Ricordato con borse di studio ed un filmato il professor Enrico Adler a tre anni dalla scomparsa
Durante la cerimonia sono state consegnate dalla vedova tre borse di studio ad altrettanti meritevoli studenti dell’Istituto Alberghiero ” Eleonora Ruffini” di Taggia presso il quale ricopriva la cattedra di insegnante di storia.
E’ stato ricordato a tre anni dalla scomparsa, sopraggiunta rapidamente a causa di uno di quei mali che non perdonano, sabato scorso nella sua Sanremo presso il Centro Civico " Il Melograno", il Professor Enrico Adler, storica icona della sinistra sanremese.
Durante la cerimonia sono state consegnate dalla vedova tre borse di studio ad altrettanti meritevoli studenti dell’Istituto Alberghiero " Eleonora Ruffini" di Taggia presso il quale ricopriva la cattedra di insegnante di storia. Nel corso della serata è stato pure proiettato, a cura dell’Associazione locale di Amicizia Italia- Cuba di cui era un fiero amico, un filmato che ha ricordato le generose battaglie combattute dal Professore al fianco dei più disagiati e dei suoi amati cagnolini. Animalista convinto, per tanti anni fu una delle anime del Movimento Verde di Sanremo per il quale sedette per due legislature nel Consiglio Comunale matuziano. Memorabili le sue battaglie con l’allora Sindaco della Città dei Fiori Leone Pippione, democristiano di razza. Enrico Adler era l’ultimo discendente di una borghese famiglia di ebrei viennesi.
Molti dei suoi parenti in ragione della religione professata furono, ai tempi dell’unificazione dell’Austria con la Germania nazista, inviati ai campi di sterminio e di là non tornarono più. Adler si laureò in lettere e filosofia dopo una giovinezza interamente trascorsa nella Città dei Fiori dove, ancora liceale, fu uno dei " leader" del movimento libertario del "Sessantotto". Profondamente anarchico, durante le manifestazioni di piazza che cambiarono, nel bene o nel male a secondo dei credi politici professati da ciascuno, la società italiana, fu anche arrestato e conobbe il carcere, allora collocato nel settecentesco forte di Santa Tecla. Fondò alla fine degli anni ottanta del novecento la Comunità di recupero per tossicodipendenti " Eligia" di Baiardo. Combatté sempre a favore della sua creatura.
Qualche anno prima, insieme a Daniela Vigna dipendente comunale a Ventimiglia, aveva dato anima al Centro Sociale Giovanile di Via Parodi, sempre a Sanremo, al fine di prevenire il disagio adolescenziale inuna città ove, in quegli anni,l’eroina si stava diffondendo in maniera impressionante. Accanto ai senzatetto matuziani, che ad un certo punto occuparono l’ex albergo Vittoria- Roma di Corso Cavallotti, poi ristrutturato ed adibito ad uffici previdenziali, giudiziari e di polizia, lo ritroviamo, generoso come sempre, sempre all’inizio degli anni ottanta del secolo scorso. Vegetariano ed anti- vivisezionista raccoglieva cani randagi, perlopiù non di razza, abbandonati da gente senza scrupoli. Uno di essi, Pancho, fu il compagno di una vita. Non basterebbe un libro per raccontare la vita del professore sanremese, uno dei padri nobili della sinistra in città, sempre disinteressato nelle sue scelte politiche. Qualcuno con un termine di per se confliggente lo definì " un santo ateo" ma di sicuro come ricorda un suo compagno ed amico nel movimento verde d’allora, l’attuale Segretario sanremese dell’Italia dei Valori Maurizio Ferrara, " Enrico, anche quando sbagliava , e di errori politici ne ha fatti, sapeva sempre farsi perdonare grazie a quella trasparenza, coerenza e genuina generosità che sempre contraddistingueva le sue battaglie mai interessate".
Sergio Bagnoli