Introiti Casinò Spa. Approvata deroga sulla convenzione. L’opposizione: serve cura dimagrante
La deroga oggetto della discussione per tutta la sera è stata approvata: prevede l’aumento dal 63 al 66% della quota di introiti lordi a favore della Casinò Spa per l’equilibrio finanziario della casa da gioco.
Seconda convocazione del consiglio comunale di Sanremo. Un consiglio comunale che, come ha ricordato in apertura il presidente Marco Lupi, è tra i più attivi con una media di due sedute al mese e oltre 100 delibere approvate all’anno. Al centro del confronto, il quinto punto all’ordine del giorno: Casino Spa – deroga per l’esercizio 2011 alle condizioni economiche pattuite tra la casa da gioco e il Comune, approvata al termine della serata con 16 voti favorevoli e 8 contrari, (non ha votato Prevosto del Pd, dipendente dello stesso Casinò).
Di fatto, la deroga proposta, che era già passata in quarta commissione consiliare, prevede l’aumento dal 63 al 66% la quota di introiti lordi a favore della Casinò Spa. “E’ una delibera diretta a modificare un trend negativo ultimi anni – ha spiegato l’assessore al Patrimonio FrancoSolerio – che ha comportato interventi successivi non solo di modifica delle quote della Casinò Spa ma anche di ricapitalizzazione con conferimento di immobili per garantire equilibrio finanziario della casa da gioco”.
Immediati i commenti dell’opposizione che lamenta l’assenza di un piano di impresa per il Casinò.
“Si tratta di palliativi – ha esordito il consigliere di minoranza Massimo Donzella – credo che ci sia una mancanza di coraggio da parte di questa amministrazione che determina un continuo incalzare e sovrapporsi di perdite e modifiche di condizioni economiche della convenzione senza una scelta definitiva. O ci si crede e si investe oppure non otteniamo nulla – ha aggiunto – Questo è atto dovuto che non ha programma e prospettiva. C’è un nuovo Cda a cui diamo massima fiducia ma questo deve anche avere la possibilità lavorare”.
Esplicito anche il commento della consigliera Daniela Cassini secondo la quale sarebbe necessaria una "cura dimagrante" nelle spese e nei costi per la casa da gioco alle prese con una "crisi epocale".
“Non possiamo andare avanti con questo stillicidio annuale di interventi di soccorso – ha osservato la Cassini – Al 18 giugno gli incassi rispetto all’anno scorso scendono di 4 milioni 459 mila euro che nel totale del movimento sono pari al 12.54%. L’unica cosa seria e riflettere su 4 piste: ripensare le finalità della casa da gioco, cambiare le logiche gestionali complessive, affrontare il tema dei controlli comunali e guardare ai nuovi mercati e prodotti”.
“L’opposizione vede un atto superficiale da parte dell’ amministrazione – ribatte il consigliere del Pdl G.Sbezzo Malfei – questa delibera non nasce cruda e scarna. Non ci fa piacere donare quote di % ad una società ch dovrebbe portare dei soldi a questo ente ma siamo costretti. Il presidente Di Meco ci ha evidenziato delle criticità –ha aggiunto – e il nostro dubbio è stato avvallato anche dalla corte dei conti: dobbiamo tenere in equilibrio i conti delle società partecipate. Ci auguriamo che il presidente faccia il possibile per riportare gli equilibri della società scarifico e avere un piano di impresa costruttivo”.
A rimettere sul tavolo una l’ipotesi di "privatizzazione" è il presidente del consiglio Lupi secondo il quale: "Lo scenario europero è un po’ uguale per tutte le case da gioco. Dato che il comune da sempre approva un bilancio che si basa su una cifra che non è certa, secondo noi sarebbe meglio affidarci ad una cifra fissa annuale dando la gestione della casa da gioco ad un privato".