INVESTITO sulle strisce, l’assicurazione gioca al ribasso sul risarcimento:la famiglia alle corde

22 febbraio 2011 | 19:01
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INVESTITO sulle strisce, l’assicurazione gioca al ribasso sul risarcimento:la famiglia alle corde

Scrive il figlio: “Riceviamo la proposta della compagnia assicurativa di 100.000 euro contro i 300.000 della tabella di riferimento”

Mi chiamo Francesco Buono, sono un ragazzo di 21 anni, vivo a Ventimiglia e studio all’università di Torino. Insomma sono un ragazzo come tanti altri, ma ho deciso di scrivervi perchè ogni giorno vedo i miei genitori distrutti, nel fisico e nella dignità, e questa situazione diventa ormai davvero insostenibile.

Vi presento la nostra storia nel più breve possibile: tutto inizia nel Dicembre 2009, precisamente il giorno 13, in cui mio padre viene investito sulle strisce pedonali e riporta una frattura alla clavicola, nonchè una alla tibia ed al perone, per finire con una emorragia interna al cranio. A questo incidente grave seguono due mesi d’ospedale e un lungo periodo a letto; insomma del 13 dicembre 2009 mio padre rivede l’esterno intorno a maggio 2010. Nel frattempo iniziano anche le pratiche per il risarcimento, fatte di lunghi tempi morti, reperimento di documenti vari ed ovviamente visite e contro visite (mediche). E proprio a seguito di queste visite i risultati del medico e di quello scelto dall’assicurazione coincidono. Siamo dunque abbastanza fiduciosi che le cose andranno per il meglio, ed anche il nostro avvocato lo è.

La situazione si protrae fino all’autunno 2010 in cui ci vediamo costretti a citare la compagnia assicurativa vista l’assenza di risposte.
A seguito della citazione, ormai nel 2011 (perchè ovviamente le feste sono sempre una bella scusa per prolungare la situazione di stallo), riceviamo, dalla compagnia assicurativa, una proposta di 100.000 euro contro i 300.000 della tabella di riferimento.

A questo punto i miei genitori, e soprattutto mio padre si sentono presi in giro, insomma il risarcimento a seguito di un danno E’ UN DIRITTO DEL CITTADINO e come tale non può e non deve essere un giochino al ribasso, o per lo meno non deve esserlo in questa misura.  Anche perchè oltre ai danni fisici subiti da mio padre, l’incidente ha comportato un mio ritorno a casa dall’università per occuparmi al mio genitore bloccato a letto visto che mia madre lavora dalle 5 del mattino alle 19:00 in edicola; e quindi anche questa situazione ha comportato lo spreco di un anno intero di tasse universitarie (dato che vista la data dell’incidente non riuscii a dare esami nella sessione di gennaio/febbraio nè a seguire i corsi del secondo semestre).

Il risarcimento permetterebbe alla mia famiglia di ricominciare a guardare verso il futuro in qualche modo e in secondo luogo, io, potrei riuscire a terminare i miei studi. Ma soprattutto sarebbe una questione di giustizia che va davvero fatta perchè i miei genitori, dopo aver lavorato per 35 anni ed essere stati sfruttati, completamente prosciugati e poi buttati come roba vecchia sono convinto che si meritino la possibilità un giorno di avere qualche certezza.

Ho deciso di scrivervi perchè siete la mia ultima risorsa, darei tutto per poter vedere di nuovo un sorriso sul volto delle due persone più importanti della mia vita, ma purtroppo l’indignazione non basta, serve qualcosa in più, e spero che voi questo qualcosa riusciate a farlo.

Un ventunenne deluso,
Francesco Buono