Casa di riposo Chiappori: soddisfazione dei sindacati per l’accordo sottoscritto

19 maggio 2011 | 13:00
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Casa di riposo Chiappori: soddisfazione dei sindacati per l’accordo sottoscritto

E’ un’intesa innovativa perché, per la prima volta, in un ente della nostra provincia, i lavoratori avranno, tra l’altro, la possibilità di dire la loro sulle scelte amministrative e di gestione che li coinvolgono

Quello sottoscritto da Cisl FP e Uil FPL con l’Amministrazione della Casa di riposo Chiappori di Latte, e approvato a larga maggioranza dai lavoratori nel referendum di ieri, e’ un buon accordo che salva il posto di lavoro a 27 lavoratrici e lavoratori e consente alle loro famiglie, dopo mesi di pesanti incertezze, di tirare un sospiro di sollievo.
E’ un’intesa innovativa perché, per la prima volta, in un ente della nostra provincia, i lavoratori avranno, tra l’altro, la possibilità di dire la loro sulle scelte amministrative e di gestione che li coinvolgono, nel corso di appositi incontri con il C.d.a. dell’Ente.
Nel lungo e attento lavoro che in questi mesi abbiamo portato avanti, fatto di incontri, riunioni, studio della documentazione finanziaria che l’Amministrazione ci ha messo a disposizione, abbiamo potuto verificare che i problemi economici della Casa di Riposo ci sono e sono seri. I lavoratori non hanno avuto alcuna responsabilità nella situazione che si è creata, ma è certamente vero che sarebbero stati loro i primi a pagarne le conseguenze. Infatti, ne erano stati licenziati 27.
Mentre i rappresentanti della Cgil cercavano di risolvere la questione accettando come inevitabili i licenziamenti e vagheggiando una soluzione di “global service”, cioè una totale cessione della gestione della struttura a una cooperativa, coscientemente e con pazienza, come Cisl e Uil, abbiamo valutato tutte le possibili strade e studiato tutti i sistemi plausibili per evitare i licenziamenti, ottenendone, dapprima la proroga e, ora, la definitiva revoca.
Siamo convinti che l’intesa raggiunta sia stata la migliore che si sarebbe potuta ottenere nell’interesse dei dipendenti e quella che incide di meno sui loro salari.
L’alternativa proposta e sostenuta dalla Cgil è stata, fin dalle prime fasi della vicenda, iniziata alla fine dello scorso anno, quella di dare la gestione globale della struttura a una cooperativa.
Quel che la Cgil non dice è che affidando la struttura a una cooperativa si ponevano due problemi essenziali:
1) i lavoratori sarebbero stati sicuramente licenziati ma non altrettanto sicuramente si può sostenere che tutti sarebbero stati riassunti dalla cooperativa;
2) i lavoratori della Casa di riposo hanno, in questo momento, due diverse tipologie contrattuali: alcuni, il Contratto pubblico degli Enti locali e, altri, quello di Sanità privata. Entrando in una cooperativa sarebbe stato, invece, applicato loro il Contratto delle Cooperative Sociali che prevede, a parità di qualifica, retribuzioni notevolmente inferiori e un orario di lavoro mensile decisamente superiore.
Chi aveva il Contratto sanità privata ci avrebbe rimesso circa 150 euro lordi al mese; per chi aveva il contratto Enti Locali la perdita sarebbe stata nell’ordine di 200/220 euro lordi al mese e tutti avrebbero lavorato per 165 ore mensili, mediamente 10 ore in più dell’orario attuale.

Inoltre, il contratto delle Cooperative Sociali è anche molto meno vantaggioso sotto il profilo delle tutele e delle garanzie normo-giuridiche.
Quindi non si è capito, né mai gli amici della Cgil ce l’hanno spiegato, perché fin da subito hanno sostenuto a spada tratta la strada dell’affidamento totale a una cooperativa; o non conoscono bene i contratti di lavoro e le differenze tra uno e l’altro o ci deve essere un’altra ragione di natura diversa che, a noi, francamente sfugge.
Per quanto riguarda il paragone del nostro accordo con lo “stile Marchionne”, che la FP Cgil ha fatto nei giorni scorsi nei suoi comunicati, vorremmo ricordare loro la brutta figura che hanno fatto proprio in occasione dei recenti accordi negli stabilimenti Fiat, dove a Mirafiori e Pomigliano la Cgil e la Fiom si sono battute contro l’intesa, perdendo il referendum tra i lavoratori (e anche un gran numero di iscritti). Alla Bertone, invece la figura è stata peggiore: ai lavoratori loro iscritti hanno detto di votare SI all’accordo ma poi non l’hanno sottoscritto, dimostrando una totale confusione e mancanza di coerenza.
Come a livello nazionale, anche nella nostra provincia, la FP Cgil dà prova di volersi solo arroccare su sterili posizioni politiche e di principio senza tenere in alcuna considerazione le ricadute sui lavoratori.
E’ facile fare i duri e puri sulla pelle degli altri e quando il proprio posto di lavoro è, comunque, al sicuro. Più difficile è assumersi responsabilità e fare scelte, anche innovative, avendo sempre come unico obiettivo non la propria immagine ma il bene supremo dei lavoratori.

Il Segretario Generale Responsabile Cisl FP Imperia Vittorio Maccario

Il SegretarioUIL FPL Imperia Milena Speranza