Tagli ministeriali alla scuola d’arte di Imperia: interviene Fossati (FLI)

8 giugno 2011 | 19:58
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Tagli ministeriali alla scuola d’arte di Imperia: interviene Fossati (FLI)

“Per questi studenti, alcuni dei quali disabili, non sarà più possibile ultimare il proprio corso ad Imperia ma dovranno, se vorranno proseguire tale indirizzo, trasferirsi a Chiavari”

Segnalato da una amica, ho appena visto su internet il servizio di Imperia Tv che denunzia la gravità delle conseguenze dei tagli economici ministeriali sulla Scuola d’Arte di Imperia.
Devo dire che tale servizio mi ha molto colpito.
Mi ha colpito la compostezza del professore intervistato che, nel modo più oggettivo possibile, ha riferito al giornalista la situazione: l’Istituto d’Arte di Imperia, in conseguenza dei tagli ministeriali, dovrà ridurre le classi da 17 a 14, con obbligo di sopprimere un corso, decorazione pittorica, sebbene i relativi studenti siano già in IV classe.
Per questi studenti, alcuni dei quali disabili, non sarà più possibile ultimare il proprio corso ad Imperia ma dovranno, se vorranno proseguire tale indirizzo, trasferirsi a Chiavari; soluzione che, per ovvi motivi economico o logistici, per la maggior parte di essi non sarà praticabile.
Mi ha colpito lo sguardo del professore, nel quale ho letto, non rabbia o indignazione (che pure sarebbero stati forse giustificati), ma, seppur celata, la profonda amarezza di chi, credendo nel proprio lavoro, nel lavoro dei propri colleghi e conoscendo l’impegno e la passione dei propri studenti, sa di essere disarmato di fronte all’inesorabilità dei numeri dei “tagli lineari” (ossia non rapportati alla tipologia di spese pubblica) tante volte criticati, anche da FLI, che hanno colpito indiscriminatamente anche la scuola e la cultura in genere, viste, erroneamente, come una delle tante voci di spreco sulle quali intervenire.
Non è solo un questione di incidenza immediata di tali tagli (nello specifico, la perdita di una o più classi di una scuola di eccellenza della nostra città ed il pregiudizio per un corso di studi avviato ed apprezzato), ma è una questione di incidenza futura sul sistema paese: un Stato che non solo non investe, ma anzi taglia, sulla scuola e sulla cultura è uno Stato destinato ad un inesorabile declino.
Dobbiamo tutti impegnarci, ciascuno nel proprio ruolo, piccolo o grande che sia, perché questa politica suicida cambi e, a chi avesse dei dubbi, consiglio di guardare quell’intervista non una, ma due volte; la seconda senza audio e concentrandosi sullo sguardo di quel professore, dice più di mille parole.

Giuseppe Fossati
Coord.Prov.FLI