La sparatoria di Taggia, colpo di scena: spunta l’ipotesi del CONFLITTO A FUOCO tra Gaeta e Maffodda






Secondo il perito balistico della difesa, Paolo Romanini, infatti, alcuni colpi sarebbero stati esplosi dall’auto di Gaeta, in direzione di Maffodda. Di parere contrario il perito del pubblico ministero Marco Zocco, il professor Conti di Torino.
Potrebbe aver sparato per rispondere al ‘fuoco’ e non per aggredire: Rodolfo Maffodda, 54 anni, accusato di tentato omicidio, in quanto fortemente indiziato dell’aggressione avvenuta, il 5 marzo 2010, in via Nuvolone, ad Arma di Taggia (Imperia), dove avrebbe esploso cinque colpi di pistola contro Rosario Gaeta, 59 anni, ferito ad un braccio, mentre si trovava in auto (una Citroen) con il figlio. E’ quanto e’ emerso, stamani, davanti al gup Grazia Leopardi, all’atteso scontro di perizie nell’ambito del rito abbreviato.
Secondo il perito balistico della difesa, Paolo Romanini, infatti, alcuni colpi sarebbero stati esplosi dall’auto di Gaeta, in direzione di Maffodda, probabilmente con una pistola a tamburo, che ha trattenuto i bossoli. Di parere contrario il perito del pubblico ministero Marco Zocco, il professor Conti, di Torino.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la vicenda sarebbe legata a un episodio in cui Maffodda si sarebbe recato, per conto di un’ex impiegata, presso la yougurteria di un centro commerciale della zona, appartenente alla moglie del figlio di Gaeta, per chiedere del denaro che la giovane reclamava per la fine del rapporto di lavoro.
Lo stesso Maffodda, sarebbe stato cacciato via in malo modo e un paio di giorni dopo sarebbe stato aggredito da due persone che lo avrebbero malmenato. Da qui, sempre secondo l’accusa, avrebbe reagito in questa maniera. In sella a uno scooter Kymco, di colore nero, avrebbe teso un agguato al suo rivale, sparando. Uno dei quali si e’ andato a conficcare contro il muro di una vicina palazzina. Il processo, che si svolge nelle forme del rito abbreviato, e’ stato aggiornato al prossimo 30 maggio.