Gay pride a Sanremo, l’opinione di un altro lettore
“Ma fare un vessillo delle loro abitudini sessuali mi pare eccessivo, e ancora una volta mi limito”
Bollare una Madre, si proprio così MAIUSCOLO, che esprime la propria preoccupazione in merito ad una manifestazione che definire rivoltante è un eufemismo, come razzista è, e cerco di moderarmi, degno del più abbietto e gretto razzista, lui sì, che, mascherato dietro la facciata di democratico e progressista, offende chi non condivide il suo pensare.
Il parere del movimento politico cui appartengo è già stato illustrato, in questa mia, e il partito non c’entra nulla, esprimo il mio personalissimo pensiero.
Francamente tutto questo "orgoglio gay" non vedo dove stia di casa, d’accordo che ormai è di moda, soprattutto in televisione, propinarci come eroi degli individui che, come giustamente riporta la Signora Marzia, pur risultando maschi all’anagrafe vanno vestiti da femmina, ma ribadisco, in tutto ciò non vedo cosa ci sia di orgoglioso da mostrare o peggio da esibire.
Si badi che non ammetto nè giustifico atti di violenza o prevaricazione contro queste persone, nè tanto meno le giudico da inquisitore.
Ma fare un vessillo delle loro abitudini sessuali mi pare eccessivo, e ancora una volta mi limito.
Il Codice Penale punisce gli atti osceni in luogo pubblico, alcuni lettori, ogni tanto ripropongono crociate contro le meretrici, vengono bollati i fruitori del sesso a pagamento (per i quali da maschio provo pena e compassione), e la Vicesindachessa vuole riempire la città di Trans Gender, Gay.
E poi tutta questa fioritura di vocaboli alternativi per indicare gli omosessuali.
Il mio carissimo amico Giuseppe, che ora è definito operatore ecologico, continua a ramazzare e vuotare bidoni di rumenta come quando si chiamava netturbino.
Egregio Signor Lanteri, se vorrà tacciarmi di razzismo lo faccia pure, non le risponderò nemmeno, ma difenderò sempre le Signore Marzia e i loro sani principi di Madri, proprio così Maiuscolo.
Cordialmente
Gianni Calvi