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La Comunità Montana dell’Olivo e Alta Valle Arroscia passa al Parco delle Alpi Liguri

1 maggio 2011 | 09:05
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La Comunità Montana dell’Olivo e Alta Valle Arroscia passa al Parco delle Alpi Liguri

Alla fase istitutiva parteciparono, in principio, i Comuni di Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso P.L. e Pornassio, successivamente, negli anni Sessanta, il Comune di Rezzo e quindi tutti gli altri

L’ufficio forestale della Comunità Montana dell’Olivo e Alta Valle Arroscia, soppressa con L.R., continua la sua esistenza e la sua operatività passando al Parco delle Alpi Liguri con i suoi mezzi, i suoi archivi e soprattutto con il suo personale (un agronomo e due guardie) attraverso la cui esperienza si potrà ampliare il servizio a tutti i Comuni del Parco.

“Un grande balzo in avanti, nella strutturazione dell’Ente e nella sua presenza sul territorio – afferma il Presidente del Parco Marcello Lanza – reso possibile dalla fattiva collaborazione di tutto il Consiglio, che nella seduta di venerdì 29 aprile ha deliberato di avviare le procedure amministrative ed economiche per il passaggio del servizio e del personale”. “ Colgo l’occasione – continua il Presidente – per ringraziare tutti i Consiglieri e il Direttore, che con un intenso lavoro di collaborazione hanno permesso di superare gli innumerevoli ostacoli dovuti all’eccezionale ristrettezza dei tempi per l’applicazione della legge”.

L’origine dell’Ufficio Tecnico-Forestale deriva dall’Ex Consorzio Silvo-pastorale “Alta Valle Arroscia” istituito nel 1956, ai sensi del Regio Decreto 3267 del 1923, allo scopo di gestire le proprietà pubbliche dei Comuni della Valle che ammontano a circa 10.000 ha.

Alla fase istitutiva parteciparono, in principio, i Comuni di Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso P.L. e Pornassio, successivamente, negli anni Sessanta, il Comune di Rezzo e quindi tutti gli altri.

L’organico del Consorzio era costituito da un Direttore (agronomo), un geometra e cinque guardie silvo-pastorali fra cui un capo guardia. La sede era posta presso il Comune di Pornassio e l’attività era volta alla gestione dei pascoli pubblici, dei boschi e in generale alla vigilanza del territorio.

Nel corso degli anni sono stati redatti i piani economici (ora definiti piani di assestamento), stime boschive, progetti di miglioramento delle foreste e dei pascoli.

Nel 1977, a seguito della costituzione delle Comunità Montane, le funzioni del Consorzio sono state formalmente trasferite al nuovo Ente. Fra gli interventi più significativi svolti in questo periodo si evidenzia il progetto di ristrutturazione degli alpeggi, gli interventi di miglioramento forestale nei Comuni di Mendatica, Cosio, Rezzo, Montegrosso P.L. supportati da finanziamenti comunitari, il fotovoltaico nelle malghe, i progetti di viabilità ed altro.

Attualmente l’Ufficio, oltre alla vigilanza sul territorio e sul corretto svolgimento delle operazioni silvo-colturali, gestisce il Vivaio Forestale di Pian d’Isola e il campo varietale viticolo, in cui vengono coltivati, oltre che tutti i cloni certificati attualmente riconosciuti in Liguria, anche varietà di uve tradizionali del territorio.

“Appare evidente – afferma il Direttore del Parco Paolo Ramella – che le attività attualmente svolte dall’Ufficio Forestale sono funzionali alle finalità previste dalla legge istitutiva del Parco Alpi Liguri e dallo statuto dell’Ente, il passaggio del servizio al Parco comporta, però, delle problematiche organizzative dovute principalmente al diverso assetto territoriale ed alla diversa perimetrazione di competenza; è stato infatti redatto ed approvato un piano delle attività che prevede innanzitutto la continuazione dei servizi svolti e la sua estensione agli altri Comuni del Parco o ad altri territori convenzionati, e una serie di interventi che vanno dal supporto tecnico ai Comuni, alla collaborazione col Centro di Educazione Ambientale, alla stesura del Piano del Parco e alla gestione della Rete Natura 2000”.

“Appare chiaro – conclude ancora il Presidente Marcello Lanza – che un programma così importante ed ambizioso ha bisogno di adeguati supporti finanziari, siamo pertanto fiduciosi che la Regione Liguria ed altri soggetti interessati intervengano a sostegno del servizio”.

Il Parco Alpi Liguri si propone così come continuatore di una lunga, e forse poco conosciuta, storia di gestione del territorio proiettandosi nel futuro, nonostante le ristrettezze economiche che hanno segnato l’inizio della sua attività, come un importante attore nella tutela e nella valorizzazione dell’entroterra imperiese, che, proprio in un momento di crisi come quella contingente, può rivelarsi una risorsa fondamentale per l’intera Provincia.