Confronto sui servizi pubblici. G.Argirò (Confindustria): controllo pubblico ma gestione privata
Il tema è stato affrontato questa mattina al Palafiori di Sanremo in occasione della presentazione del “Commentario alla riforma dei servizi pubblici locali”. Tra i presenti anche il sindaco Zoccarato
La gestione dei servizi pubblici locali alla luce del recente referendum e la nuova situazione normativa: è questo il tema al centro dell’incontro organizzato da Confindustria Imperia questa mattina al Palafiori di Sanremo.
L’iniziativa, nata per presentare il libro: ”Commentario alla riforma dei servizi pubblici locali”. Commentario al d.p.r. 7 settembre 2010, n° 168” ha visto la partecipazione di numerosi ospiti: i curatori Dott. Stefano Glinianski Magistrato della Corte dei Conti, e Prof. Avv. Ugo Patroni Griffi, specialista delle società a partecipazione pubblica, il Direttore di Confindustria Imperia Giuseppe Argirò ed il Sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato.
“L’incontro di oggi coglie l’occasione per presentare un libro sul tema dei servizi pubblici locali anche alla luce del referendum che ha abolito l’art. 23 – ha spiegato Giuseppe Argirò – Parlare dei servizi pubblici locali vuole dire parlare dell’interesse dei cittadini e di economia, pensiamo solo al funzionamento dei trasporti. Il referendum con l’abolizione dell’art. 23 ha rimesso in discussione una logica che tendeva a portare alcuni servizi verso il mondo privato. Fino ad oggi – ha aggiunto – la gestione dei servizi pubblici locali fatta dalla mano pubblica ha creato dei disastri su molti punti di vista”.
Secondo il direttore di Confindustria occorre “una capacità di indirizzo e controllo da parte del mondo pubblico su determinati servizi ma la gestione deve essere affidata ai privati perché solo una gestione privata può garantire l’equilibro ed un’efficiente allocazione delle risorse. Occorre individuare bene quali servizi mettere sul mercato e tutelare le fasce minori che ne usufruiscono.
Pensiamo al tema dell’acqua e all’inefficienza delle nostre reti che richiederà milioni di investimenti nei prossimi anni. Se ci sono delle risorse pubbliche siamo ben contenti, ma se non ci sono? è meglio avere un privato che decide di investire delle risorse per sistemare la rete o è meglio lasciare le cose come sono perché non ci sono le risorse pubbliche ritrovandoci con problemi di approvvigionamento idrico nelle case? Questo è un caso estremo, ma non bisogna avere un approccio ideologico: l’acqua non può diventare privata ma la gestione di quelle infrastrutture che gestiscono per esempio il servizio idrico, quelle sì, perché ci devono essere investimenti. Il mandato del popolo italiano è stato chiarissimo ma domani dobbiamo capire dove sono i soldi per sistemare le reti idriche”.