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Imperia: scatta il sequestro preventivo per due cantieri navali

10 giugno 2011 | 12:12
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Imperia: scatta il sequestro preventivo per due cantieri navali
Imperia: scatta il sequestro preventivo per due cantieri navali
Imperia: scatta il sequestro preventivo per due cantieri navali
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Imperia: scatta il sequestro preventivo per due cantieri navali
Imperia: scatta il sequestro preventivo per due cantieri navali

La finalità dei controlli, che proseguiranno in futuro come previsto dal programma di monitoraggio dell’intero litorale di giurisdizione, è naturalmente quella di effettuare un monitoraggio a tutto campo della situazione esistente

I militari del nucleo di polizia marittima della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Imperia hanno posto in data odierna sotto sequestro preventivo due cantieri nautici situati nell’ambito portuale, al termine di verifiche approfondite condotte congiuntamente a personale tecnico di Asl, Arpal e Provincia.
L’esito delle verifiche, iniziate nel mese di aprile, è stato oggetto di apposite segnalazioni all’Autorità Giudiziaria che, al fine di prevenire il protrarsi o l’aggravamento delle conseguenze dei reati contestati, ha disposto con decreto il sequestro preventivo delle aree, poi eseguito dai militari della Guardia Costiera.

In particolare, a carico dei responsabili dei due cantieri sono emersi elementi penalmente rilevanti riconducibili a:
• scarico non autorizzato, direttamente in mare, di acque reflue industriali derivanti dalle lavorazioni di cantiere (reato previsto e punito all’articolo 137, comma 1, in relazione all’art. 124, comma 1, del decreto legislativo 03/04/2006 n. 152 “Il Codice dell’Ambiente”);
• emissioni in atmosfera, non autorizzate, derivanti dalle lavorazioni di cantiere (reato previsto e punito all’articolo 279, comma 1, in relazione all’art. 269, comma 1, del decreto legislativo 03/04/2006 n. 152 “Il Codice dell’Ambiente”).
In un caso è stata rilevata anche la totale occupazione abusiva di suolo demaniale, nell’altro l’esecuzione di innovazioni non autorizzate (fattispecie prevista e punita all’art. 1161 del Codice della Navigazione).

Nel corso dei sopralluoghi, il personale ispettivo ha verificato, in pratica, che le acque reflue di lavorazione (derivanti dal carenaggio delle unità navali tirate a secco) confluivano direttamente in mare, costituendo di fatto, in assenza dell’autorizzazione prevista, un vero e proprio scarico in corpo idrico superficiale di sostanze di origine industriale, risultando i sistemi di raccolta presenti non idonei a trattenere le acque stesse (comprese le acque di prima pioggia che ricadono sulle aree di cantiere).
Tale situazione anomala è stata chiaramente evidenziata dalla presenza di particelle di natura organica e di residui di coloranti, derivanti appunto dall’abrasione e rimozione delle vernici e delle incrostazioni dello scafo durante le operazioni di carenaggio, sia a valle di quelli che dovevano essere gli impianti di contenimento, sia nello specchio acqueo di fronte alle aree di cantiere – si tratta di sostanze estranee all’ambiente, con tempi di assorbimento naturale molto lunghi.

D’altra parte, le stesse attività di cantiere, che prevedono l’utilizzo di attrezzature fisse e mobili, come saldatrici e compressori per l’applicazione di vernici e pittura antivegetativa e per la pulizia della carena delle imbarcazioni, comportano emissioni nell’atmosfera, anche in questo caso in assenza della prescritta autorizzazione.
La Capitaneria di porto, al comando del Capitano di Fregata Enrico Macrì, ha intrapreso già da alcuni mesi, grazie anche alla collaborazione e disponibilità dei tecnici di Asl, Arpal e del Settore Ambiente della Provincia, un’attività, d’iniziativa, tesa a verificare le condizioni minime di sicurezza per i lavoratori e per l’ambiente nei cantieri nautici e nelle strutture industriali in genere che si trovano in ambito portuale o comunque sul demanio marittimo – tutto ciò in considerazione della rilevanza socio-economica ed ambientale della nostra fascia costiera.
La finalità dei controlli, che proseguiranno in futuro come previsto dal programma di monitoraggio dell’intero litorale di giurisdizione, è naturalmente quella di effettuare un monitoraggio a tutto campo della situazione esistente e di prevenire livelli di sicurezza sub-standard o possibili danni all’ambiente, compreso l’abusivismo demaniale.