Corruzione: difesa Boccalatte chiede assoluzione : “Mai preso soldi. Errori solo in buona fede”

Il legale ha sostenuto la totale buona fede del giudice Gianfranco Boccalatte, sottolineando che se questi ha eventualmente rilasciato delle informazioni o ha presentato delle richieste, è stato solo, perchè si fidava completamente del suo ex autista,
Ha sostenuto la totale buona fede del giudice Gianfranco Boccalatte, sottolineando che se questi ha eventualmente rilasciato delle informazioni o ha presentato delle richieste, è stato solo, perchè si fidava completamente del suo ex autista, ma non ha mai intascato del denaro. Quindi, ha chiesto la sua assoluzione.
Questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’aringa difensiva dell’avvocato Metello Scaparone, di Torino, uno dei due difensori (l’altro è Alessandro Moroni, di Sanremo), dell’ex presidente dei tribunali di Imperia e Sanremo, Gianfranco Boccalatte, accusato di millantato credito e corruzione in atti giudiziari per aver praticato favori a malavitosi, in cambio di denaro. Oggi, davanti al gup del tribunale di Torino, ha preso il via la discussione delle difese, dopo la requisitoria di ieri dei pm Giancarlo Avenati Bassi e Marco Gianoglio (della Procura del capoluogo piemontese, competente a decidere sui magistrati liguri) che hanno chiesto una condanna a 4 anni di reclusione per Boccalatte e a 3 anni per il suo ex autista, Giuseppe Fasolo, considerato il trait-unione tra il giudice e i malavitosi.
Nel corso dell’udienza ha preso la parola anche l’avvocato Vittorio Pendini di parte civile, a difesa del magistrato di Sorveglianza di Genova, Giorgio Ricci, al quale Boccalatte si sarebbe rivolto per chiedere un intervento nei confronti di un pregiudicato. Il processo proseguirà domani con la discussione degli avvocati Alessandro Moroni (Boccalatte) e Alfonso Aliperta (Fasolo), di Torino e giovedì prossimo con l’avvocato Alessandro Mager (Fasolo), di Sanremo.
Martedì 20 dicembre, il processo dovrebbe andare a sentenza. Secondo il castello accusatorio: Nicola Sansalone, 62 anni, di Gioia Tauro (Reggio Calabria) avrebbe domandato a Fasolo di chiedere a Boccalatte di far leva sul giudice di Sorveglianza di Genova, affinche’ venissero concessi gli arresti domiciliari a Renato Saponaro, che ancora oggi si trova in carcere.
Richiesta, dunque, che non ando’ mai a buon fine. Sansalone si sarebbe rivolto a Fasolo, nel corso della sua detenzione ai domiciliari. Boccalatte, nelle sue funzioni di presidente del tribunale di Imperia, è anche accusato di essere intervenuto, sempre su input di Fasolo, per evitare una misura di prevenzione nei confronti di Leonardo Michele Andreacchio, 50 anni, di origine calabrese. Sta ora al gup cercare di capire, se Boccalatte, nel concedere determinati benefici o avanzare determinate istanze, sia stato mosso da un senso caritatevole nei confronti del presunto beneficiario o dal fatto di aver percepito del denaro.