Refezione scolastica e salvaguardia dei Servizi Pubblici locali: l’intervento di P.Indulgenza (Prc)
Noi riteniamo che occorre che le collettività dei cittadini si riapproprino di diritti e dei poteri che gli spettano
Proprio in questi giorni, il Comune di Imperia ha aderito ad un progetto internazionale, promosso dall’UNICEF, per la promozione dei diritti dell’infanzia e dei minori. Ma già dal 2007, la Città di Imperia aderisce alla rete nazionale delle città educative, che si propone di tutelare i diritti dell’infanzia e dei minori a partire dalla qualità della loro partecipazione alla vita delle comunità locali e al loro benessere. Come non porre al centro della discussione sulle mense scolastiche cittadine, allora, i temi della qualità del nostro servizio comunale di refezione e dell’educazione alimentare da assicurare ai nostri bambini quale vero e proprio diritto di cittadinanza?
Questo, infatti, è il fulcro della nostra proposta. Salvaguardare il carattere pienamente pubblico del servizio puntando ad un miglioramento e ad un riassetto dello stesso e ad una riorganizzazione funzionale delle strutture deputate a soddisfarne le prestazioni.
Noi riteniamo – il P.R.C. lo ritiene con forza – che occorre che le collettività dei cittadini si riapproprino di diritti e dei poteri che gli spettano. E questo pretende che si ristabilisca, dal basso, a livello locale, un credibile ed esigibile primato del pubblico rispetto ai mercati e alle iniziative degli imprenditori privati nel campo dei servizi collettivi e alla persona fondamentali. Bisogna che i cittadini, in questa vertenza sulle mense scolastiche comunali e su altri importanti servizi locali, comprendano bene la radicalità della posta in gioco e non si facciano più suggestionare dalle sirene che propagandano che in fondo “privato è meglio”, dopo aver distrutto il pubblico riducendolo a condizioni miserrime e quasi all’ all’impotenza!!!
E’ una posizione nettamente antiliberista, che rivendichiamo qui ed ora, nella nostra città, contro il disegno che invece intende affermare pienamente – ora che leggi e diktat governativi sembrano imporlo – un discorso di privatizzazione completa dei servizi, come si punta a fare con il servizio idrico in spregio all’esito del referendum popolare. Serve quindi determinazione estrema, perché un’aggressione alla democrazia e alla sovranità popolare come questa richiede risposte radicali di opposizione sociale e politica. Ciò vale anche e soprattutto a livello locale, nella formazione delle decisioni che le collettività dei cittadini concorrono a prendere per il benessere comune.
Occorre dire che le amministrazioni di Destra al governo della nostra Città stanno provando da molti anni a privatizzare le mense scolastiche (e altro) attraverso l’esternalizzazione. L’Amministrazione Sappa aveva cercato di realizzare la cosa sotto la ritenuta necessità di “razionalizzare” il servizio per limitare i costi, affidandosi a studi specifici. Ricordate i discorsi che gli esponenti di quella Giunta faceva, dovendo poi fare dietrofront in presenza di una ferma e convinta opposizione delle famiglie? Quei discorsi, ispirati ad una chiara ‘filosofia liberista e privatizzatrice, mettevano le basi di ciò che sarebbe accaduto successivamente. Ma come si poteva ancora risparmiare tagliando sugli addetti – peggiorandone le condizioni di lavoro e professionali, e sulle dotazioni tecniche -, senza far calare la qualità in un ambito di intervento così delicato ed importante per la salute e il benessere dei minori? In continuità con quella parole, e dentro quello schema, si è quindi attuata, nel 2008, una societarizzazione (la creazione della SERIS), motivata dalla necessità di stare nel Patto di Stabilità, da noi contestata sin dall’inizio, che in pochissimi anno ha portato alla situazione attuale. Di fatto, da allora, si è subita una sorta di privatizzazione strisciante e in forma coperta, puntualmente sollecitata dagli annunci di un prossimo affidamento dei servizi in gioco a soggetti privati con una esternalizzazione.
Insomma, stiamo parlando di un ‘andazzo’ di cui abbiamo chiaro il significato e le finalità, così come essi sono chiari ai lavoratori e alle famiglie più consapevoli, che ricalca quanto si è voluto imporre al livello nazionale con l’indirizzo liberista e mercatista dominante, pro privatizzazioni.
Ora, intendono farsi forti del ‘combinato disposto’ delle leggi ad hoc fatte dal governo berlusconi, che riducono al minimo la possibilità per gli enti locali (che però rimangono!!!) di evitare la privatizzazione completa dei servizi e la loro messa sul mercato, e dalla situazione di gravissima emergenza economica agita dal nuovo esecutivo nel solco dell’indirizzo già dato.
Ebbene, noi riteniamo che sia venuto il momento di invertire questa sciagurata tendenza antipopolare, che castiga sempre e comunque i bisogni dei cittadini e fa scontare ai ceti popolari e alle fasce sociali più deboli i costi maggiori delle crisi e delle politiche classiste e liberiste che si attuano.
Noi, cioè, ci opponiamo a tutto questo e chiediamo che oggi si faccia la scelta, tanto coraggiosa quanto necessaria alla nostra comunità e ai nostri bambini, di sancire la salvaguardia ed il rilancio pubblico dei servizi in discussione con un grande investimento strategico di progettualità, risorse umane, tecniche e finanziarie, per ottenere prestazioni sociali che garantiscano qualità, partecipazione e costi accessibili e veramente equi.
Cambiare si può!!
Si tratta innanzitutto di concepire e adottare concretamente, senza indugi e fuori da affermazioni unicamente retoriche, un BILANCIO SOCIALE e PARTECIPATIVO, attraverso una adeguata ristrutturazione del Bilancio Comunale, accompagnato da un Piano Regolatore dei Servizi, nel quale questa voce, conformemente ai principi contenuti nello Statuto della Città, diventi una priorità di qualsivoglia amministrazione in carica, con la definizione dei BENI COMUNI da tutelare e promuovere.
L’utilità sociale deve diventare il paradigma dell’azione amministrativa pubblica ed il Comune deve ritrovare la propria ragione sociale di Comune dei cittadini. Non è solo un problema di soldi che mancano: le risorse vendono da buoni progetti e da buone pratiche! Dall’innesco di un circolo virtuoso che guardi ad una prospettiva di promozione del benessere collettivo!
Occorre quindi concepire un progetto organico nel quale far rientrare il miglioramento della qualità dei servizi, la tutela dei lavoratori, migliorando – perchè no? – la loro condizione e le loro competenze e abilità professionali, nuovi interventi, in sinergia con altri enti (anche con Comuni limitrofi, eventualmente), per la realizzazione di un discorso avanzato di educazione alimentare, il coinvolgimento attivo dei cittadini/genitori e degli stessi utenti.
Questo progetto è del tutto realistico, come provano molte esperienze in giro per l’Italia, ma va sostenuto dalla necessaria volontà politica. Si può disegnare e realizzare un’impresa sociale e pubblica che coniughi in modo intelligente il perseguimento delle giuste economie e l’eliminazione degli sprechi con un investimento strategico e di prospettiva sull’assicurazione di servizi comunali qualificati e di prestazioni adeguate ai bisogni e alle condizioni materiali della nostra popolazione.
E’ venuto il momento di provare ad essere tutti "tuttologi", per riprendere l’espressione svalutante usata dal sindaco nella sua ultima, ennesima, infelice uscita: occorre provare ad essere tutti "tuttologi", spremere le meningi e studiare insieme soluzioni altre al problema che abbiamo in città, tra gli altri che gravano sulla nostra collettività.
Si tratterà, logicamente, di riconsiderare l’intero spettro degli interventi del Comune nell’ambito della QUALITA’ SOCIALE e URBANA, ridefinendo, anche e soprattutto, i settori, le competenze e le modalità gestionali affidati alle attuali società partecipate, al fine di individuare forme diverse, più razionali, meno separate e più sane, degli assetti istituzionali e o organizzativi.
Noi delle Opposizioni abbiamo cominciato ad offrire un contributo in questa direzione, promuovendo una petizione popolare che in poche settimane è stata sottoscritta da oltre 1500 citadini e ritrovandoci, tra forze politiche diversissime, in alcuni casi persino antitetiche, intorno ad un ragionamento comune, centrato unicamente sulla ricerca di una soluzione concreta dal versante dei bisogni dei cittadini e della centralità del pubblico.
Pasquale Indulgenza
capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia