucciso per gelosia dall’amico carabiniere:”Andrea era completamente dedito al lavoro in campagna”
Ucciso per gelosia dall’amico carabiniere:”Andrea era completamente dedito al lavoro in campagna”

Con 4 figli da mantenere non poteva permettersi svaghi o vizi. Altri particolari su quel tragico mercoledì

Un uomo completamente dedito al suo duro lavoro in campagna, tanto da non potersi permettere particolari passioni o vizi (a parte qualche sigaretta). Amico sin dall’infanzia del suo killer” così i suoi familiari descrivono Andrea Lorenzi, l’imprenditore floricolo di 45 anni di Camporosso, ucciso per motivi di gelosia da Sandro Caruso, 42 anni, anche lui camporossino, appuntato scelto dei carabinieri, in servizio presso la caserma di Vallecrosia, ma distaccato a Perinaldo. Il militare dell’Arma lo avrebbe freddato con dieci colpi di pistola (la 9mm d’ordinanza) davanti alle scuole di Vallecrosia perchè convinto che la moglie, dalla quale si stava separando, lo tradisse con la vittima.

"Quel giorno a scuola c’era sia uno dei figli di Andrea (che lascia 4 orfani di padre, 2 maschi e due femmine) che uno di Caruso (che ne ha 2) – proseguono i familiari di Lorenzi specificando – anche i due bambini erano amici, e lo saranno ancora, perchè le colpe dei padri non devono ricadere sulla prole; anche i due ragazzini sono entrambi vittime di quanto accaduto"

Secondo quanto appreso da alcune testimonianze raccolte sul luogo del delitto, quel tragico mercoledì alle due di pomeriggio, Andrea Lorenzi si trovava nella sua Citroen Berlingo bianca ad aspettare, come era solito, il figlio all’uscita di scuola. Caruso passava di li (per caso?) perchè generalmente era la moglie del carabiniere (Stefania Cicerone) ad occuparsi del figlio uscito dalle lezioni scolastiche. A quel punto i due si incrociano e inizia il dramma: sempre secondo quanto appreso sul luogo del delitto, l’omicida avrebbe esploso un primo colpo attraverso il finestrino del lato guidatore, altri quattro trapassando il parabrezza anteriore e, infine, il resto dal lato passeggero. Dei dieci colpi sparati  – " il primo sembrava un petardo" ci dicono – sicuramente almeno 7-8 proiettili hanno attinto la vittima sulla parte dorsale sinistra. Finita la follia omicida, il killer si sarebbe diretto camminando in direzione Camporosso.

"Camminava piano e stava telefonando al cellulare, forse ai suoi colleghi carabinieri per costituirsi – ci dice il comandante della polizia municipale di Vallecrosia, Gianfranco Musimeci, che aggiunge- io l’ho rincorso ma non ero altrettanto tranquillo come lui; ho agito di istinto come spesso accade in questi casi. Lui mi ha consegnato la pistola smontata del caricatore, mi ha porto le mani e mi ha detto ‘arrestami’; io lo ho ammanettato e portatato al comando della ‘municipale’ li vicino’