Pericolo alluvione a Imperia: la preoccupazione dei cittadini per la mancanza di prevenzione

8 novembre 2011 | 15:51
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Pericolo alluvione a Imperia: la preoccupazione dei cittadini per la mancanza di prevenzione
Pericolo alluvione a Imperia: la preoccupazione dei cittadini per la mancanza di prevenzione
Pericolo alluvione a Imperia: la preoccupazione dei cittadini per la mancanza di prevenzione
Pericolo alluvione a Imperia: la preoccupazione dei cittadini per la mancanza di prevenzione
Pericolo alluvione a Imperia: la preoccupazione dei cittadini per la mancanza di prevenzione
Pericolo alluvione a Imperia: la preoccupazione dei cittadini per la mancanza di prevenzione

È forte la preoccupazione da parte di cittadini ed esercenti ad Oneglia per la mancata manutenzione dei tombini e del sistema di raccolta delle acque in particolare in Via San Giovanni, Via Ospedale e Via Agnesi.

Tornano le piogge e torna la polemica sui ritardi e le inefficienze nelle opere di prevenzione. È forte la preoccupazione da parte di cittadini ed esercenti ad Oneglia per la mancata manutenzione dei tombini e del sistema di raccolta delle acque in particolare in Via San Giovanni, Via Ospedale e Via Agnesi dove negli anni scorsi più volte negozi e garage sono rimasti allagati. Il problema riguarda essenzialmente la pulizia di griglie e tombini sui quali, in molti casi da anni, non viene eseguito alcun intervento. Il livello dell’acqua in alcuni tombini, infatti, è solo di pochi centimetri inferiore rispetto alla strada. A questo si aggiunge la mancanza di lavori per ammodernare una rete di raccolta delle acque bianche ormai datata. Come dicono i diretti interessati basterebbe una pioggia un po’ più forte del normale per colmare i tombini e provocare la fuoriuscita dell’acqua piovana con conseguenti danni.
In via San Giovanni i problemi maggiori riguardano i negozi al termine della via dove a causa della strettoia rischia di incanalarsi tutta l’acqua della piazza. “Gradirei che il Comune di Imperia si ricordasse di prevenire e pulire i canali di raccolta dato come si stanno evolvendo gli eventi atmosferici ultimamente” afferma Paolo Dalleceste della Parafarmacia. Stesse lamentele provengono dagli esercenti di Via Costanzo più nota come U caruggiu du Mû: “Non sono mai venuti a pulire con la pompa in 8 anni che sono qui. Abbiamo fatto decine di richieste, ma ti ascoltano sì e no una volta su dieci. Sono costretto a pulire il tombino personalmente”  afferma Carlo Carli della pizzeria al taglio A Sciamadda. “I tombini non vengono mai puliti” gli fa eco Carlo Carli (omonimo), edicolante.
La situazione più a rischio è quella di Via Ospedale. Fortunatamente questa volta il tanto temuto alluvione che ha devastato Genova non ha toccato Imperia in maniera significativa, ma quanto è bastato per far saltare i tombini, nella notte tra venerdì 4 e sabato 5, intorno alla chiesa di San Sebastiano dove vengono convogliate le acque provenienti dalle Cascine. “La prima segnalazione l’ho fatta nel 1993, ma non è stato fatto niente. Dal 2002 il negozio si sarà allagato 4 o 5 volte, ovviamente senza vedere un soldo di risarcimento. Non esiste manutenzione ordinaria, ma solo d’emergenza. Viviamo con l’incubo dell’alluvione. Alle volte mi capita di dormire vestito per essere pronto. Non è vita questa” dice Renato Frassinelli titolare di Spazio 3 in Via Ospedale. Rincara la dose Antonello Spalla, architetto, residente in Via Agnesi: “Sono 8 anni che vivo qui e il problema fondamentale degli allagamenti è che le acque piovane sono state convogliate all’interno della fognatura e tombini non reggono più e saltano, altrimenti sarebbe impossibile che si allaghi via Agnesi, via Ospedale e il Rossini. O vanno tutti in bagno quando piove o questa è la ragione. Si tratta di capire chi è il responsabile e trovare una soluzione. I lavori fatti non servono a nulla perché in 10 minuti si allaga la via. Il mio garage si è allagato 3 volte e alla fine abbiamo dovuto mettere una barriera all’ingresso. È anche un problema igienico sanitario perché dopo un’alluvione i liquami della fogna si depositano nei giardinetti di Largo Ghiglia e il giorno dopo i bambini ci vanno a giocare. La cosa vergognosa è che l’AMAT è venuta a pulire le griglie in via Agnesi sabato scorso dopo che è saltato il tombino. Non si poteva fare prima? O dobbiamo aspettare che succeda come a Genova e ci scappi il morto?”.
Si ci chiede perché si debba sempre intervenire a posteriore e non attuare invece una politica di prevenzione che ovviamente risulta anche meno costosa dei danni provocati da un alluvione. La speranza è che gli interventi annunciati con i soldi risparmiati dalle luminarie vengano effettivamente realizzati, ma che soprattutto si proceda per tempo alla manutenzione ordinaria.