Ventimiglia città disumana con i migranti? Non sembrerebbe / FOTOSERVIZIO
Polemica in città per un articolo apparso su un noto quotidiano locale nel quale si denunciavano “le condizioni di vita disumane riservate ai migranti presso la stazione”. Un rapido giro del centro città per verificare lo stato delle cose
Polemiche a Ventimiglia in seguito ad un articolo apparso su un quotidiano locale nel quale si legge "Ma quale accoglienza, nella stazione vivono in condizioni disumane". Ventimiglia, lo sappiamo, non è preparata ad accogliere un flusso cosi massicio di migranti, come non lo è il resto d’Italia, lo dimostrano le proteste degli abitanti di Lampedusa, ora che l’isola e giunta al collasso per la presenza massicia di migranti.
Il Sindaco Gaetano Scullino ha dovuto lottare per ottenere l’apertura di un corridoio e di quattro bagni la notte per cercare di dare un po’ di confort a queste persone.
Definire una città che sta cercando di fronteggiare una situazione di emergenza con i pochi mezzi che ha a disposizione, "disumana", suona offensivo verso la popolazione della città di confine, poiché è ovvio che non è l’abitante di Ventimiglia a costringere i migranti a stazionare nei pressi della stazione o nei giardini pubblici.
Queste persone sono a Ventimglia di passaggio, volendo raggiungere la Francia, e restano nei pressi della stazione ferroviaria dove trovano i mezzi di trasporto per cercare di espatriare. I più, infatti, si affidano ai treni, ma, come sappiamo, molti vengono respinti una volta giunti oltre confine, mentre altri si affidano ai "passeur" che, dietro ricchi compensi, promettono un passaggio in auto verso la Francia.
Nelle foto che abbiamo realizzato possiamo vedere le "disumane" condizioni che Ventimiglia offre a questa povera gente, i ventimigliesi stanno cercando di fronteggiare una situazione per ora sotto controllo, ma che dovrebbe essere gestita in maniera più consapevole ai livelli istituzionali più alti, non dal Sindaco di quella che una volta era la prima città d’Italia, ma che oggi sembra sempre più l’ultima nei pensieri di chi dirige questo paese, sia esso delle Ferrovie dello Stato o delle Istituzioni.