Emergenza immigrati e sicurezza a Ventimiglia. L’appello di un commerciante: scendiamo in piazza
“La nostra condizione come concittadini ci deve spronare ad uscire dalle nostre case, a scendere in piazza per manifestare il nostro disagio nel non poter vivere la nostra città “tutto ciò non è più tollerabile”.
"Caro concittadino, è di questi giorni lanotizia del rinvio della chiusura del centro di accoglienza profughi di Bevera. Penso che sia necessario affrontare seriamente il problema e far capire a chi amministra che la situazione che si è creata non è più sostenibile.
Ventimiglia meta di vacanzieri Francesi,tedeschi, Inglesi è oramai diventata "residenza permanente" di clandestini e vagabondi. Cittadina di confine e di mare che basa la sua economia sul turismo e sul commercio, oggi ha assunto il ruolo di "gabinetto" della politica Italiana ed Europea.
Alberghi ed esercizi commerciali vuoti, strade deserte, stanno mettendo in ginocchio la città. Tutto questo è il risultato della combinazione di una crisi economica sempre presente e dall’immagine degradante della nostra città che di continuo viene così descritta dalle tv locali, nazionali ed internazionali.
La nostra condizione come concittadini ci deve spronare ad uscire dalle nostre case, a scendere in piazza per manifestare il nostro disagio nel non poter vivere la nostra città "tutto ciò non è più tollerabile". Ventimigliesi stanchi di dover sopportare, mamme e papà preoccupati per l’incolumità dei loro bambini, ragazzi e ragazze che hanno il sacrosanto diritto di poter vivere la propria città in sicurezza.
E’ ora di urlare il nostro diritto alla libertà e al lavoro! Uniamoci in una manifestazione apolitica e pacifica e dimostriamo al mondo intero che anche noi abbiamo dei diritti ed una dignità che il gioco politico deve smettere di calpestare"
Un commerciante ventimigliese