Torna il lupo in provincia di Imperia

22 settembre 2011 | 14:12
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Lo scorso 8 settembre una lupa di giovane età è stata ripresa dalle fotocamere a infrarossi della Polizia Provinciale nell’area dell’Alpe grande di Rezzo

La presenza del lupo nei boschi delle alpi liguri rappresenta certamente un segno positivo, ma anche una preoccupazione in più per gli allevatori. Lo scorso 8 settembre una lupa di giovane età è stata infatti ripresa dalle fotocamere a infrarossi della Polizia Provinciale nell’area dell’Alpe grande di Rezzo. Nei mesi scorsi sono stati diversi i casi di predazione di bovini, ma ancora non vi è la certezza se si tratti di cani inselvatichiti o lupi. La questione non è di facile soluzione innanzitutto poiché entrambi gli animali appartengono alla specie dei canidi e poi perché le indicazioni sono contrastanti in quanto alcune tracce rilevate dalla Guardia Forestale porterebbero ad attribuire a cani selvatici gli atti di predazione, mentre altre farebbero riferimento al lupo. La presenza di cani inselvatichiti rappresenta un serio pericolo perché potrebbero anche aggredire l’uomo a differenza dei lupi che si tengono a distanza dagli insediamenti antropici.
La distinzione tra cani e lupi è però significativa dal punto di vista legislativo dato che una normativa regionale stabilisce che in caso di predazione da lupo sia la Provincia a rimborsare gli allevatori, mentre se si tratta di cani debba essere la Regione a sobbarcarsi l’onere.
Per superare l’impasse burocratica che grava sugli allevatori, l’assessore alla Polizia Provinciale Paolo Leuzzi ha chiesto la creazione di un fondo comune finanziato dall’Ente Parco, dalla Provincia, dalla Regione e dai comuni interessati, per consentire i risarcimenti di predazioni da canidi, siano essi lupi o cani. La proposta verrà discussa in un incontro con la Regione l’11 ottobre. “Con un intervento veloce nella liquidazione dei danni possiamo salvaguardare la pastorizia e l’alpeggio” ha detto Leuzzi. “Il pascolo porta introiti ai comuni perché i pastori pagano 20-25 mila euro l’anno per l’affitto degli alpeggi” ha aggiunto.
L’assessore si è soffermato anche sulla mancanza di un veterinario di stalla e sugli alti costi di macellazione per gli allevatori dovuti al trasporto fino a San Bartolomeo dove è presente l’unico macello della provincia. Leuzzi pertanto chiederà l’assunzione di un veterinario specializzato in grandi capi e la possibilità per gli allevatori di macellare direttamente ovini e caprini.