ARRESTATI gli attentatori della boutique sanremese La Zebra: ora è caccia ai mandanti
L’indagine congiunta tra il Commissariato di Polizia matuziano e la squadra mobile di Imperia ha portato all’arresto di Alessio Gangemi e Alessandro Re. Risolutivi i filmati delle telecamere di videosorveglianza dei commercianti della zona
Sono stati arrestati gli esecutori materiali dell’attentato incendiario messo a segno nella notte del 5 marzo scorso ai danni della boutique di Via Matteotti “La Zebra”. A finire in manette con l’accusa di incendio aggravato e ricettazione due giovani sanremesi: Alessio Gangemi di origine piemontese, classe 1991 e Alessandro Re del 1989.
Ad agevolare il lavoro degli agenti del commissariato di Sanremo in collaborazione con la squadra mobile di Imperia nell’identificazione dei giovani sono state, oltre ad alcune intercettazioni, anche le videoregistrazioni specie quelle in uso negli esercizi commerciali. Dal confronto con le immagini si è arrivati ad individuare i soggetti in base anche agli indumenti indossati rinvenuti nella perquisizione.
“Auspico che da parte degli arrestati ci sia la massima collaborazione – ha commentato il procuratore capo di Sanremo Roberto Cavallone – si rischia una pena fino ai 10 anni di reclusione: per questo dovrebbe esserci l’interesse di chi si è reso responsabile del fatto a collaborare con la giustizia”.
Gli arrestati, spiega il dirigente della Squadra Mobile di Imperia, Alessandro Carmeli “sono due ragazzi che non lavorano non studiano e uno di questi ha precedenti specifici in materia di spaccio di sostanze stupefacente anche recente. Attraverso questa attività di indagine lavoriamo per cercare altre connessioni con attentati pregressi: ci sono elementi che portano a pensare che questi soggetti commettessero altre attività illecite” “Il primo passo delle indagini è partito proprio dal riscontro delle indagini – commenta il dirigente del Commissariato di Sanremo Salvatore Campagnolo – alcuni sistemi di videosorveglianza di negozi lungo il tragitto ove si è verificato lo scoppio hanno ripreso perfettamente i due soggetti. Il passo successivo è stata il riscontro telefonico tra i due prima e dopo l’attentato e poi abbiamo riscontrato l’abbigliamento”.
L’indagine, coperta dalla massima segretezza, punta ora a risalire ai mandanti dell’attentato e al movente. La notte del 5 marzo, la bomba aveva completamente sventrato la vetrina e la porta d’accesso al negozio, provocando lo staccamento dalla parete dell’intelaiatura in metallo. I due esecutori, avevano rubato un motorino poi abbandonato e ritrovato dalle forze dell’ordine.