Carabiniere uccide il rivale in amore con 10 colpi di pistola davanti alla scuola/ FOTO E VIDEO

14 dicembre 2011 | 18:04
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Carabiniere uccide il rivale in amore con 10 colpi di pistola davanti alla scuola/ FOTO E VIDEO
Carabiniere uccide il rivale in amore con 10 colpi di pistola davanti alla scuola/ FOTO E VIDEO
Carabiniere uccide il rivale in amore con 10 colpi di pistola davanti alla scuola/ FOTO E VIDEO
Carabiniere uccide il rivale in amore con 10 colpi di pistola davanti alla scuola/ FOTO E VIDEO
Carabiniere uccide il rivale in amore con 10 colpi di pistola davanti alla scuola/ FOTO E VIDEO
Carabiniere uccide il rivale in amore con 10 colpi di pistola davanti alla scuola/ FOTO E VIDEO

E’ un dramma della gelosia quello che si e’ consumato, intorno alle 14.15, davanti al plesso scolastico di via San Rocco, a Vallecrosia (Imperia), dove Sandro Caruso, appuntato dei carabinieri ha ucciso il floricoltore Andrea Lorenzi

Ha ucciso il rivale in amore, scaricandogli una decina di colpi esplosi con la sua pistola di ordinanza, davanti alla scuola, mentre entrambi attendevano l’uscita dei rispettivi figli. E’ un dramma della gelosia quello che si e’ consumato, intorno alle 14.15, davanti al plesso scolastico di via San Rocco, a Vallecrosia (Imperia), dove Sandro Caruso, appuntato dei carabinieri di 42 anni, abitante a Camporosso e in servizio presso la locale Stazione, ha sparato ed ucciso l’imprenditore floricolo, Andrea Lorenzi, 45 anni, suo vecchio conoscente. Movente? Quello passionale.

Sandro temeva, anzi ne era convinto, che la moglie (Stefania Cicerone) dalla quale si stava separando, avesse intrapreso una relazione con lui, che faceva un mestiere analogo. Anche lei, infatti, lavorava nel settore floricolo. C’erano gia’ stati screzi in passato ed oggi, con estrema freddezza, allo scoccare della campanella, si è avvicinato alla Renault Berlingo, sul cui lato guida era seduto Andrea ed ha scaricato la sua furia omicida. In tutto una decina di colpi, sui quindici del caricatore. C’erano cinque bossoli per strada e altri all’interno del veicolo.

Sandro si e’, poi, messo a correre per la strada e si e’ costituito al comandante della polizia municipale, Gianfranco Musimeci, che stava prestando servizio d’ordine fuori dalla scuola. A lui ha consegnato l’arma: la sua pistola d’ordinanza, una Beretta calibro 9. In un primo istante e’ stato portato presso la caserma dei vigili, poi i carabinieri, che procedono per far luce sull’accaduto, lo hanno preso in consegna. Con grande professionalità le maestre, per evitare di creare il panico tra i circa 700 alunni che si trovavano all’interno della scuola, hanno detto che quei colpi appena uditi erano dei petardi che qualche balordo aveva fatto esplodere davanti all’ingresso dell’Istituto.

Hanno fatto stare tutti fermi e zitti, in classe, quindi gli alunni (a quell’ora uscivano quelli delle Medie) sono stati condotti verso un ingresso sul retro. In pochi minuti, la scena del delitto è stata presa d’assalto da mezzi dei carabinieri e della polizia. Una folla di decine di curiosi, anche mamme con i loro bambini, si sono fermati per accertarsi dell’accaduto. Quindi, sono sopraggiunti i parenti: sia della vittima che dell’assassino. I profili. Andrea Lorenzi viveva a Camporosso, in via Braie, dove aveva la sua azienda di fiori.

Era, attualmente, diviso dalla moglie Filomena Canzonieri, con la quale avrebbe dovuto separarsi giudizialmente, il prossimo 9 gennaio, giorno in cui era stata fissata l’udienza in tribunale a Sanremo. La coppia che ufficialmente non stava piu’ insieme, dallo scorso mese di agosto, aveva avuto quattro figli: due maschietti e altrettante femminucce, che in questo periodo erano andati a vivere dai nonni paterni. Tra i due c’erano i soliti screzi di fine rapporto.

La moglie aveva presentato almeno tre querele, nei suoi confronti, per minacce. L’ultima pochi giorni fa, nella quale lo si denunciava di averla minacciata con un coltello. I carabinieri, lo scorso mese di novembre, gli avevano sequestrato delle armi che deteneva regolarmente in casa, proprio a seguito di queste denunce. La donna contesa, Stefania Cicerone, moglie dell’appuntato dei carabinieri, pare che Andrea la incontrasse come amica, fuori dalla scuola, quando andavano a prendere i bambini. Nessuno, pero’, sa con certezza se ci fossero altre frequentazioni.

Pare che Stefania, tempo fa, avesse presentato denuncia nei confronti del marito, che la minacciava e le alzava le mani, chiedendo ai carabinieri di levargli la pistola di ordinanza, perchè quest’ultimo soffriva di depressione. Sembra, infatti, che il fantasma di questa relazione extraconiugale avesse gettato nello sgomento Sandro. Negli ultimi tempi, pare che fosse più irascibile. Il fratello di Stefania, oggi, presente sul luogo del delitto, ha confermato che il marito di lei era manesco e la minacciava.

LO STRAZIO DEL FRATELLO DI STEFANIA CICERONE, MOGLIE DEL KILLER

“E’ meglio che non esca dalla galera – ha affermato in un momento di sfogo -. Si stavano per lasciare e lui le alzava le mani. Erano mesi che andava avanti questa situazione. Con mia sorella non aveva ancora intrapreso alcuna relazione, erano soltanto amici”. La donna, ultimamente, viveva gia’ separata dal marito. Perla precisione, a Bordighera. L’appuntato, invece, che adesso e’ sotto torchio da parte dei suoi colleghi carabinieri, continuava a vivere a Vallecrosia. Sul luogo del delitto sono poi sopraggiunti il pubblico ministero Antonella Politi, titolare delle indagini e il medico legale Simona Del Vecchio, accompagnata da Francesco Traditi.

LA PERIZIA MEDICO LEGALE E LA RICOSTRUZIONE DEGLI SPARI

E’ stato attinto da almeno 7-8 proiettili sulla parte dorsale sinistra; ma in tutto sono stati esplosi 9-10 colpi contro Andrea Lorenzi, 45 anni, l’imprenditore floricolo di Camporosso crivellato di colpi, intorno alle 14.15, dal rivale in amore, l’appuntato dei carabinieri Sandro Caruso, mentre attendeva il figlio fuori dalle scuole di via San Rocco, a Vallecrosia. E’ quanto risulta da una prima perizia autoptica sul luogo del delitto, effettuata dal medico legale Simona Del Vecchio, con Francesco Traditi. Ma non e’ tutto. L’assassino avrebbe iniziato a sparare ad Andrea dal finestrino anteriore sinistro, quello lato guida; quindi si sarebbe spostato verso il parabrezza e, in ultimo, sul finestrino lato destro (quello del passeggero).

Insomma, avrebbe fatto l’intero giro dell’auto, una Renault Berlingo, posteggiata sul lato del marciapiede. La vittima sarebbe stata colpita sulla parte sinistra del dorso ed anche su una mano e un braccio, segno che potrebbe aver alzato il braccio per coprirsi. Subito dopo essere stato colpito dai primi proiettili, il suo corpo si e’ accasciato, a pancia in giu’, verso destra e l’assassino ha continuato a colpirlo sul dorso sinistro. Al momento sarebbero stati repertati 5-6 ogive che lo hanno trafitto, uscendo dalla parte opposta, ma e’ probabile che dall’analisi dell’auto ne possano saltare fuori delle altre. Non si esclude, comunque, che qualche colpo sia andato a vuoto.

UNA CONOSCENZA DI LUNGA DATA, TRA VITTIMA E KILLER

Andrea e Sandro erano amici di infanzia. Il papa’ dell’assassino, infatti, avrebbe lavorato per l’azienda floricola di Andrea. Ivan Secco, inoltre, titolare del vicino Music Box, una ludoteca, ricorda quando entrambi, sin da ragazzini frequentavano il suo locale, dove giocavano a biliardo. Negli ultimi tempi, tuttavia, pare che ci fosse stato qualche screzio tra i due, per via di Stefania Cicerone, la moglie dell’appuntato dei carabinieri, per la quale si era ipotizzata una relazione con Andrea. Da allora, i rapporti sono diventati tesi e, alla fine, sono culminati nella furia omicida. Venerdì prossimo si terrà l’autopsia sulla salma dell’imprenditore floricolo.

LO SGOMENTO DEL SINDACO DI VALLECROSIA

“Ero in Giunta con i miei assessori, quando mi hanno chiamato dalla scuola, dicendomi che c’era stata una sparatoria. Mi è subito venuto un tonfo al cuore”. A parlare è il sindaco di Vallecrosia, Armando Biasi, giunto sul luogo del delitto pochi istanti dopo la sparatoria. In un primo istante, il primo cittadino, non sapendo quello che realmente era accaduto, è stato preso dallo sgomento, considerato che i suoi due figli frequentano la scuola del plesso di San Rocco. “Un grande plauso agli insegnanti e alla dirigente scolastica – ancora il primo cittadino – per avere tutelato la privacy degli studenti, facendo in modo che non si accorgessero di nulla dell’accaduto”. Sulla sparatoria in sé, il primo cittadino ha dichiarato di non voler intervenire, preferendo attendere domani, quando dinamica e tutto il resto saranno chiariti in modo migliore. Sul posto sono intervenute anche due psicologhe dell’Asl, per dare conforto ai familiari del killer e della vittima.

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