Alluvione. L’intervento conclusivo del presidente Burlando: “È il momento di ricostruire”
Il presidente della Giunta Claudio Burlando ha replicato agli interventi dei consiglieri punto per punto.
«È il momento di ricostruire, non di polemizzare» Il presidente della Giunta Claudio Burlando ha replicato agli interventi dei consiglieri punto per punto.
Alla richiesta di dimissioni avanzata da Matteo Rosso, Burlando ha risposto «Io non ho una responsabilità nella gestione diretta del territorio, che è competenza dei Comuni, ma credo che in ogni caso una richiesta di dimissioni non sarebbe accettabile. Tuttavia sul tema delle responsabilità credo sia necessaria una riflessione seria: nella gestione del territorio dobbiamo tutti cambiare linea e chi la deve cambiare maggiormente non è certo il centrosinistra. Io non sono schiavo né della sinistra radicale né di nessun’altro. Parliamo di cose concrete: chi vuole altri porticcioli sulla costa ligure? Io no, perché abbiamo già fatto troppe modifiche e il nostro territorio è delicato. Chi ha fatto i condoni edilizi? Non i governi di centrosinistra: stando in Parlamento non ne ho mai approvato uno. Porteremo in Giunta un intervento di salvaguardia, in attesa della verifica del piano di bacino, ma ricordiamoci di questo dibattito quando questo provvedimento arriverà in aula. Chi ci guarda in questo momento non ha voglia di vederci litigare, penso sia giusto provare a fare un ordine del giorno condiviso. Io ce l’ho messa tutta. In questi momenti credo di dover stare al mio posto: adesso è tempo di costruire non di abbandonare o polemizzare, ho visitato 168 comuni in un anno e mezzo e in tutti abbiamo portato la banda larga: un modo per dire “voi non siete diversi da chi sta in città”. Abbiamo cercato di dire a tutti di non abbandonare il proprio territorio. La legge fondamentale della nostra Giunta prevede, cofinanziamenti proporzionati alla grandezza dei comuni. Abbiamo capito molte cose in questi anni e non molliamo, e se evitiamo di fare di ogni cosa una vicenda meramente politica è meglio». Burlando ha ringraziato il vicepresidente del Consiglio Luigi Morgillo per il suo intervento: «Il motivo per cui ha detto certe cose è che le ha vissute sul posto – le abbiamo vissute insieme – e ha capito che è il momento di ricostruire, non di polemizzare.
Alle accuse di non avere fatto interventi preventivi, mossa da Raffaella Della Bianca, il presidente della Giunta ha risposto che sono stati spesi 200 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza, riconoscendo che alcuni di questi derivavano da scelte fatte precedentemente al proprio mandato. Ha poi precisato: «Il ministro all’ambiente Stefania Prestigiacomo ha chiesto l’elenco delle opere e io ho risposto solo una cosa: il completamento della messa in sicurezza definitiva del Fereggiano».
Per quanto riguarda invece la semplificazione amministrativa, Burlando ha ricordato che il gruppo di lavoro preposto ha varato un nuovo provvedimento sullo sportello unico delle attività produttive (Suap) che cancella numerose leggi e che sarà portato in aula appena la commissione lo avrà licenziato. In risposta alla richiesta di Morgillo di riprogrammare una parte di fondi Fas, Burlando si è detto disponibile, anche se ad oggi la Regione in proposito non ha né la competenza né la cassa.
Rispondendo a Edoardo Rixi ha spiegato che era impossibile sapere con esattezza i tempi di esondazione del Fereggiano: «la scienza è in grado di determinare il periodo in cui può arrivare una perturbazione e l’area interessata dall’allerta 2, l’unico modo di affrontarla è prendere per buona l’indicazione e allertare tutta la zona. Si tratta di tante valli divise e solcate da corsi d’acqua, quindi gli strumenti che mettiamo a punto valgono anche per zone in cui può non accadere nulla: è proprio questa la difficoltà. Dobbiamo abituarci a convivere con questi fenomeni. L’allerta 2 – ha ricordato Burlando – è il codice più alto, 7 volte su 10 le previsioni si sono rivelate corrette, per tre volte invece è stato applicato il principio di precauzione, ma nessuno deve arrabbiarsi se poi non accade nulla. Bisogna applicare le prescrizioni, anche in posti dove nove volte su dieci non è mai accaduto nulla. L’area indicata quest’anno per le esondazioni e la stessa che venne segnalata a rischio l’anno scorso, ma i danni si sono verificati lungo il corso di torrenti differenti: in pratica dove picchia, picchia e non lo si può sapere in anticipo». Riguardo ai rimborsi per l’alluvione che colpì Sestri Ponente nel 2010, Burlando ha ricordato che sono arrivati e che sono già stati firmati otto decreti e chi aveva fatto la domanda ha già ottenuto i fondi. Ad Aldo Siri, che ha posto la questione del regolamento sull’edificabilità lungo gli argini, Burlando ha risposto rimarcando l’apertura già fatta dall’assessore Briano: «Gli uffici sostengono che questo regolamento è più restrittivo di prima e che è stato fatto per ovviare alle continue richieste di deroga, ma è da rivedere». Per quanto riguarda la proposta di un corpo forestale regionale, il presidente ha segnalato il problema della mancanza di fondi. Burlando ha anche precisato che un commissario non può autorizzare dragaggi per disposizione della protezione civile nazionale. Burlando ha poi detto di concordare con Chiesa sugli effetti dell’abbandono dei boschi, e con Bruzzone quando dice che non è possibile per i cittadini intervenire pulendo i boschi e i rivi: «Mi rendo conto che esiste una discrasia tra il pensiero della gente e ciò che affermano i tecnici. Ad esempio: la presenza di certe piante nei letti dei fiumi non è un ostacolo, come si pensa comunemente: le piante flessibili,. come i salici, la robinia e le canne sono assai utili nel frenare la potenza dell’acqua. In passato abbiamo scavato i greti dei torrenti come cave, senza essere consapevoli che i torrenti non affatto cave.
Occorre costruire una filiera economica del bosco: deve diventare un lavoro, non si può pensare di sostituire migliaia di contadini con altrettanti dipendenti pubblici. Se non creeremo una nuova economia non usciremo mai da questa situazione di degrado del territorio».
«Non possiamo immaginare – ha detto Burlando – che il mondo non sia mai più antropizzato, il problema è intervenire bene. La tutela ambientale non può risolversi in un blocco permanente di ogni attività. Dal punto di vista delle politiche ambientali, la Svizzera ha una certa impostazione di difesa del territorio ma ha comunque l’alta velocità. Faccio un altro esempio: se un ospedale del 1888 vuole fare nuova struttura non la si può negare. In questo momento la Regione è un elemento di tenuta molto importante, la protezione civile nazionale ci ha affidato un compito di grande responsabilità. Ho a cuore lo sviluppo della Liguria, ma dobbiamo riflettere su quali sono le forme più opportune»
Riguardo al governo tecnico nazionale, infine, Burlando ha commentato: «Un governo tecnico è in qualche modo una sconfitta, ma Monti vorrebbe anche dei politici nel suo esecutivo. Vedrei bene Gianni Letta».