Tagli alle Province: i Sindaci chiedono un referendum. Zoccarato “macroprovincia con Nizza?”

16 agosto 2011 | 16:41
Share0
Tagli alle Province: i Sindaci chiedono un referendum. Zoccarato “macroprovincia con Nizza?”

“Abbiamo coinvolto l’on. Scajola a cui abbiamo chiesto di farsi interprete in Parlamento e con il Governo delle nostre istanze. I sacrifici richiesti non possono ricadere sempre sugli stessi soggetti” dichiara il primo cittadino di Sanremo

Il documento che segue, sui tagli alle province previste dalla manovra finanziaria del Governo, è condiviso dal Presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza, dal Sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato, dal Sindaco di Imperia Paolo Strescino, dal Sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino, dal Sindaco di Loano Luigi Pignocca, dal Sindaco di Finale Flaminio Richeri:

Dopo aver analizzato in maniera approfondita tutti gli aspetti della manovra finanziaria dobbiamo dire che siamo profondamente delusi dal fatto che, ancora una volta, il bilancio dello Stato si pareggi sacrificando le amministrazioni locali di questo paese. Comuni e Province sono gli enti che per primi si confrontano con i cittadini, ne ascoltano le esigenze e cercano di dare loro risposte; sono gli enti che vivono profondamente il territorio, cercano di valorizzarne le potenzialità e risolverne le problematiche da vicino, ogni giorno.

Comprendiamo che la crisi economica costringe a grandi sacrifici e noi quest’anno, come amministratori locali, ne abbiamo compiuti già moltissimi, ma se le cose devono cambiare in modo così drastico desideriamo che siano i cittadini, gli stessi cittadini che si rivolgono ogni giorno a noi, a decidere: noi vogliamo quindi che le comunità imperiesi e savonesi possano esprimersi democraticamente sul loro futuro.

Il Governo ha deciso lo scioglimento delle province di Savona e Imperia perchè è obbligatoria la fusione con Genova? Genova è un territorio a noi totalmente diverso sotto tutti gli aspetti, da quello economico a quello storico a quello turistico, con esigenze e bisogni completamente differenti dai nostri.

Come amministratori locali chiediamo quindi che la gente possa esprimersi sulla possibilità di una fusione tra Imperia Savona e Cuneo. Quest’ultima è sì provincia di un’altra Regione, ma molto più simile a noi, come dimostrano le numerose attività comuni che ad essa ci legano e che vanno dai trasporti, al turismo, all’economia. Chiediamo quindi un Referendum per i nostri cittadini e chiediamo che l’esito di questa consultazione sia rispettato dal Governo.

In questa nuova ottica è possibile anche la valutazione di un ampliamento della nostra regione alla Costa Azzurra poiché è territorio italiano e ligure da sempre ed è con noi contiguo e omogeneo. L’ipotesi sarebbe quella quindi di realizzare una macro struttura, una Provincia delle Alpi marittime, che da sempre è il nostro sogno, e che possa abbracciare, oltre a Cuneo, anche i territori della Costa Azzurra a noi così vicini.

"Questa manovra economica toglie senza dare –  ha dichiarato il Presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezzamette le mani in tasca alla gente e fin troppo chiaramente si evince che solo qualcuno è stato tutelato…Noi non chiediamo specifiche tutele ma chiediamo libertà di scelta. Vogliamo essere padroni del nostro destino e soprattutto lo devono essere i nostri cittadini, e lo possono fare solo attraverso un referendum che li coinvolga direttamente. Oltre che con la Provincia di Imperia, la Provincia di Savona ha un forte legame con la Provincia di Cuneo, tantissime sono le iniziative condivisi e le politiche comuni e con il Presidente Gianna Gancia abbiamo sempre lavorato con grande armonia e comunione di intenti per il bene dei nostri territori, perciò il progetto che abbiamo in mente è eealizzabile e già condiviso tra i nostri Enti".

«Nessuno – aggiunge il Sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato mette in dubbio la necessità di mantenere i saldi, operando una manovra di risanamento che contribuisca a dare ossigeno alle casse dello Stato, ma le ultime decisioni governative sono troppo penalizzanti per la provincia di Imperia. Nel ponente ligure abolire le province significherà avere solo Genova, che è anche la regione. Questa è una pura idiozia. E perché salvare la provincia di Sondrio con il "pretesto" della dimensione territoriale?

Le nostre province sono sì di ridotte dimensioni, ma hanno tradizioni antiche, ancora perfettamente radicate in un contesto, anche ambientale e geografico, che si è mantenuto pressoché intatto. Scardinare questa unità metterebbe a rischio l’esistenza delle numerosissime realtà locali, dalla costa all’entroterra. Abbiamo coinvolto l’on. Scajola a cui abbiamo chiesto di farsi interprete in Parlamento e con il Governo delle nostre istanze. I sacrifici richiesti non possono ricadere sempre sugli stessi soggetti. Gli enti pubblici, soprattutto i comuni, sono già stati fin troppo penalizzati. Inizino a tagliarsi il numero dei Parlamentari e di tutti coloro che non hanno contatto con i cittadini. Eliminare le province, inoltre, significa anche smantellare gli Uffici Territoriali del Governo, le Prefetture, contribuendo così ad allontanare lo Stato dal territorio.

Se si vogliono ridurre i costi delle amministrazioni periferiche, se si vuole arrivare ad una reale opera di contenimento dei costi e di ottimizzazione delle risorse, non serve eliminare solo alcune province ma è necessaria una logica diversa, di più ampie vedute, anche più coraggiosa: via tutte le province. Se invece si entra nella logica di utilizzare pesi e misure diversi a seconda dei territori e dei protettorati politici – vedi Sondrio – ebbene noi non ci stiamo.

A questo punto porteremo avanti con forza un dibattito aperto con i nostri concittadini per scegliere quale futuro vogliamo dare alla nostra terra. Bene una macroprovincia con Savona, Cuneo, Imperia pronta ad aprirsi a Nizza e alla Costa Azzurra, in un’ottica europea, moderna, capace veramente di guardare al domani riducendo i costi e la burocrazia, creando aziende partecipate uniche e mettendo in atto politiche ambientali, energetiche, turistiche ed infrastrutturali condivise per perseguire un’economia forte di sviluppo per un territorio che, con queste condizioni, diventerebbe un riferimento non solo nazionale ma europeo.

Non è una battaglia di retroguardia, ma una scelta propositiva per il territorio che guardi al futuro".

La scelta è: diventare la periferia dell’Italia o la porta dell’Italia sull’Europa.