Il bilancio di Euroflora 2011: sostenere ricerca ed innovazione è prioritario per la competitività

30 aprile 2011 | 19:05
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Il bilancio di Euroflora 2011: sostenere ricerca ed innovazione è prioritario per la competitività
Il bilancio di Euroflora 2011: sostenere ricerca ed innovazione è prioritario per la competitività
Il bilancio di Euroflora 2011: sostenere ricerca ed innovazione è prioritario per la competitività

Il Presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi:
“innovazione ed internazionalizzazione delle Imprese essenziali per la nostra floricoltura”

Battute finali dell’edizione 2011 di Euroflora che chiuderà, con uno strepitoso successo di pubblico e critica, domani sera. Tocca al Presidente regionale Andrea Mansuino tracciare il bilancio della manifestazione nonché della presenza di Confagricoltura Liguria con il suo stand di 250 metri quadrati. “Un bilancio più che positivo, sia in termini di qualità che di partecipazione, quello relativo a ‘Casa Confagricoltura’. Seminari, momenti di confronto, approfondimenti con i buyers hanno animato questi dieci giorni – ha proseguito Mansuino – riaffermando il ruolo centrale di Confagricoltura come ‘sindacato d’impresa’ nonché permesso di riaffermare con forza il concetto di ‘cultura di essere Confagricoltura’, come peraltro riscontrato dalle centinaia di presenza nel nostro spazio”.
Concetti riaffermati con forza nel convegno finale della manifestazione, “ricerca E’ sviluppo”, per indicare la via del rilancio di uno dei settori che danno smalto al made in Italy nel mondo.
“Sperimentazione e innovazione – ha detto il presidente di Confagricoltura Liguria Andrea Mansuino – sono strettamente interconnesse e fondamentali per la crescita e la competitività della floricoltura ligure e nazionale”.
Il florovivaismo – ricorda Confagricoltura – non ha mai goduto di finanziamenti comunitari legati ad un’Organizzazione comune di mercato, e sconta l’aumento progressivo delle importazioni da Paesi come Kenya, Colombia, Etiopia, Perù, Costarica ed Ecuador, molti dei quali, oltre al basso costo della manodopera, si avvantaggiano anche di accordi commerciali a dazio zero. Inoltre il comparto è alla mercé di costi produttivi che aumentano, di prezzi in caduta libera e dell’assenza di “salvaguardia comunitaria”, senza contare il farraginoso rapporto con la pubblica amministrazione tutti i livelli.
In questo quadro le carte vincenti da giocare vengono dalla tradizione coniugata con l’alta capacità innovativa delle imprese italiane del comparto, inserendole in azioni promozionali, magari sulla falsariga di quelle svolte per altri prodotti made in Italy, come il vino. “L’elemento di forza della nostra floricoltura è il know-how della ricerca – ha ribadito Mansuino – e la costante trasmissione di questo sapere di generazione in generazione. Per questo la ricerca va sostenuta a livello pubblico e privato con ogni risorsa disponibile”.
“Sappiamo quanto sia fondamentale contribuire alla gestione dei progetti imprenditoriali, per renderli finanziabili e accompagnarli al traguardo – ha detto in proposito Federico Vecchioni, presidente di Agriventure, la società del Gruppo Intesa Sanpaolo specializzata nella consulenza alle imprese che operano nell’agribusiness, intervenendo al convegno “ricerca E’ sviluppo” – Il nostro impegno è promuovere lo sviluppo agricolo sia in termini di risorse sia di strutture e specifiche competenze.
Un esempio è il progetto ‘AGRIstart Up’, per facilitare ed accompagnare la nascita di imprese giovani e innovative nel settore agricolo”.
“Sviluppare e trasferire know-how – secondo Andrea Mansuino – garantisce anche la possibilità di alimentare un bacino di giovani ricercatori e di nuovi imprenditori o manager che, sulla base delle nuove realtà di ricerca, possano accrescere e sistematizzare questo comparto che è un vero elemento avanzato della nostra imprenditorialità agricola”.
Concetti ribaditi anche dal Presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi, in visita ad Euroflora.
“Per Confagricoltura il mercato dei fiori è il mercato del mondo; naturalmente – ha proseguito Guidi – la prima regola quando si parla di mercato globale è la competitività, che, per l’Italia, è messa a rischio dalla diminuita redditività delle colture e dall’aumentata concorrenza internazionale, spesso caratterizzata da assenza di regole in linea con quelle europee. Proprio per questo dobbiamo riuscire a fare sistema».
Le problematiche del florovivaismo sono in gran parte legate al calo dei consumi dovuto alla crisi economica, alle quotazioni del petrolio (il riscaldamento delle serre assorbe in alcuni casi il 50% dei costi. E Confagricoltura ha da tempo presentato una proposta, formalizzata in emendamenti e disegni di legge, che prevede la possibilità di applicare il sistema di agevolazioni sul gasolio agricolo anche tramite crediti o buoni di imposta), ai prezzi di prodotti fitosanitari e fertilizzanti. Oltre alla manodopera che, in quanto altamente specializzata, ha costi molto alti.
«Il grande elemento di forza del florovivaismo italiano sta nell’altissimo livello della ricerca, la cui ‘proprietà intellettuale’ deve essere garantita, soprattutto per quanto riguarda l’ibridazione – ha sottolineato Guidi – ma per la ricerca, fondamentale nello sviluppo e la competitività del comparto, è vitale reperire i fondi, privati o pubblici, per soddisfare le necessità delle aziende proiettate al mercato. In Italia – ha concluso il presidente di Confagricoltura – è facile importare, ma dall’Italia è difficile esportare occorre quindi facilitare l’export e l’internazionalizzazione delle imprese, valutando la possibilità di aggregazioni.
Idee chiare quelle scaturite ad Euroflora da parte di Confagricoltura. La speranza è che tutto ciò possa essere recepito dal “Sistema Italia” dando all’agricoltura, e quindi anche al florovivaismo, quel ruolo centrale nell’agenda economica del Paese proprio di un settore primario quale l’agricoltura a pieno titolo è.