No degli autotrasportatori liguri alla manovra Monti, proclamato il fermo
Sanzioni per chi non rispetta i costi minimi di sicurezza, pagamento a 30 giorni e rimborso delle accise non oltre i 3 mesi: queste le richieste di Confartigianato Trasporti Liguria
“E’ forte la determinazione degli autotrasportatori liguri – e’ scritto in una nota di Confartigianato – nel richiedere un fermo immediato dell’autotrasporto. L’aumento insostenibile del costo del gasolio: settemila euro all’anno per veicolo; i costanti aumenti dei premi assicurativi; l’aumento delle giornate di divieto di circolazione; il rischio della cancellazione dei costi di sicurezza e la deregolamentazione delle norme per l’accesso alla professione di autotrasportatore, compromettono la sicurezza sulle strade e riducono la competitività delle imprese”.
Gli autotrasportatori, dunque, dicono “no” alla manovra Monti. “Le nostre richieste riguardano tre questioni di fondamentale importanza per il lavoro dell’autotrasportatore – afferma Antonio Marzo, presidente regionale di Confartigianato Trasporti Liguria – Chiediamo sanzioni pesanti per chi non rispetta i costi minimi di sicurezza, che dovrebbero concretizzarsi in una multa proporzionata al mancato pagamento, a cui andrebbe ad aggiungersi il recupero del totale dei costi evasi: è necessario che il governo Monti applichi correttamente e concretamente la legge, perché solo così può essere garantita la sicurezza dei lavoratori. Inoltre, il pagamento delle fatture va fissato a 30 giorni, nel rispetto delle linee guida europee, e, infine, consideriamo inaccettabile che il rimborso delle accise sul gasolio sia superiore a tre mesi: il rientro dovrebbe essere fissato a 30 giorni, o al massimo a tre mesi”.
Una manovra che, secondo il rappresentante degli autotrasportatori in Liguria, non riesce a comprendere l’importanza del settore: «Saremo obbligati a fermarci – prosegue Marzo – se il governo Monti non ci verrà incontro. L’autotrasporto su gomma muove il 90% delle merci in Italia: siamo una realtà frammentata, fatta soprattutto di piccole imprese, ma queste stesse pmi sono quelle che muovono e fanno crescere l’economia italiana e, come tali, vanno salvaguardate».