Aumenta la povertà a Sanremo: i dati del Bilancio sociale 2010 del Centro Ascolto Caritas
A far emergere questa tendenza, l’incremento del numero di interventi in termini di distribuzione di viveri o vestiario offerti dalla Caritas
Aumenta la povertà nella città dei fiori. La conferma arriva dai dati del bilancio sociale 2010 dell’Associazione Centro Ascolto Caritas di Sanremo.Il documento è stato presentato questa mattina alla presenza dell’assessore ai Servizi Sociali del comune di Sanremo Gianni Berrino, la direttrice Paola Raffaglio, Marco Morraglia e alcuni rappresentanti di altre associazioni tra i quali Maurizio Marmo per la Caritas diocesana e Marco Boeri per la cooperativa L’Ancora.
A far emergere questa tendenza, l’incremento del numero di interventi in termini di distribuzione di viveri o vestiario offerti dalla Caritas e dalle parrocchie pari al 21% per un totale di 1.220 interventi annuali e 12.8 giornalieri. Non solo persone di passaggio o senza fissa dimora: a rivolgersi al servizio assistenza sono sempre di più anche le famiglie italiane sanremesi alle prese con problemi economici ed occupazionali.
Intensa l’attività dell’Associazione anche sul fronte dell’accoglienza di persone disagiate con problemi psichici o sociali attraverso il cammino di reinserimento attuato mediante un percorso educativo che trova il suo punto di partenza nello sportello del Centro di Ascolto in piazza Cassini.Qui nel 2010 sono stati effettuati 1956 colloqui di orientamento a 707 persone diverse, molte delle quali poi inserite in un progetto riabilitativo concordato con Asl e Servizi Sociali.
Tra gli altri servizi offerti: il centro diurno, l’accoglienza notturna maschile e femminile oltre allo sportello lavoro e al lavoro di rete consolidato dall’associazione con le parrocchie, l’assessorato ai servizi sociali, la casa circondariale, il tribunale, comuni di Taggia, Ospedaletti e la Fondazione Riviera dei Fiori.
Molto importante nell’ambito della riuscita riabilitazione dei soggetti, è la convezione tra Asl e Comune di Sanremo che consente oggi di realizzare percorso educativi a lungo termine e risultati maggiori. Tra i punti dolenti rimane però la difficoltà di inserimento lavorativo dei soggetti al termine del progetto rieducativo.
“Finito il lavoro – ha sottolineato l’assessore Berrino –spetterebbe a quella parte di società sana e normale investire di più su queste persone che hanno messo la loro vita in una scommessa poi riuscita”. La stessa presidente Raffaglio ha ribadito come esista ancora un preconcetto che “chi ha sbagliato rimane tagliato fuori” rendendo più difficile l’uscita dall’assistenza socio sanitaria della persona già alle prese con la ricostruzione di un tessuto sociale.
Un dato sulle nazionalità: contrariamente alla densità della popolazione straniera sanremese composta da tra gli altri da molti albanesi e tunisini, tra le prime nazionalità degli utenti della Caritas domina l’Est con la Romania, seguita dal Marocco e dall’Ucraina, Tra questi molte le donne provenienti dai Paesi dell’Est e in cerca di lavoro in qualitò di badanti.