“Pigna mon amour”: “il centro storico non è solo cronaca nera”

L’ associazione Pigna mon amour desidera esprimersi in merito alla recente discussione del Consiglio Comunale sull’opportunità di eliminare, rimuovere o spostare dalle strade del centro storico i “manifesti” “DALTONICO”…
Riceviamo e pubblichiamo:
L’ associazione Pigna mon amour desidera esprimersi in merito alla recente discussione del Consiglio Comunale sull’opportunità di eliminare, rimuovere o spostare dalle strade del centro storico i “manifesti” “DALTONICO” e
“NO”. Le opere sono state realizzate: ”DALTONICO” da ANGEL MASIP SORIANO, di nazionalità spagnola, KAROLINA RYCHLIK di nazionalità polacca, e IBADA WADUD di nazionalità statunitense; il “No” è una creazione di due artisti locali residenti a Ventimiglia ANTONINO RUSSO e ALEX AMOR.
Questi artisti hanno realizzato le loro opere su richiesta di alcuni abitanti del quartiere e membri dell’associazione che hanno esposto le difficoltà e le problematiche della PIGNA. Per risolve i confitti si è pensato di agire attraverso l’intervento dei creativi, della loro sensibilità e della loro poetica.
Il tema era quello della SICUREZZA. I tre artisti stranieri hanno lavorato sulla percezione del problema e hanno indicato la risposta nello stimolo ad approfondire i rapporti e la conoscenza: “non si teme ciò che si conosce”. DALTONICO è composto da 2 pezzi: il primo su fondo nero con scritta in arabo la cui traduzione è “CONOSCI IL TUO VICINO” il secondo su fondo bianco con scritta nera “ CONVIVERE E’ PIU’ CHE VIVERE DA VICINI” Il “NO” interpreta il disagio di un quartiere che non si riesce a risolvere.
Per l’associazione non era importante mantenere le opere nei siti in cui gli artisti le avevano pensate e realizzate, ma, invece, era importante studiare la reazione che le stesse potevano suscitare, come gli abitanti potevano reagire e, soprattutto, la valenza che le stesse avevano e che l’arte aveva per intervenire e modificare i luoghi. Il quartiere dimenticato, oggetto esclusivamente di articoli di cronaca nera diventa museo e luogo vivo di esposizione e dibattito. Della Pigna si parla se accadono dei “fattacci” ovvero se ci sono delle opere che suscitano scalpore.
L’anno scorso la così definita “BUFALA DEL CASINO” l’opera “CASINO” del collettivo FIVE STONES (ANNA MOREMO Spagna, JOBELLE TAYAWA Filippine, KOSTA TONEV Bulgaria) è diventata oggetto di esposizione nella personale dell’artista
MICHELANGELO PISTOLETTO al “MAXXI, MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO di Roma”, ma prima ancora era stata oggetto di intervento del Vescovo della nostra diocesi, del Presidente del consiglio comunale e del Sindaco di Sanremo. In realtà il messaggio da cogliere era quello della necessità, del desiderio e della volontà di cambiamento da parte dei residenti del quartiere che hanno reagito alla proposta e sono diventati i protagonisti dell’opera.
Anche quest’anno, gli abitanti con le loro reazioni si sono resi protagonisti della performance. Alcuni l’hanno danneggiata, altri attaccata sui giornali e derisa nel suo significato, disconoscendola come opera, ridicolizzandola, ma non rendendosi conto che così ne affermavano il valore, peraltro colto da altri. Tuttavia il fatto che stupisce è che un pezzo di legno nero con una scritta bianca susciti tanta attenzione e che catturi l’interesse dei nostri politici più di quanto non possano fare i reali problemi della PIGNA. E’ stato scritto che di questo “manifesto” il consiglio comunale ne ha parlato per un’ ora: ora i membri dell’associazione PMA chiedono che il Consiglio Comunale dedichi, per par condicio, un’ora ai progetti e al futuro della Pigna, magari ascoltando prima chi il quartiere lo vive, lo aiuta, lo fa apprezzare e lo porta “fuori” non vedendolo solo come uno scenario di cronaca nera