La Croce Rossa sfratta la Croce Bianca: triplicato l’affitto per la storica sede di Imperia





La Croce Rossa ha chiesto l’aumento dagli attuali 920 a 2750 euro mensili per l’edificio di sua proprietà in Viale della Rimembranza
Se non si troverà una soluzione entro fine anno la Croce Bianca di Imperia rischia di rimanere senza una sede. La Croce Bianca si trova infatti nell’edificio di Viale della Rimembranza a Porto Maurizio di proprietà della Croce Rossa la cui direzione nazionale, a seguito della valutazione dell’Ufficio Tecnico Erariale, ha chiesto un aumento dell’affitto dagli attuali 920 euro mensili a 2750. Trovandosi nell’impossibilità economica di far fronte alla spesa la Croce Bianca rischia seriamente lo sfratto con un danno per tutta la comunità. I fondi con cui la Croce Bianca deve far fronte alle spese per 15 mezzi e altrettante persone tra collaboratori e dipendenti, provengono per circa il 90% dall’ASL, mentre il resto attraverso servizi forniti a privati e donazioni. La gran parte del lavoro è però garantito da circa 60 volontari.
Quello di Imperia non è un caso singolo dal momento che la Croce Rossa per problemi interni di bilancio dovuti anche ai tagli e alla crisi economica, ha proceduto alla rivalutazione di tutti gli immobili di sua proprietà sul territorio nazionale. Inoltre sembra che la valutazione dell’Ufficio Tecnico Erariale possa essere difficilmente scavalcata anche con un accordo con la Croce Rossa, lasciando aperti pochi spirargli.
La speranza della Croce Bianca, espressa per bocca del suo presidente Massimo Faraldi, è quella di rimanere nella storica sede per ragioni di tipo affettivo, ma anche logistico. Il servizio si svolge infatti prevalentemente nella zona di Porto Maurizio di San Lorenzo e nelle vallate intorno a Dolcedo. “Spostare la sede sarebbe un’impresa non da poco e in ogni caso bisognerebbe trovare qualcosa di appetibile economicamente” ha detto Faraldi evidenziando il fatto che una nuova sede dovrebbe avere le caratteristiche adatte per il parcheggio e la manutenzione dei mezzi. L’obiettivo della Croce Bianca è quello di sensibilizzare le istituzioni, Comune e Provincia in primis, da cui, è bene rimarcare, non riceve alcun finanziamento, per trovare una soluzione. Non mancano però le divisioni all’interno dei soci con uno zoccolo duro rappresentato soprattutto dai membri anziani che si oppone strenuamente ad ogni ipotesi di spostamento della sede anche qualora ne venisse offerta una alternativa dalla autorità competenti. Sui rapporti con la Croce Rossa il presidente Faraldi ha voluto comunque sottolineare che “sono ottimi a livello locale; abbiamo ricevuto la loro solidarietà”; tuttavia prosegue “non è stata data una risposta sul perché l’affitto non sia stato aumentato alle scuole che occupano il resto dell’edificio”.
La Croce Bianca ha tempo fino a fine mese per accettare il nuovo contratto ed in caso contrario approntare soluzioni alternative entro la fine dell’anno. Attualmente si stanno studiando diverse ipotesi tra cui la possibilità di ridurre la superfice affittata in Viale della Rimembranza che ammonta a 268 metri quadri, a soli due locali, per ridurre i costi, trasferendo la parte attiva con i mezzi e le ambulanze in un altro luogo, ma conservando così il legame storico con la vecchia sede.
Parallelamente all’iniziativa di sensibilizzazione viene portata avanti una battaglia legale di rivendicazione dei beni della Croce Bianca attraverso un comitato che ha trovato sostegno nell’onorevole Chiappori e nel senatore Boscetto. Una legge del 31 ottobre 1941 dell’allora governo fascista avocava tutti i beni della Croce Bianca, tra cui anche la palazzina di Viale della Rimembranza, consegnandoli alla Croce Rossa. L’azione di rivendicazione è attiva da sempre, ma dagli anni ottanta è arenata e solo ora sembra riprendere vigore. La speranza è che non si tratti dell’ennesimo scontro tra istituzioni come quella che vide opposti Guardia di Finanza e Corpo forestale dello Stato per il colore delle divise e che si concluse dopo un’azione legale con il cambio dell’abbigliamento degli oltre 65000 finanzieri sparsi sul territorio nazionale nonché con la riverniciatura dei di tutti i mezzi, ovviamente a spese del contribuente. Ma si sa il buon senso è raro!