Ventimiglia, primi arrivi di migranti: non è ancora emergenza ma la situazione è allarmante
Circa un centinaio di migranti ha passato la notte bivaccando nel sottopasso della stazione ferroviaria o nelle carrozze in sosta. Il sindaco Scullino ha effettuato personalmente un sopralluogo questa mattina alle 6,00.
I primi migranti, che fuggono dalla guerra in Libia, arrivano a Ventimiglia e occupano la stazione ferroviaria. Circa 100 persone ieri sera hanno passato la notte, dormendo accampati nel sottopasso della stazione ferroviaria.
Allertato, il sindaco Gaetano Scullino ha fatto un sopralluogo questa mattina alle 6,00: "La situazione che ho trovato è sconcertante: i migranti erano accampati nel sottopasso che conduce ai binari per la notte, ho scoperto che i bagni pubblici della stazione chiudono alle 19,30, insomma queste persone hanno dovuto dormire senza neanche i servizi igienici garantiti".
"Ho contattato personalmente – continua Scullino – i responsabili delle FS che, però, hanno tenuto un atteggiamento vergognoso scaricandosi la responsabilità tra di loro, ho chiesto loro di poter tenere aperti i servizi pubblici della stazione e di aprire il corridoio che portava alla vecchia dogana francese per dare un riparo più confortevole a queste persone, gente che fugge da una guerra".
Prosegue Scullino :"A Ventimiglia siamo abituati a flussi migratori, ma ieri sera le molteplici segnalazioni arrivate da cittadini e da ferrovieri ci dicevano che i due sottopassi erano pieni di persone che dormivano, e che in alcuni casi ricaricavano i telefoni alle prese di corrente… ho personalmente scavalcato la gente che dormiva nei sottopassi. Ho interpellato la POLFER in merito, ma i due agenti presenti poco o nulla potevano di fronte a 100 persone accampate".
Aggiunge il sindaco: "In questo momento, una possibilità di dare un minimo di conforto a queste persone nella stazione c’è, vorrei aprire il vecchio corridoio che portava alla dogana francese per alloggiare queste persone lì e non nei sottopassi, questa mattina ho provato a contattare le FS ma le risposte che ho ottenuto sono stati dei semplici scaricabarile tra i vari funzionari. Questa è una vergogna, ho dovuto fare nove telefonate, di cui l’ultima a toni abbastanza accesi (ndr: era udibile nelle stanze adiacenti l’ufficio privato del sindaco di Ventimiglia), citando nomi e cognomi degli interpellati. Alla fine sono riuscito a parlare con il responsabile Calogero Divenuta, che mi detto di far intervenire le forze dell’ordine, cosa che io, però, non voglio fare, se c’è la disponibilità dei locali, una requisizione per pubblico interesse, se le Fs mi garantiscono l’apertura dei servizi igienici e del citato corridoio libereremo i sottopassi e daremo un riparo più confortevole a queste persone".
Ma c’è un qualche allarme della prefettura, visto che di solito quando abbiamo questi flussi migratori Ventimiglia è una delle tappe principali per l’espatrio di queste persone, il ministro Maroni parla di 50.000 persone che verranno distribuite nelle regioni italiane, sappiamo che molti di questi arriveranno a Ventimiglia, possiamo affrontare una situazione simile?
Interviene il direttore generale Marco Prestileo: "Al momento non vi è nessun allarme da parte della prefettura".
Prosegue Scullino: "No, non abbiamo le risorse per poter accogliere un numero elevato di persone e lo sappiamo bene. Comunque con un minimo di sforzo potremo dare almeno a queste persone oggi presenti una sistemazione più adeguata".
Al termine dell’ incontro si è tenuto un summit in comune tra il sindaco e le forze dell’ ordine presenti i dirigenti della polzia di stato e dei carabinieri.
In questo momento la situazione in stazione sembra ritornata alla normalità, ma, in effetti, gruppetti di migranti stazionano nella piazza antistante l’edificio, in attesa di varcare il confine con la Francia. Probabilmente non sanno che oltre confine le forze dell’ordine molto probabilmente li rimanderanno in Italia come è prassi in questi casi. Per ora bisogna rilevarlo: non vi è alcuna emergenza ma la situazione va tenuta sotto il più stretto controllo.