Imperia, Guardia Costiera sequestra preventivamente cantiere navale per reati contro l’ambiente
L’esito delle verifiche, iniziate nel mese di Marzo, è stato oggetto di apposite segnalazioni all’Autorità Giudiziaria. Il cantiere fa capo al politico del Pdl savonese, Gianfranco Sasso.
Un cantiere nautico, appartenente a Gianfranco Sasso (politico di Albenga del Pdl, vicepresidente del consiglio provinciale) situato nell’ambito portuale di Imperia e’ stato sequestrato, stamani, dal Nucleo di Polizia Marittima della Capitaneria di porto, su ordine del gip del locale tribunale, per irregolarita’ di tipo ambientale. L’operazione e’ scattata in seguito a una serie di verifiche approfondite, partite nel marzo scorso e condotte congiuntamente al personale tecnico del Settore Ambiente della Provincia, con l’Arpal.
L’esito delle verifiche e’ stato oggetto di una segnalazione alla magistratura che, al fine di prevenire il protrarsi o l’aggravamento delle conseguenze dei reati contestati, ha disposto con decreto del gip il sequestro preventivo delle aree. Il responsabile del cantiere, in particolare, e’ accusato di: scarico non autorizzato, direttamente in mare, di acque reflue industriali derivanti dalle lavorazioni di cantiere. In particolare l’abrasione e rimozione delle vernici e delle incrostazioni dello scafo durante le operazioni di carenaggio (reato previsto e punito all’articolo 137, comma 1, in relazione all’art. 124, comma 1, del decreto legislativo 03/04/2006 n. 152 “Il Codice dell’Ambiente”).
E poi, deve rispondere delle emissioni in atmosfera, non autorizzate, derivanti dalle attività di cantiere, dovute all’evaporazione di solventi contenuti nelle vernici utilizzate durante la pitturazione dello scafo ed alla lavorazione meccanica del legno, che produce polveri (reato previsto e punito all’articolo 279, comma 1, in relazione all’art. 269, comma 1, del decreto legislativo 03/04/2006 n. 152 “Il Codice dell’Ambiente”).
Da segnalare anche la presenza di residui di cadmio, rame e zinco nei campioni di acque di scarico e sedimenti, prelevati a valle dell’impianto di decantazione delle acque reflue di lavaggio e sottoposti ad analisi chimico-fisiche da parte di Arpal, con valori superiori ai limite di emissione previsti dal Codice dell’Ambiente, ha fatto scattare il provvedimento di sequestro preventivo, trattandosi di fattispecie di preminente interesse ambientale (reato previsto e punito all’articolo 137, comma 5, del decreto legislativo 03/04/2006 n. 152 “Il Codice dell’Ambiente”).
La Capitaneria di porto, al comando del Capitano di Fregata Enrico Macrì, ha intrapreso già da alcuni mesi, grazie anche alla collaborazione e disponibilità dei tecnici di Asl, Arpal e del Settore Ambiente della Provincia, un’attività d’iniziativa, tesa a verificare le condizioni minime di sicurezza per i lavoratori e per l’ambiente nei cantieri nautici e nelle strutture industriali in genere che si trovano in ambito portuale o comunque sul demanio marittimo – tutto ciò in considerazione della rilevanza socio-economica ed ambientale della nostra fascia costiera.
La finalità dei controlli, che proseguiranno in futuro come previsto dal programma di monitoraggio dell’intero litorale di giurisdizione, è naturalmente quella di effettuare un monitoraggio a tutto campo della situazione esistente e di prevenire livelli di sicurezza sub-standard o possibili danni all’ambiente, compreso l’abusivismo demaniale.