Il cordoglio degli Alpini di Sanremo per la morte del ten. Massimo Ranzani in Afghanistan

2 marzo 2011 | 07:35
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Il cordoglio degli Alpini di Sanremo per la morte del ten. Massimo Ranzani in Afghanistan

…Cittadini di Sanremo, esponete il tricolore listato a lutto, giovedi’ p.v., giorno delle esequie del ten. Massimo Ranzani. Onori ai caduti! w l’ Italia! w gli alpini!!!!

Con la morte del tenente Massimo Ranzani, avvenuta il 28 febbraio 2011 per l’esplosione di un ordigno, a 25 chilometri a nord di Shindand, sale a 37 il numero degli italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione, nel 2004.

Ecco l’elenco delle vittime:
Il 18 gennaio 2011 a Bala Murghab è morto il caporalmaggiore Luca Sanna, dell’VIII reggimento alpini. Sanna aveva 33 anni ed era originario di Oristano. 
Il 31 dicembre 2010 è morto l’alpino Matteo Miotto, colpito da un cecchino mentre si trovava su una torretta della base Snow, nella valle del Gulistan.
Il 9 ottobre quattro militari italiani sono rimasti uccisi nell’esplosione di un ordigno al passaggio di un convoglio nel distretto del Gulistan, a circa 200 km a est di Farah. 
Il 17 settembre muore l’incursore Alessandro Romani, raggiunto da colpi di arma da fuoco in un attentato nella provincia di Farah.
Il 28 luglio perdono la vita a una ventina chilometri da Herat, a seguito dell’esplosione di un ordigno rudimentale (ied), Mauro Gigli e Pierdavide De Cillis.
Il 25 luglio muore, forse suicida, un militare italiano. Si sarebbe sparato un colpo di arma da fuoco all’interno del suo ufficio, a Kabul. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri della polizia militare.
Il 23 giugno muore a Shindand, nell’ovest dell’Afghanistan, il caporal maggiore scelto Francesco Saverio Positano. Il militare ha perso l’equilibrio ed è caduto da un mezzo blindato, riportando un forte trauma cranico. Apparteneva al 32esimo Reggimento Genio, della Brigata Alpina Taurinense.
Il 17 maggio, un veicolo blindato salta in aria per l’esplosione di un ordigno nella provincia di Herat. Muoiono il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni, e il caporal maggiore Luigi Pascazio, 25 anni. Le vittime appartenevano al 32esimo reggimento Genio della brigata Taurinense.
Il 26 febbraio viene ucciso Pietro Antonio Colazzo, un funzionario della Aise, l’Agenzia di informazione e sicurezza esterna, nel corso di un attentato suicida compiuto dai talebani a Kabul contro due "guest house".
Il 15 ottobre 2009 un militare del Quarto Reggimento alpini paracadutisti muore in un incidente stradale avvenuto sulla strada che unisce Herat a Shindad.
Il 17 settembre 2009 sei militari muoiono in un attentato suicida a Kabul, rivendicato dai talebani. Le vittime, del 186esimo Reggimento Paracadutisti Folgore di stanza a Kabul, sono Antonio Fortunato, Matteo Mureddu, Davide Ricchiuto, Massimiliano Randino, Roberto Valente e Gian Domenico Pistonami.
Il 14 luglio 2009 muore, in un attentato a 50 chilometri da Farah, il caporalmaggiore Alessandro Di Lisio, 25 anni. Paracadutista dell’Ottavo Genio Guastatori della Folgore, faceva parte di un team specializzato nella bonifica delle strade.
Il 15 gennaio 2009 muore Arnaldo Forcucci, maresciallo dell’Aeronautica, per arresto cardiocircolatorio.
Il 21 settembre 2008 muore per un malore a Herat il caporalmaggiore Alessandro Caroppo, 23 anni, dell’Ottavo reggimento bersaglieri di Caserta.
Il 13 febbraio 2008 muore in un attacco il maresciallo Giovanni Pezzulo, 44 anni, del Cimic Group South di Motta di Livenza. L’attentato avviene a una sessantina di chilometri da Kabul, nella valle di Uzeebin, mentre i militari italiani sono impegnati in attività di distribuzione di viveri e vestiario alla popolazione della zona. Rimane ferito il maresciallo Enrico Mercuri.
Il 24 novembre 2007 muore in un attentato suicida nei pressi di Kabul il maresciallo capo Daniele Paladini, 35 anni. Altri tre militari rimangono feriti.
Il 4 ottobre 2007 muore al Policlinico militare del Celio l’agente del Sismi Lorenzo D’Auria. Il militare era stato gravemente ferito il 24 settembre 2007 durante un’operazione delle forze speciali britanniche per cercare di liberarlo. Due giorni prima, D’Auria era stato sequestrato assieme a un altro sottufficiale del servizio di sicurezza militare e a un collaboratore afgano.
Il 26 settembre 2006 perdono la vita i caporalmaggiori Giorgio Langella, 31 anni, e Vincenzo Cardella, in seguito all’esplosione di un ordigno lasciato lungo una strada nei pressi di Kabul. I due militari appartenevano alla 21esima compagnia del Secondo Reggimento alpini di Cuneo.
Il 20 settembre 2006 muore in un incidente stradale, a sud di Kabul, il caporalmaggiore Giuseppe Orlando, 28 anni. Faceva parte della 22/a compagnia del Secondo Reggimento alpini di Cuneo.
Il 2 luglio 2006 il tenente colonnello Carlo Liguori, 41 anni è stroncato da un attacco cardiaco ad Herat.
Il 5 maggio 2006, in seguito all’esplosione di un ordigno lasciato lungo una strada nei pressi di Kabul, muoiono il tenente Manuel Fiorito, 27 anni, e il maresciallo Luca Polsinelli, 29 anni, entrambi del Secondo Reggimento Alpini. I due soldati si trovavano a bordo di due veicoli blindati "Puma", a sud-est della capitale afgana, quando sono stati investiti dall’esplosione.
L’11 ottobre 2005 muore il caporalmaggiore capo Michele Sanfilippo, 34 anni. Sanfilippo, effettivo al Quarto Reggimento Genio Guastatori di Palermo, viene ferito con un colpo alla testa, partito accidentalmente, nella camerata del battaglione Genio a Kabul. Muore poco dopo il ricovero in ospedale.
Il 3 febbraio 2005 l’ufficiale di Marina Bruno Vianini perde la vita nello schianto di un aereo civile sul quale viaggiava, tra Herat e Kabul. Il capitano di fregata aveva 42 anni.
Il 3 ottobre 2004, il caporal maggiore Giovanni Bruno, 23 anni, del Terzo reggimento alpini, è vittima di un incidente stradale mentre si trova a bordo di un mezzo dell’esercito nel territorio di Sorobi, a 70 chilometri da Kabul. Nell’incidente rimangono feriti altri quattro militari

Il tenente Massimo Ranzani, 37 anni, è morto nell’esplosione di un ordigno improvvisato che ha colpito un veicolo blindato "Lince" nei pressi di Shindand, nell’ovest dell’Afghanistan. Quattro soldati sono rimasti feriti e, secondo fonti sanitarie, non sono in pericolo di vita. Il Lince coinvolto appartiene al Task Force Center, su base Quinto Reggimento Alpini e la pattuglia a bordo stava rientrando da un’operazione di assistenza medica alla popolazione locale.
E sono già tre i militari italiani rimasti uccisi in attacchi compiuti da ribelli nell’ovest dell’Afghanistan dalla vigilia di Capodanno. Il 31 dicembre 2010, il caporal maggiore Matteo Miotto, in forza al Settimo reggimento alpini di Belluno, è stato ucciso da colpo sparato da un cecchino mentre si trovava su una torretta della base "Snow" nel Gulistan. Il 18 gennaio, invece, ha perso la vita il caporal maggiore Luca Sanna, fuciliere dell’Ottavo Reggimento alpini, colpito da fuoco "nemico" dentro una base avanzata nei pressi di Bala Murgab, sempre nell’ovest del Paese. Appresa la notizia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso il suo cordoglio e il premier Silvio Berlusconi ha detto: "E’ veramente un tormento, è un calvario, tutte le volte ci si domanda se siano sforzi che vanno in porto, lo speriamo vivamente". Intanto, l’Italia dei Valori ha chiesto al ministro La Russa di riferire alle Camere perché "sulla missione in Afghanistan ed il ruolo dei nostri soldati, molti sono i lati oscuri e le notizie che qui non arrivano". Anche il Pd ha chiesto al ministro di riferire e poi ha invitato ad aprire una "riflessione sulla presenza italiana in quel Paese".
Il ministro della Difesa, intanto, ha detto: "Mi inchino alla memoria di questo ragazzo, che dolorosamente va ad aggiungersi ad una lista troppo lunga, una lista che non possiamo né vogliamo dimenticare". Poi però precisato che l’Italia non lascerà il Paese: "La nostra linea non cambia". Una posizione condivisa anche dal presidente del Senato Renato Schifani: "L’Italia continua a pagare degli alti prezzi, ma lo fa in piena coscienza e nella consapevolezza che la libertà è un bene da garantire anche al di fuori dei propri confini". E il ministro degli Esteri Franco Frattini: "Oggi l`Italia paga un nuovo, carissimo contributo al suo impegno nella quotidiana lotta contro il terrorismo internazionale e il mio primo pensiero va ai familiari dei militari coinvolti". E il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha inviato un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa per esprimere il suo "sgomento e dolore". Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha inviato al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, un telegramma nel quale "ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia del tenente".

Gli alpini di sanremo si inchinano reverenti davanti al ten. Massimo Ranzani e agli altri 36 militari italiani caduti in Afghanistan dal 2004 ad oggi.
Auspicano che l’alto tributo di sangue pagato dall’ italia non sia vano e possa contribuire a risolvere i problemi di quel tormentato paese, sconfiggendo il terrorismo e donando liberta’ al popolo afghano.
Cittadini di Sanremo, esponete il tricolore listato a lutto, giovedi’ p.v., giorno delle esequie del ten. Massimo Ranzani.
Onori ai caduti! w l’ Italia! w gli alpini!!!!