I lavori del Consiglio regionale di oggi

20 dicembre 2011 | 19:42
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I lavori del Consiglio regionale di oggi

Tra i punti trattati il Piano regionale dell’offerta formativa per la scuola secondaria di II grado

Piano regionale dell’offerta formativa per la scuola secondaria di II grado

All’unanimità è stata approvata la delibera “Piano regionale dell’offerta formativa riguardante la scuola secondaria di secondo grado”. Il documento recepisce le singole deliberazioni dei consigli provinciali relativamente all’offerta formativa della scuola secondaria di secondo grado, che a loro volta sono state organizzate nel Piano regionale dell’offerta formativa. Su indicazione della Regione, infatti, le Province avevano adeguato la rete scolastica alle normative nazionali. Analogamente la delibera rinvia ad atti successivi alla revisione del Piano di dimensionamento per la scuola dell’obbligo (scuola primaria e secondaria) recependo le stesse disposizioni adottate in materia da Province e Comuni e conformi agli indirizzi già definiti dalla Regione nella delibera numero 29 del 2011 e dalla legge nazionale 98 del 2011 poi convertita nella legge 111 del 2011.

È intervenuto Giancarlo Manti (Pd), ripercorrendo l’iter del provvedimento e i riferimenti normativi nazionali e regionali e ha ricordato il lavoro significativo svolto sia a livello provinciale che in Commissione.

Stop alla caccia allo storno: revocata la delibera per evitare pesanti sanzioni europee

Con 23 voti a favore, 2 voti contrari (Lega Nord Liguria – Padania) è stata approvata la revoca della deliberazione del Consiglio regionale – Assemblea legislativa della Liguria 27 settembre 2011, n. 27 “stagione venatoria 2011/2012: applicazione del regime di deroga previsto dall’articolo 9, comma 1, lettera c), della direttiva2009/147/Ce del parlamento europeo e del consiglio del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici della specie storno”, proposta dal presidente dell’Assemblea Rosario Monteleone per evitare sanzioni europee.

Respinto un emendamento presentato da Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) che chiedeva di sospendere e non di revocare la delibera.

Questo provvedimento revoca la possibilità di cacciare lo storno, specie protetta dalla normativa europea, in Liguria. Si tratta di un pronunciamento per evitare sanzioni dopo la comunicazione della Commissione europea del 24 novembre scorso, di avvio di una procedura di infrazione nei confronti del Governo italiano, responsabile di una duplice violazione: mancata ottemperanza ad una sentenza della Corte di Giustizia europea del 2008 riguardante il regime di deroga al divieto di caccia alle specie protette introdotto dalla Liguria con la legge regionale 31 ottobre 2006, n. 36 (Attivazione della deroga per la stagione venatoria 2006/2007 ai sensi dell’articolo 9 comma 1, lettera a, terzo alinea della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici); applicazione non conforme delle disposizioni comunitarie che regolano la concessione di regimi derogatori al divieto generale di caccia alle specie protette. L’eventuale sanzione, cui la Regione potrebbe essere tenuta a far fronte in via di rivalsa da parte dello Stato, ammonterebbe a quasi 10 milioni di euro.

Svolgendo la relazione di minoranza, Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria – Padania) ha spiegato i motivi per cui non condivide il provvedimento: «Dopo aver discusso un’intera legislatura sulla caccia in deroga allo storno, si è arrivati faticosamente ad approvare una delibera che la consentiva, accogliendo così la possibilità prevista a livello comunitario e nazionale. Il Consiglio di Stato, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Tar hanno detto che la delibera era corretta: e allora perché a fronte di questo la Commissione europea chiede chiarimenti? Altre regioni hanno legiferato chiedendo molte più deroghe, in Liguria ci siamo limitati allo storno. Questo provvedimento, invece, si limita a rinnegare ciò che il Consiglio regionale ha già deciso in merito al prelievo venatorio in deroga dello storno. E’ una scelta politica contraddittoria. Sarebbe stato molto più opportuno recepire le indicazioni della Commissione Europea e sostenere la legittimità dell’atto, come già confortati da decisioni amministrative in sede di Tar e Consiglio di Stato. Sull’argomento non cambio posizione politica e quindi darò sostegno ad iniziative coerenti così come avviene in altre regioni italiane che si trovano nella identica situazione ligure. Difficile far capire che l’”interesse pubblico dei cittadini” sia vietare la caccia allo storno. Oggi l’interesse pubblico è altro. Non c’è nessuna condanna: la Commissione scrive che dobbiamo dare chiarimenti. Se oggi viene approvata, questa delibera rappresenterà il de profundis delle deroghe in questa regione. Questo è inaccettabile oltre che per le conseguenze pratiche anche su un piano politico. Qui si vuole dormire sul pavimento per non rischiare di cadere dal letto. Piuttosto diciamo che vogliamo fare la scelta di non cacciare gli storni, ma non sosteniamo di farlo per difendere l’interesse pubblico».

Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) ha detto: «Credo che gli argomenti da trattare in Consiglio regionale debbano avere maggiore spessore, con tutto il rispetto per la caccia. Ringrazio il presidente per l’iniziativa intrapresa. Facciamo brutte figure a tutti i livelli, è ora di finirla. Non ho nulla contro i cacciatori, a cui riconosco l’impegno nella difesa del territorio. Invito l’ufficio legale della Regione a valutare le leggi con attenzione soprattutto sotto il profilo della legittimità».

«Bruzzone – ha detto Nino Miceli (Pd) – è rimasto isolato e dovrebbe meditare sulla legittimità delle scelte che proponi al Consiglio. La revoca è oggi la scelta più efficace; alcune considerazioni di Bruzzone sul Tar e sul Consiglio di Stato sono vere, eravamo convinti di aver agito nella piena legittimità, ma dopo di questo la Commissione europea ha inviato un avviso di infrazione. Non vorremmo che la Liguria dovesse pagare una multa di oltre 9 milioni di euro. Per dare garanzie alla Regione, possiamo fare una proposta alla Commissione europea di recepimento delle osservazioni per evitare sanzioni. Questa battaglia si può risolvere solo legalmente». Miceli ha concluso invitando la Lega a un’assunzione di responsabilità.

Ezio Chiesa (Gruppo misto) ha annunciato la sua astensione: «Il motivo della mia astensione al voto della delibera sulla caccia in deroga era questo: sapevo che saremmo incorsi in un’infrazione. Occorre un intervento nei confronti della Commissione europea per chiedere rispetto delle decisioni della Liguria. La giusta strada è quella percorsa da Emilia e Toscana: giustificare la deroga in base ai danni agricoli. Inoltre lo Stato italiano non si è mai rivalso nei confronti delle Regioni».

A favore della revoca Franco Rocca (Pdl) ha detto: «Non siamo contro la caccia, ma vogliamo che la normativa sia sicura. Abbiamo votato la revoca per evitare la multa».

L’assessore alla caccia Renata Briano ha detto: «La Comunità europea suggerisce una revoca, oppure una sospensione momentanea e poi una revoca. Per evitare sanzioni è preferibile procedere subito alla revoca. Ho già una bozza di difesa del nostro provvedimento, col quale chiediamo un incontro per far ripartire la legge. Se c’è un accordo sul testo possiamo inviarlo domani a Bruxelles.»

Caccia, rinviato in commissione

l’ordine del giorno di Chiesa: “Chi sbaglia paghi”

Su proposta del presidente dell’Assemblea Rosario Monteleone è stato rinviato in commissione un ordine del giorno (primo firmatario Ezio Chiesa, Gruppo misto) che nel testo originario avrebbe impegnato la Giunta “in caso di condanna dello Stato italiano al pagamento di sanzioni pecuniarie per la violazione delle condizioni stabilite all’art.9della direttiva del Consiglio 2 aprile 1979 in materia della conservazione degli uccelli selvatici, contenute nella legge della regione Veneto 13/2005, la Regione Liguria si attivi nella sede della Conferenza Stato Regioni affinché lo Stato, ai sensi della legge 11/2005, eserciti il diritto-dovere di rivalsa nei confronti della Regione Veneto”.

Bruzzone ha attaccato l’ordine del giorno di Chiesa «Non ho mai visto, con nessun tipo di governo, che una Regione chiedesse a un’altra Regione di pagare i danni. Significa non rispettare il ruolo del Consiglio regionale di un’altra Regione. Qui non c’entra la caccia».

Ezio Chiesa (Gruppo misto): «Dopo che Bruzzone ha sbandierato per anni il Veneto come paladino di questa materia ed esempio da seguire, oggi mi sembra giusto che la Regione responsabile paghi. Assurdo che quando una Regione sbaglia sia lo Stato a pagare». Dello stesso avviso Matteo Rossi (Sel). Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente) «In un federalismo che funziona veramente chi sbaglia paga: questo documento è condivisibile, ma andrebbe modificato togliendo il riferimento al Veneto, sostituendolo con un riferimento a tutte le regioni italiane». A questo punto Monteleone ha chiesto che l’ordine del giorno venisse portato in commissione per modificarlo e poter ottenere un consenso unanime.

Razionalizzazione del Servizio sanitario regionale e in materia di servizi sociali e di cooperazione internazionale

Con 22 voti a favore, 3 voti contrari (Lega Nord Liguria – Padania), 7 astenuti (centrodestra) è stato approvato il disegno di legge “Ulteriori disposizioni di razionalizzazione del Servizio Sanitario Regionale e in materia di servizi sociali e di cooperazione internazionale”. Con questa norma (cosiddetto “omnibus”) la Regione apporta modifiche alla legislazione vigente, introducendo una serie di disposizioni per razionalizzare il Servizio sanitario regionale e in materia di servizi sociali e di cooperazione internazionale.

Il testo prevede l’inserimento di centri di riferimento regionale nei casi in cui l’andamento epidemiologico lo giustifichi e comunque senza oneri aggiuntivi per il Servizio sanitario regionale. Si tratta di una riorganizzazione clinica che mantiene le strutture esistenti, rafforzandole con l’attribuzione di una denominazione, senza quindi comportare aumento di costi.

Viene, inoltre, regolamentato l’accorpamento di due o più strutture complesse prevedendo, per una maggiore trasparenza nella scelta del responsabile, concorsi interni a cui partecipano i dirigenti delle strutture complesse accorpate.

L’Agenzia sanitaria regionale potrà emanare atti di indirizzo nei confronti delle Aziende sanitarie e degli enti del Servizio sanitario regionale e svolgere funzioni ispettive.

La legge prevede, fra l’altro, alcune modifiche alla legge regionale 20/1999 (Norme in materia di autorizzazione, vigilanza e accreditamento per i presidi sanitari e sociosanitari, pubblici e privati), relative alla nuove procedure per l’autorizzazione delle strutture sanitarie, sociosanitarie e sociali, in attesa di un manuale predisposto dalla Giunta per superare una incertezza normativa e amministrativa derivante dal fatto che numerose strutture sono in possesso di autorizzazioni che fanno riferimento a requisiti ormai superati.

Fra le novità della normativa ci sono anche alcunemodifiche alla legge regionale 19/1994 (Norme per la prevenzione, riabilitazione e integrazione sociale dei portatori di handicap) che prevedono anticipazioni e rimborsi per cure in centri di altissima specializzazione sul territorio regionale, da erogare a favore di persone con disabilità multipla e complessa, in presenza di particolari necessità di assistenza garantendo anche il servizio alberghiero e le spese di viaggio per il disabile e per l’accompagnatore. Un emendamento della Giunta ha esteso le cure ai grandi invalidi di guerra. Si tratta, in sostanza, di un’estensione della disciplina già prevista per le cure riabilitative dei disabili gravi presso centri ubicati all’estero.

Respinte una richiesta di sospensione proposta da Edoardo Rixi per riesaminare l’argomento e un emendamento, sempre del capogruppo della Lega Nord, che chiedeva di estendere il rimborso spese a più di un accompagnatore e anche nel caso si ricorresse a cure in altre regioni italiane. La proposta è stata respinta dopo che Claudio Montaldo, assessore alla Salute, politiche della sicurezza dei cittadini aveva spiegato che in Liguria sono stati creati al Gaslini e al Santa Corona di Pietra ligure due centri specializzati nella cura delle disabilità gravi.

Una modifica alla legge regionale 28/1998 (Interventi per la cooperazione allo sviluppo, la solidarietà internazionale e la pace), infine, riguarda le modalità di cessione, a titolo gratuito, di apparecchiature ed altri materiali dismessi da aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto pubblico a beneficio delle strutture sanitarie nei Paesi in via di sviluppo.

Il dibattito in aula

Nella relazione di maggioranza Stefano Quaini (Idv) ha detto: «Con questo omnibus la Regione intende apportare modifiche alla legislazione vigente, introducendo una serie di disposizioni volte all’ulteriore razionalizzazione del Servizio Sanitario Regionale e in materia di servizi sociali e di cooperazione internazionale».

È stata respinta la richiesta di sospendere la seduta avanzata da Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria – Padania) per incontrare le associazioni disabili presenti in aula, che denunciano di non essere state ascoltate prima della stesura di questa norma: «Bisogna perché non sono stati risolti i problemi dei disabili che un anno fa erano venuti in Consiglio con le stesse richieste».

L’assessore alla salute Claudio Montaldo si è detto sconcertato e offeso: «Non si possono mettere in dubbio le parole della Giunta. Il percorso della legge è stato tormentato e il punto su cui era necessario legiferare accoglie quanto richiesto, proprio a coronamento del percorso fatto ascoltando anche l’associazione. È inopportuno fare ulteriori incontri, perché la legge recepisce quanto richiesto». Dello stesso avviso Stefano Quaini (Idv), presidente della III Commissione salute e sicurezza sociale, che ha detto di avere accompagnato personalmente le famiglie dei disabili a visitare il centro del Santa Corona.

«Il buco della sanità – ha detto Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria – Padania) – è di 150 milioni di euro. La cartolarizzazione proposta dalla Giunta per ripianare il deficit non è un recupero strutturale, ma un’operazione di maquillage. Avevo chiesto una riduzione dei costi del 10% che non è stata accolta. Ascoltando le associazioni dei disabili è venuto fuori che non sono state ascoltate, che il percorso legislativo è stato unilaterale da parte della Giunta. Addirittura qualcuno aveva detto alle associazioni che oggi non sarebbe stata neanche discussa questa legge. In un anno non si è trovata un’intesa con le famiglie dei disabili. I numeri del bilancio dimostrano la mancanza di una capacità progettuale di ridurre i costi in maniera strutturale. Su questa partita è mancata sensibilità, ne usciamo in modo poco degno anche come Consiglio. Non si può imporre ai disabili un centro di cura impedendo la libera scelta. »

Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente) «Su questo tema abbiamo chiesto una tabella dei risultati economici della cartolarizzazione».

Stefano Quaini (Idv) ha difeso l’operato della Giunta «La Regione ha deciso di coprire una carenza, non si può pensare che non si stia facendo nulla. La Lega Nord dovrebbe dare un’apertura di credito verso la Regione che va nella direzione di garantire un’assistenza ottimale sul territorio. Quello di Santa Corona è un centro di eccellenza, non si può bocciare a priori».

L’assessore alla salute Claudio Montaldo ha ricostruito la vicenda: «I disabili che oggi sono in aula erano costretti tutti gli anni a ricorrere a cure riabilitative all’estero perché le strutture liguri e italiane non davano quel tipo di servizio. Questa attività veniva remunerata dal sistema sanitario regionale sia per il disabile che per l’accompagnatore perché la legge prevede così. In questi mesi abbiamo costituito in Liguria due centri per l’assistenza alla disabilità grave – ogni giorno i disabili ricevono cure, con costi molto elevati, nelle strutture pubbliche della Liguria – uno al Gaslini per i bambini e uno al Santa Corona di Pietra Ligure. Questo problema è stato sollevato da un gruppo di famiglie di disabili (ampio, ma comunque solo da una parte). È stato fatto molto, chi si cura al centro del Gaslini è contento. Il Santa Corona ha le condizioni strutturali per ospitare le migliori cure. Chi dice male lo fa in modo pregiudiziale, perché non c’è volontà di interrompere un servizio. Questo centro è un intervento straordinario, e quindi richiede una legge ad hoc, tecnicamente si tratta di un “extra lea”. Piuttosto di opporsi in modo pregiudiziale è opportuno continuare la collaborazione e capire cosa si farà. Copriamo anche i costi dell’accompagnatore. Non capisco cosa si contesta: si voleva andare in giro per l’Italia? Noi non stiamo restringendo l’offerta, ma la stiamo ampliando consentendo queste cure nei centri liguri: parliamo di soggiorni abbastanza lunghi per cui è previsto il pagamento dell’accompagnatore».

Pendolari: sì al ripristino dell’Eurostarcity 35261

All’unanimità è stato approvato un ordine del giorno (sottoscritto da tutti i gruppi) che impegna la Giunta a “intervenire presso Trenitalia affinché sia ripristinato l’Eurostar City 35261, anche attraverso un intercity IC con partenza da Genova Principe alle 6.43 e ritorno con relative fermate intermedie. In alternativa si impegna l’amministrazione regionale a trovare al più presto le risorse per istituire un treno interregionale veloce che vada a coprire quella fascia di orario ad oggi non garantita da alcun tipo di convoglio con gli stessi orari e fermate dell’Eurostarcity 35261”.