Manovra su province e comuni. Da Ventimiglia tuono di Scullino contro i tagli “E’ ora di dire basta”

16 agosto 2011 | 16:52
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Manovra su province e comuni. Da Ventimiglia tuono di Scullino contro i tagli “E’ ora di dire basta”

Al sindaco Scullino e ai suoi collaboratori. piace molto il progetto di una Ventimiglia forte e autonoma, porta d’Italia verso la Francia

Dopo una riunione svoltasi questa mattina con diversi esponenti di maggioranza, l’Amministrazione comunale di Ventimiglia ha deciso di chiedere direttamente ai cittadini di esprimersi sull’abolizione delle Province. Di dire la loro, innanzitutto, sulla reale importanza e valenza pubblica di questo entee di suggerire le alternative da proporre. Tra le ipotesi sul tappeto si parla, ad esempio, in sintonia con molti altri sindaci e presidenti di provincia del ponente ligure, di un’alleanza e di un accorpamento con le realtà territoriali vicine; ma anche della valorizzazione dell’ambito ventimigliese alla luce della individuazione della zona franca, già assegnata, ma mai attuata dallo Stato e che deve invece assolutamente decollare.

Al sindaco Scullino e ai suoi collaboratori. piace molto il progetto di una Ventimiglia forte e autonoma, porta d’Italia verso la Francia, geograficamente nel cuore dell’Europa affacciato sul Mediterraneo. Ma viene tenuto in grande considerazione il progetto, già tracciato in passato, che vede la Riviera dei Fiori legata da viabilità, interessi economico-turistici e tradizioni con la vicina provincia di Cuneo.

<Il nostro primo interesse – ha detto Scullino è quello dello sviluppo della città di Ventimiglia e dei ventimigliesi. Ed è per questo che pensiamo di chiedere a loro cosa ne pensano su questo argomento di attualità. – Ma il sindaco ha tuonato contro i nuovi tagli ai Comuni. "Ventimiglia con i suoi 16500 contribuenti ha versato l’anno scorso allo Stato quasi 52 milioni di euro, in media 3500 euro a contribuente: una enormità. E cosa riceviamo in cambio? Solo le briciole con i trasferimenti al Comune e nessun investimento in strutture o grandi infrastrutture. E’ ora di dire basta. Allora facciamo tutto da soli".