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La posizione del Sindaco di Lucinasco sul decreto “mille proroghe”

26 dicembre 2011 | 18:40
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La posizione del Sindaco di Lucinasco sul decreto “mille proroghe”

“la norma è essenzialmente demagogica perché tutti sanno quanto poco costi al cittadino la gestione dei piccoli comuni e quanto, gli stessi realizzino in tema di salvaguardia del territorio e di economica ed efficiente produzione dei pubblici servizi”

La prolungata e corposa protesta dell’Anci e in particolare dei piccoli comuni trova finalmente soddisfazione nel cosiddetto decreto “mille proroghe” che verrà varato entro la fine dell’anno.
L’art. 16 del D.L. 138/2011 che prevede, attraverso varie fasi, la profonda trasformazione della struttura dei piccoli comuni verrà sospeso nella sua applicazione per un anno.

Il testo, come ben noto, si presenta talmente pasticciato, se non a tratti assurdo, da vanificare i risultati attesi di una riduzione dei costi della politica; la norma è essenzialmente demagogica perché tutti sanno quanto poco costi al cittadino la gestione dei piccoli comuni e quanto, viceversa, gli stessi realizzino in tema di salvaguardia del territorio e di economica ed efficiente produzione dei pubblici servizi.
Bene quindi ha fatto il Ministro Cancellieri a recepire le istanze dell’Anci dimostrando competenza, sensibilità e buon senso a differenza del predecessore Maroni che, per quanto manifestatamente federalista, con il governo da lui partecipato, di fatto, aveva inferto un corpo mortale ai piccoli municipi. Di più va stigmatizzato il comportamento dell’intero governo Berlusconi che quella manovra aveva partorito: preme sul tema ricordare l’assoluto silenzio dei parlamentari locali (Scajola, Boscetto, Minasso e Chiappori) che hanno votato quella legge e che non hanno ritenuto di presentarsi agli amministratori locali a spiegarne le ragioni: il sottoscritto aveva invitato gli altri colleghi Sindaci a sollecitare un incontro in tal senso ma non se ne fece nulla.
Deve essere chiaro che noi Sindaci non ci opponiamo alla modifica delle autonomie che rappresentiamo e a una organizzazione associata di quei servizi che svolti autonomamente non presentano sufficienti requisiti di razionalità ma questo deve avvenire attraverso il normale percorso già stabilito all’interno della costituenda Carta delle Autonomie che in tre anni e mezzo di legislatura il Parlamento non è riuscito a licenziare.
Il rinvio predisposto dall’attuale Governo, secondo quanto comunicato dall’Anci, servirebbe proprio a permettere di incanalare i contenuti dell’art. 16 nell’ambito del processo che porterà alla stesura della Carta: processo che, presuppone un meditato confronto fra Comuni e Governo. Se così sarà, sarebbe una ulteriore buona notizia che si aggiunge all’ottenuto rinvio.

Abbo Domenico, Sindaco di Lucinasco