Terra di Cielo, Betlemme in ebraico significa “Casa del pane”, in arabo “Casa della carne”

“Le nostre case dove non manca niente potrebbero essere povere di condivisione, di ascolto, di comprensione, di perdono, di tenerezza, di servizio e di preghiera. Con Gesù però la povertà è diventata risorsa, possibilità, forza”
Tutti sappiamo che Betlemme è il luogo dove Gesù è nato. L’etimologia del nome della città in ebraico significherebbe «Casa del pane» mentre in arabo «Casa della carne». Le due lingue diverse ci aiutano a comprendere il Mistero dell’Incarnazione, infatti Dio è venuto nella sua carne proprio in questo piccolo villaggio ed il Pane Eucaristico è il Corpo di Cristo nato da Maria Vergine.
«Casa», «Carne», «Pane» sono le parole della vita e del luogo dove si forma e si nutre la vita. Sono parole che ci parlano di infanzia e di educazione. Ricordo a memoria un discorso di Don Mazzolari che sintetizzava il Cristianesimo così: «Una casa, un Padre, dei Figli». Le nostre case dove non manca niente potrebbero essere povere di condivisione, di ascolto, di comprensione, di perdono, di tenerezza, di servizio e di preghiera. Con Gesù però la povertà è diventata risorsa, possibilità, forza, manifestazione dell’Onnipotente Dio e Bimbo di Betlemme.
Scriveva sempre Don Mazzolari negli anni prima della grande guerra: «Se un giorno fra le trincee fosse passato un bambino, chi avrebbe osato sparare? Tra le trincee costruite dalla nostra cattiveria è passato e passa, non soltanto nel giorno di Natale, Gesù, che ha il volto , gli occhi, la grazia incantevole dei nostri bambini. Chi oserà sparargli contro?». (Don Primo Mazzolari, Natale 1931)
Proviamo anche noi a passare tra le trincee che magari noi stessi abbiamo costruito, ma solo dopo esserci rivestiti dell’inerme piccolezza del Bimbo di Betlemme.
Per me un impegno, che forse non riuscirò a vivere sino in fondo, per voi che mi seguite è il mio augurio. Buon Natale
FERRUCCIO BORTOLOTTO